« Nonostante la rivalità che le ha sempre divise, le due squadre - quando debbono formare una Rappresentativa - filano il perfetto accordo e fanno le cose in modo da arrivare al successo. »
(Il Littoriale, 16 aprile 1944[94])
Nella lunga storia delle due società capitoline, contrassegnata dall'accesa rivalità tra le due compagini, ci furono alcune occasioni in cui giocatori di Lazio e Roma giocarono uniti sotto un'unica divisa per rappresentare l'Urbe. La prima volta che ciò avvenne fu il 26 dicembre 1928, in una partita arbitrata dal romano Antonio Biolghini in cui ad affrontare i cechi del Viktoria Žižkov ci fu una squadra mista formata da giallorossi e biancocelesti; i cechi si portarono subito in vantaggio con Novak, ma la reazione dei capitolini fu travolgente, e a trafiggere Zeman, il portiere avversario, furono prima Volk, poi Pardini e Fasanelli, e infine nuovamente Volk; Novak mise a segno il suo secondo gol, portando il risultato sul 4-2 che rimarrà l'esito finale della partita. A scendere in campo da titolari per la rappresentativa romana furono Barzan, D'Aquino, Degni, Benatti, Fasanelli e Volk per la Roma e Sclavi, Bottacini, Caimmi, Pardini e Griggio per la Lazio, indossando una maglia bianca recante una lupa blu ricamata sul petto e con dei calzoncini neri. La stessa maglia fu utilizzata anche qualche giorno dopo, il 1º gennaio 1929, nella partita tra la rappresentativa romana e l'Hungaria disputata, come la precedente, allo Stadio Nazionale. Il match arbitrato dal romano De Santis, disputato sotto una pioggia incessante che rese il terreno pesante, fu condotto dagli ungheresi grazie alla doppietta nel primo tempo di Hirzer e al gol di Molnar; ad accorciare le distanze fu Fasanelli, servito da Bernardini, prima che Hirzer segni il suo terzo gol. Nel finale le reti di Bernardini e Chini non bastarono per completare la rimonta e la partita si concluse sul 4-3 a favore degli ungheresi.[95][96]
L'eccezionale evento si ripeté nuovamente il 26 dicembre 1930, quando durante una turnè di squadre straniere in Italia nel periodo natalizio, si venne a formare nuovamente una rappresentativa romana per affrontare gli ungheresi del Sabaria. Disputata a Campo Testaccio, dove i capitolini scesero in campo con i colori giallorossi, la partita fu vinta dai padroni di casa per 3-2, pur non convincendo del tutto, a causa della mancata intesa tra giocatori di Lazio e Roma.[97] Campo Testaccio che era stato già abbattuto da qualche anno quando le due squadre si unirono nuovamente per una partita: fu il 16 aprile 1944, in pieno periodo bellico, in un incontro che puntava a mettere di fronte i migliori giocatori del settore calcistico romano: da una parte gli Assi, composta da giocatori affermati di grande fama, tutti selezionati tra le fila di Lazio e Roma, e dall'altra parte i Giovani, giocatori promesse del calcio romano scelti dalle altre otto squadre del campionato romano di guerra; gli Assi, selezionati da Dino Canestri, scesero in campo con Gradella, Pastori, Valenti, Gualtieri, Andreolo, Milano, Krieziu, Borsetti, Amadei, Manola e Koenig, indossando una maglia biancazzurra, mentre i Giovani, che contavano calciatori di Vigili del Fuoco, Tirrenia, Avia, Alba, Mater e Juventus Roma, scesero in campo con una maglia giallorossa. La squadra dei grandi campioni come era prevedibile si portò subito in vantaggio, e dopo mezz'ora di gioco il risultato era fissato sul 3-0 grazie alla tripletta di Koenig; ma incredibilmente i Giovani riuscirono a rispondere lasciando da parte il timore, segnando tre reti che decisero il risultato finale, 3-3.[94][98]
Giordano e Di Bartolomei schierati in campo prima della partita benefica tra Romani e Resto d'Italia del 19 novembre 1979. Sul petto delle loro maglie, assieme, i simboli di Lazio e Roma.
Sempre durante il periodo bellico, il 4 febbraio 1945, le due squadre capitoline diedero vita ad una formazione mista per affrontare, per un'iniziativa benefica, una rappresentativa inglese formata da militari della British Army. Il match si disputò allo Stadio del Partito Nazionale Fascista, al quale accorsero circa 20.000 persone per assistere alla partita che fu un trionfo di correttezza e sportività; i romani, scesi in campo con maglia bianca e calzoncini neri, furono Rega, Pastori, Andreoli, Gualtieri, Andreolo, Manola, Krieziu, Dagianti, Amadei, Lombardi e Koenig; quest'ultimo si confermò uno dei giocatori più prolifici in queste speciali occasioni, segnando una doppietta. Un terzo gol fu segnato da Krieziu, che garantì ai romani la vittoria per 3-1 sui britannici, che andarono a segno solamente una volta con Rudd.[99]
Nel 1973 i giocatori delle due squadre tornarono ad unirsi sotto un'unica livrea per sfidare, il 1º novembre, il CSKA Mosca, in quel periodo conosciuto come Armata Rossa perché sotto il diretto controllo del Ministero dell'Esercito. Davanti a 50.000 spettatori accorsi all'Olimpico, i russi sconfissero per 1-0 la rappresentativa mista capitolina; i giocatori di Roma e Lazio, che indossavano una maglia bianca con tre bande verticali, rossa, blu e gialla, e dei calzoncini bianchi, delusero i tanti appassionati di calcio presenti allo stadio, dimostrando poca intesa e poco impegno; in particolare i giocatori dell'attacco atomico della rappresentativa non rispettarono le attese, non riuscendo a segnare nemmeno un gol.[100][101][102]
L'ultimo incontro, ad oggi, in cui le due squadre scesero in campo con formazioni miste fu giocato il 18 novembre 1979, quando venne disputato un derby per ricordare la tragica morte di Vincenzo Paparelli, avvenuta meno di un mese prima, e per devolvere gli incassi della partita alla famiglia del defunto. La partita, a cui assistettero 19.006 tifosi paganti, venne chiamata in vari modi, come derby amichevole, derby pro-Paparelli, derby dell'amicizia o derby della solidarietà. I giocatori dei club si divisero in due squadre: i Romani, composti da Cacciatori, Tassotti, Amenta, Peccenini, Manzoni, Spinosi, Manfredonia, Rocca, Conti, Scarnecchia, Montesi, A. Lopez, Giordano, Di Bartolomei e D'Amico, guidati dalla panchina da Roberto Lovati e con una maglia verde petrolio con dettagli bianchi e calzoncini verdi; ad affrontarli la squadra Resto d'Italia, formata da Tancredi, Santarini, Maggiora, Citterio, Pighin, Wilson, Turone, Benetti, De Nadai, Garlaschelli, Viola, Pruzzo, Nicoli, Ancelotti e Ugolotti, guidati da Liedholm e con una maglia bianca con dettagli verdi e calzoncini bianchi; entrambe le maglie, invece, riportavano sul petto sia lo stemma della Roma, sia quello della Lazio. La partita fu vinta dal Resto d'Italia per 2-1, con a segno Pruzzo per due volte e Giordano su rigore.[103][104][105]



