La Coppa Rimet raccontata - Uruguay '30

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pisodinosauro
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Uruguay 1930

Messaggio da pisodinosauro »

10 - Sangue italiano, parte terza.


Agli ingressi dell'Estadio Centenario militi della policia perquisirono migliaia di spettatori. Fu trovato di tut­to, anche la terna arbitrale fu ammessa all'ingresso solamente dopo una accurata ispezione alle valiget­te.
20.000 tifosi argentini attra­versarono il Rio della Plata su un centinaio di piroscafi che ave­vano attraccato al porto di Mon­tevideo nelle 48 ore precedenti il match.
Langenus che era stato prescel­to per dirigere la finale aveva accettato la designazione un paio d'ore prima dell'avvio dell'incontro. E accettò quando gli fu stipulata una congrua polizza sulla vita e assicurata l'assisten­za garantita di almeno un centi­naio di poliziotti.

La vi­gilia dell'incontro fu incrinata dalla rinuncia di An­selmo, centravanti della «cele­ste» e grande rivelazione di quei campionati. Chiese di non esse­re schierato senza precisare i motivi che lo spingevano ad una tale richiesta e ci fu chi ma­lignamente insinuò il sospetto di un irresistibile timore di Monti. Con Petrone fuori forma, il compito di sosti­tuire Anselmo fu affidato a Hector Castro, un gio­catore carente sul piano tecni­co ma dotato di una carica agonistica inesauribile. Uruguay dunque schierato: Ballestrero; Nasazzi Mascheroni; Andrade Fernandez Gestido; Dorado Scaron Castro Cea Iriarte.

L'ambiente della «celeste» era teso, ma sostan­zialmente conscio della propria forza e fiducioso nella vittoria.

In casa argentina al contrario regnava il «caos» più comple­to. Luisito Monti non voleva gio­care, il pubblico gli aveva indi­rizzato ogni genere di insulto e come non bastasse aveva ricevuto minacce telefoniche. Arrivarono anche due dirigenti del San Lo­renzo per convincere Luisito ad accettare la designazione al ruolo. Gli argentini al fischio di Langenus adottarono il seguente schiera­mento: Notasso; Della Torre, Paternoster; J. Evaristo, Monti, Suarez; Peucelle, Varallo, Sta­bile, Ferreyra, M. Evaristo

Gli uruguagi sten­tavano un poco, Andrade sem­brava in trance e Nasazzi era costretto ad affannosi recuperi, ma al 12' l'Uruguay passa in vantaggio. Fra le esplosioni di gioia degli uruguagi monta la furia argentina. Nasazzi e Maschero­ni compiono autentici miracoli ma il pareggio è nell'aria.

Raggiunto il pareggio quasi subito, verso la fine del primo tempo Stabile fa im­pazzire i difensori e al 37' anticipa il portiere con un tocco beffardo che termina in rete. Argentina in vantaggio, 1 a 2!

Ma poi, nel secondo tempo, prima Cea, poi Iriarte ed infine Castro riportano l'Uruguay verso la vittoria, dominando largamente il campo.
E' notte per le ambizioni argentine, la Coppa del Mondo rimane a Montevideo a concludere un decen­nio di dominio sul football mon­diale.

La Federazione argentina perde addirittura la testa e rom­pe ogni e qualsiasi rapporto con la consorella uruguayana. Luisi­to Monti fu oltraggiato lunga­mente; gli appiopparono ora l'appella­tivo «conejo» imputandogli un comportamento pauroso nel cor­so della finale.

Le cause che portarono alla scon­fitta non erano imputabili alla valutazione dei singoli, che sul piano della classe pura le due squadre si equivalevano, il diva­rio dei valori scaturiva dalla di­versa concezione tattica delle due scuole; il gioco argentino era tutto orientato all'offensiva senza particolari attenzioni alla difesa e per contro gli uruguagi di Nasazzi, manovravano più raccolti sulla loro trequarti per colpire in con­trogioco con incursioni veloci in profondità.

Grande Uruguay, grande partita, grande calcio

Il grande circo era partito...
Alevt86
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Uruguay 1930

Messaggio da Alevt86 »

Letto e apprezzato.
Grande piso :ook:
“You know, boring i think is 10 years without a title. That's very boring. You support the club and you're waiting, waiting, waiting for so many years without a title, so that's very boring.” (JM)
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