Quando vedo i giocatori di oggi con quelle cuffie enormi in testa, impazzisco. Così ci concentriamo, dicono. Così vi perdete il mondo, dico io. L’ho scritto nel libro: noi giocatori sul pullman cantavamo gli inni della Roma a squarciagola. C’era il proprietario di un ristorante a piazzale degli Eroi, laziale sfegatato, che ci aspettava e ci urlava: “Bastardi!”. E noi gli rispondevamo: “Pezzo di merda”. Cose meravigliose. È questo che ti carica. E voi vi isolate?”.
