La Coppa Rimet raccontata - Uruguay '30

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La Coppa Rimet raccontata - Uruguay '30

Messaggio da pisodinosauro »

Non ce la faccio a fare questa settimana Germania 2006, chiedo scusa a tutti quelli che volevano questo racconto... asd

preferisco iniziare la parte storica, quella che ci porta fino al periodo d'oro del calcio brasiliano, insomma le 5 edizioni dal 1930 al 1954.

buona lettura...con qualche picciola digressione, quelle che mi piacciono tanto.

Piso
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Uruguay 1930

Messaggio da pisodinosauro »

1 - Il calcio ai primordi.

Non è affatto facile parlare dei mondiali di calcio delle primissime edizioni.
Soprattutto perchè le informazioni, in un mondo ancora acerbo di tecnologia, sono poche.
Possiamo solo dire che il calcio del primo dopoguerra si basa su alcune caratteristiche fondamentali.

Si è innanzitutto sviluppato in alcune oasi felici, come il Brasile, oppure i paesi del delta del Rio de la Plata.
In Europa, esiste il calcio danubiano, soprattutto di Austria, Cecoslovacchia, Ungheria e Jugoslavia.
Poi c'è l'Italia, che vivrà un decennio preguerra incredibile.
E poi l'Inghilterra, che si ritiene così superiore da non accettare confronti con gli altri.

Questo è il calcio di quegli anni; un calcio ancora rudimentale negli schemi, che ha appena rivoluzionato una delle regole principali, quella del fuorigioco; che ha abbandonato lo schema principale, calcione lungo dalla difesa verso l'attacco (piramide 1-2-3-4) a schemi effettivi (sistema Chapman 3-2-2-3, esempio)

E' un calcio con pochi allenamenti, con persone che vanno in prima squadra, in quanto hanno capacità di gioco superiore agli altri.

In una bellissima intervista rilasciata dal "doutor" Socrates, mi pare a Le Monde nel 1985 circa, l'asso brasiliano raccontava come nel 1982 il Brasile provò nuovamente ad impostare una Selecao con capacità immense di giocare la palla.
Non andò bene, in effetti; e raccontava che il calcio in Brasile era passato via via da "football de rua" e "football de salao", in pratica dalla spontaneità del gioco praticato in strada o sulle spiagge, a quello fatto in campi al coperto, con criteri e schemi.

Quindi una rivoluzione, dalla superiorità ereditaria, alla capacità organizzativa.
Socrates aveva dimenticato a mio avviso, che per vincere il Brasile dovette organizzarsi, aveva vissuto sulla propria pelle che l'estro non era sufficiente.

Bene, nel 1930 siamo ancora al calcio da strada, al calcio delll'estro.
La prima rivoluzione ancora non è arrivata, arriva nel 1954...la seconda nel 1974

Ma dobbiamo parlare di altro, ancora.
Ultima modifica di pisodinosauro il lun 9 giu 2014, 20:25, modificato 1 volta in totale.
totti1montella4
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Uruguay 1930

Messaggio da totti1montella4 »

pisodinosauro ha scritto:1 - Il calcio ai primordi.
avevo letto il calcio ai primati... :ssss:
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Uruguay 1930

Messaggio da pisodinosauro »

2 - Jules Rimet.


Ovviamente, quando dicevo che il calcio in Europa aveva isole felici sul Danubio, in Italia ed in Inghilterra, non vuole dire che fosse assente in altri paesi; anzi in alcune nazioni, l'organizzazione sportiva aveva fatto passi da gigante.

Come in Francia.

In quegli anni, Jules Rimet è presidente della FIFA ed Henri Delaunay presidente della federazione francese, poi presidente della Uefa fino alla sua morte nel 1955.

Dobbiamo ringraziare Rimet e Delaunay che vollero a tutti i costi realizzare una manifestazione globale per eleggere la squadra più forte di tutte, sulle Terra.

I primi tentativi vennero fatti ben prima del 1930, ma la totale mancanza di soldi fece si che Rimet dovette chiedere al CIO l'ammissione del calcio alle Olimpiadi.
Ricordo che esistevano ancora tutte le problematiche olimpiche di dilettantismo e professionismo, secondo lo spirito decoubertiniano.

Allora, non esisteva ancora nessuna manifestazione ufficiale della FIFA, salvo la coppa Internazionale che viene considerata come una specie di tentativo di fare un campionato europeo; l'Italia di Pozzo vinse la prima edizione di tale coppa, proprio nel 1930, manifestazione rigidamente europea, fatta da 4 paesi solamente, quelli più forti eccetto l'Inghilterra.

Italia, Austria, Ungheria e Cecoslovacchia, insomma la scuola italiana contro quella danubiana.

Intanto in Uruguay, paese allora particolarmente prospero quanto oggi depresso, il calcio era una religione, e le battaglie contro gli odiati cugini argentini erano storia.
Daltronde tra Montevideo e Buenos Aires intercorre solo l'estuario del Rio de la Plata.
L'Uruguay era campione olimpico, anzi bicampione olimpico in carica.

Quando Jules Rimet decide di realizzare la coppa del mondo, subito Uruguay, Italia, Austria ed Ungheria si candidano per ospitare i giochi.

Ma nel 1930 si celebra il centenario dell'Indipendenza uruguagia, e la federazione locale promette di realizzare un nuovo stadio, il più grande del mondo e di pagare le spese di viaggio ed alloggio a tutte le federazioni avessero mandato richiesta di iscrizione.

Rimet non ci pensa due volte, accetta la spontanea e generosa offerta dell'Uruguay, risolve i problemi pecuniari di organizzazione...insomma la prima Coppa del Mondo si svolgerà a Montevideo!
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Uruguay 1930

Messaggio da pisodinosauro »

3 - ...e la nave va...

L'Uruguay riceve l'investitura e comunica che il mondiale e' aperto a tutte le squadre che vogliano cimentarsi.

Le squadre sudamericane accettano l'invito a partecipare, e saranno sette; si aggiungeranno anche gli Stati Uniti, che metteranno in squadra ben 7 scozzesi " naturalizzati", approfittando che le federazioni del Regno Unito avrebbero sicuramente declinato.

Non accettano neanche le "ricche" federazioni danubiane e neanche l'Italia, fresca "campione d'Europa"' soprattutto per via delle polemiche dovute alle richieste di naturalizzazione degli oriundi.

Ma chi va da parte europea? Il povero Rimet incassa solo il ok della federazione francese, che era ovvio, chiede al Belgio che accetta, poi si candida la Romania ed infine il prode Jules riesce a convincere anche la Jugoslavia.

Non sono potenze mondiali, ma almeno l'Europa ha risposto.
Ma quello che doveva essere un mondiale vero, aperto, diventa la resa dei conti, eterno, tra Uruguay e Argentina, la finale scritta.

Due piroscafi, uno da Genova ed uno da Marsiglia portano le squadre in Sudamerica, approdando a Montevideo, sull'estuario del Rio de la Plata, il fiume d'argento.
La capitale uruguagia conta più di mezzo milione di abitanti, su poco più di due milioni dell'intero paese.

Il mondiale si sarebbe disputato tutto al Centenario, il maestoso stadio nuovo di zecca.
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Uruguay 1930

Messaggio da pisodinosauro »

4 - Il trofeo alato.


Jules Rimet si imbarcò anche lui da Genova, insieme a molti delegati FIFA ed a 3 squadre.
Ed insieme ad un trofeo in oro, appositamente commissionato. Un trofeo di stile anticheggiante, al quale solo nel 1946 venne riconosciuto il nome per cui fu nota, fino alla sua sparizione.
La coppa Jules Rimet.

Maledetti; con la sparizione del trofeo dalla sede della CBF, e la probabile fusione per lucrare sull'orlo, dei balordi, degli infami ci hanno privato del ricordo di un'era calcistica che non potrà più tornare.

La defezione delle principali squadre mitteleuropee, dovuto al fatto che lo stipendio ai calciatori era pagato dai club, che non vedevano bene che per due mesi i loro calciatori sparissero, e della nazionale italiana, probabilmente la squadra più forte in quel periodo insieme all'Uruguay, ridussero un po' la portata dell'evento.
A tal punto che Rimet decise subito che nel 1934 si sarebbe disputata la seconda edizione, stavolta in Europa.

Come detto, tutte le partite si sarebbero dovute disputare a Montevideo allo stadio Centanario; ma i freddi rigori dell'inverno platense fecero si che lo Stadio, 90 Mila posti, non fosse del tutto pronto, tanto e' vero che le prime partite si svolsero negli stadi dei gloriosi club del Penarol e del Nacional.

Ma nonostante si parli di oltre 80 anni fa, l'Uruguay organizzò molto bene la kermesse iridata, considerando anche la evidente impreparazione della FIFA, in generale.

Oggi ad esempio, per il gigantismo che ha il mondiale, nessuno in Sudamerica eccetto il Brasile può realmente pensare di organizzare 64 partite in 12 stadi.
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Uruguay 1930

Messaggio da pisodinosauro »

5 - La grandi rivalità del Rio de la Plata.


Alle olimpiadi di Amsterdam di appena due anni prima, Uruguay ed Argentina devono andare alla ripetizione per vedere assegnato il titolo, ultima sfida di una rivalità nata già nel 1902.

La federazione argentina AFA e' precedente al 1900, e quello argentino e' il primo campionato organizzato nel mondo, fuori dal Regno Unito; appena successivo quello uruguagio.

Il primo incontro tra le due nazionali data 1902, ed è il primo incontro ufficiale internazionale in Sudamerica.

La rivalità tra queste squadre e' facilitata dalla relativa vicinanza tra Montevideo e Buenos Aires, le due capitali ma anche le città prevalenti del calcio.
Le due federazioni, addirittura organizzano due diversi tornei, Copa Lipton e Copa Newton, i cui ricavi vanno in beneficenza a bambini disagiati. Questi tornei sono sponsorizzati da Sir Lipton, magnate del te, e da Mr. Newton, presidente dell'AFA, nascono ambedue prima del 1910 e dovrebbero disputarsi ogni anno, cosa che avvenne solo saltuariamente.

Il calcio in Brasile nasce solo, ufficialmente, nel 1914; ma comunque sono anni che gli inglesi hanno portato il calcio in Sudamerica, grazie alle costruzioni di ferrovie e fabbriche, sotto l'egida della Regina Vittoria.

La presenza inglese, e poi quella italiana, spagnola e tedesca soprattutto, rafforza la diffusione del calcio in queste regioni, unendo la capacità tecnica degli europei con le capacità atletiche dei colored o meticci...un binomio esplosivo, che creò giocatori assoluti come Andrade o Freidenreich, l'uomo che , forse, ha segnato più gol nella storia.

Con queste premesse, ovviamente la finale di questo mondiale e' veramente annunciata.
Ultima modifica di pisodinosauro il mer 11 giu 2014, 9:30, modificato 1 volta in totale.
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Uruguay 1930

Messaggio da pisodinosauro »

Bravo... asd
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Uruguay 1930

Messaggio da Alevt86 »

Proprio perché fino al 1930 non è mai stato organizzato un Mondiale di calcio ufficiale dalla FIFA, gli uruguagi considerano le due medaglie d'oro nel calcio conquistate nelle Olimpiadi di Parigi del 1924 e di Amsterdam del 1928 al pari di un titolo mondiale.
Non a caso il logo della AUF (Asociaciòn Uruguay de Fùtbol) è capeggiato da 4 stelle, oltre ai 2 titoli Mondiali del 1930 e del 1950, infatti, vengono conteggiati anche i sopracitati titoli olimpici.

Immagine
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Uruguay 1930

Messaggio da pisodinosauro »

Alevt86 ha scritto:Proprio perché fino al 1930 non è mai stato organizzato un Mondiale di calcio ufficiale dalla FIFA, gli uruguagi considerano le due medaglie d'oro nel calcio conquistate nelle Olimpiadi di Parigi del 1924 e di Amsterdam del 1928 al pari di un titolo mondiale.
Non a caso il logo della AUF (Asociaciòn Uruguay de Fùtbol) è capeggiato da 4 stelle, oltre ai 2 titoli Mondiali del 1930 e del 1950, infatti, vengono conteggiati anche i sopracitati titoli olimpici.

Immagine

molto interessante...

chissà se anche l'Italia fece questo, con i titoli 34 e 38 con in mezzo l'olimpiade di Berlino del 36...

sarebbe da cercare i loghi della federazione... ;)


comunque , ci sarebbe da scrivere una montagna di cosa sulla rivalità tra Uruguay e Argentina, ma vado avanti...
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Uruguay 1930

Messaggio da pisodinosauro »

6 - Il Centenario dell'Uruguay


Nel 1930, l'Uruguay festeggia 100 anni dalla indipendenza dal Brasile.

Inoltre proprio verso il finire del secolo, l'Uruguay diventa un punto di approdo importante di inglesi, spagnoli e italiani, poichè Montevideo è il primo porto che si incontra sul Rio de la Plata, e poi dopo c'è Buenos Aires.

Ma per andare nel cuore del Sudamerica, dove ci sono minerali, risorse, legno ed agricoltura, dove si costruiscono ferrovie etc etc, conviene scendere a Montevideo, e da li risalire il Parana oppure il Uruguay.

E l'Uruguay diventa un paese sempre più ricco, fino al declino degli anni '40 e poi entra in una crisi economica enorme dopo la seconda guerra mondiale.

Ma negli anni del primo mondiale, Montevideo era il salotto buono del Sudamerica, forse anche più di Buenos Aires ed i suoi caffè, caffè letterari e scuole di tango.

Viene costruito lo stadio Centenario che ospiterà praticamente tutte le partite del mondiale, eccetto le primissime perchè ancora non del tutto finito

Il calcio di inizio a questa prima edizione avviene il 13 luglio allo stadio Pochitos, incontro tra Francia e Messico.
il primo gol è del francese Laurent...

Giornata storica per il calcio...e vince la Francia 4 a 1
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Uruguay 1930

Messaggio da pisodinosauro »

7 - Le partite.

Le tredici squadre vengono suddivise in 4 gironi, le cui vincenti si affronteranno in semifinale per decidere chi saranno le finaliste. Sistema semplice e molto pulito.

I gironi sono i seguenti:

Argentina, Cile, Francia, Messico

Jugoslavia, Brasile, Bolivia

Uruguay, Romania, Perù

USA, Paraguay, Belgio


Passano le prime squadre indicate alle semifinali, con non poche sorprese: come la Jugoslavia eliminare il Brasile, che aveva presentato una selezione esclusivamente carioca, oppure l'Argentina che fatica più di quanto appaia; oppure i sorprendenti USA, che però si erano rafforzati con una selezione di giocatori scozzesa.

Il Brasile, come detto va al Mondiale, con solo un giocatore di paulista, il centravanti santista Patuska, ma è una squadra ancora alla prime armi rispetto a quelle organizzatissime del Rio de la Plata, ma anche rispetto alla tradizione danubiana, ottimamamente rappresentata dalla Jugoslavia, che batte i funamboli brasiliani con relativa facilità.

Incontro sicuramente di cartello è Argentina Cile, decisivo per l'accesso alla semifinale, che i gauchos riescono a vincere 3 a 1, con doppio vantaggio subitaneo degli argentini; ma poi i ripetuti falli di gioco della difesa argentina, soprattutto di Monti, scatenano le ire del pubblico, con invasione di campo sedata solo dalla polizia.
L'Argentina aveva snobbato la prima partita contro la Francia, vinta solo 1 a 0 con rete di Monti nei minuti finali; gli argentini ritenevano di poter facilmente aver ragione degli avversari, ma i francesi pur rimasti in 10 per infortunio, vendettero cara la pelle.

Dell'Uruguay, parliamo a parte.
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Uruguay 1930

Messaggio da pisodinosauro »

8 - Il percorso dei campioni.


L'Uruguay affronta rispettivamente Perù e lo sconfigge 1 a 0, denunciando le ovvie difficoltà dell'esordio, davanti ai 90000 del Centanario; poi liquida facilmente la Romania con un sonante 4 a 0 e si qualifica per le semifinali.
Dove incontra la Jugoslavia che aveva eliminato il Brasile.
Senza scampo, i danubiani subiscono un cocente 6 a 1, e pur passando in vantaggio per primi...a metà del primo tempo l'incontro è ormai concluso.

Ub fortunato sorteggio aveva impedito che le favorite si incontrasserpo in semifinale, e quindi l'altra semifinale vede l'Argentina di uno scatenato Stabile liquidare gli Stati Uniti con lo stesso punteggio 6 a 1, risultato che si sviluppa soprattutto nel secondo tempo.

Insomma, si va verso la finale che tutti attendevano, il duello del Rio de la Plata.
Tutto il resto è sttao solo contorno.
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Uruguay 1930

Messaggio da pisodinosauro »

9 - Sangue italiano, parte prima.


L'Italia non partecipò alle competizioni, perché aveva un contenzioso forte con le federazioni uruguagia ed argentina, che la accusavano di irretire gli assi di chiara origine italiana, di cui le due rappresentative erano piene, promettendo i soldi del calcio professionistico italiano.
Per pudore, o decenza o per ostruzione, l'Italia non volle/poté partecipare, ma anche attese il dopo mondiale per portare in Italia molti giocatori, e naturalizzarli

Ma Il giorno della finalissima, molto sangue italiano scorreva in campo.
Stabile, Monti, Scaroni, Nasazzi, Mascheroni....ed altri.

Molto sangue italiano in campo, molto sangue nelle vene, per quella partita che dettava la supremazia mondiale e, per nulla secondaria, in Sudamerca e sulle sponde del fiume di argento.
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Uruguay 1930

Messaggio da pisodinosauro »

10 - Sangue italiano, parte seconda.


Le squadre attesero gli ordini dell'arbitro Langenus, belga, alla fine l'unico ad aver accettato di dirigere quella partita difficilissima, che nessuno voleva arbitrare.
Langenus era rimasto scottato da Argentina Cile, che proseguì solo grazie all"intervento della polizia in campo, cosa che quando gioca l'Argentina...succede.

Langenus volle un salvacondotto personale, appena fischiata la fine voleva un'auto militare che lo scortasse a prendere la motonave fino al porto, per ripartire la sera stessa...cosa che non successe, che quella sera nessuna nave parti da Montevideo per fitta nebbia.

Quella finale, ora ci può sembrare una semplice partita, no!, non è assolutamente così.

È come pensare di far giocare una finale di un trofeo importante, universale a, esempio, Rangers e Celtic.
Oppure a Boca e River, oppure Stella Rossa e Dinamo Zagabria.

Ma due spanne superiori...qui era in ballo l'orgoglio e la superiorità di due nazioni, due popoli orgogliosi.

Due economie, due porti, due ferrovie, due città, due bandiere, due scuole di tango, il portamento fiero di due differenti borghesie in fase di crescita...insomma due "fratelli" che si sono separati, si odiano e si amano, vorrebbero abbracciarsi oppure pestarsi a morte.

Questo sono Montevideo e Buenos Aires, questo sono Argentina ed Uruguay.
Questo sono la squadra celeste ed albi celeste.

In campo!
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