Loryfab ha scritto: ↑gio 1 giu 2023, 17:49
Sono in viaggio, abbiamo parlato tra di noi, abbiamo rivissuto tutto quello che è successo e tutto quello che abbiamo provato.
Una cosa non riesco a togliermi dalla mente, e sono le lacrime di mio figlio a fine partita.
Mi hanno provato in una maniera subdola, si sono infilate sotto la mia pelle piano piano.
In queste ore trascorse stanno lavorando dentro di me sempre di più.
Vorrei dirgli e spiegargli che questa è la Roma, vorrei fargli capire che essere tifoso romanista vuol dire versare lacrime di dolore mille volte più che di gioia. Vorrei parlargli del gol di turone, della finale del 84, del Lecce, della finale di UEFA con l'Inter, della Sampdoria ma in questo momento non ho le forze, mi sento sconfitto.
Mi sto domandano se sia stato giusto trasmettergli questa passione, passione trasmessa non con le parole ma con l'esempio.
Mi sto chiedendo se non sarebbe meglio per lui una vita senza la Roma. O per lo meno senza questa passione sfrenata.
Quello che ho fatto io è stato rinunciare ad ogni abbonamento allo stadio, pay TV e qualsiasi altro strumento per mezzo del quale vedo abitualmente le partite.
A differenza di altri, che vedo già pronti a ripartire, io la Roma non voglio neanche più sentirla nominare.
Io che, uscito dal settore, contavo i secondi che mi separavano dalla partita successiva. Questo è, così è come mi sento. Credo di non aver mai provato una sensazione di disgusto così elevata verso il calcio.
Sono consapevole che, dopo una partita simile, non dovrei sentire altro che orgoglio verso la squadra. Invece non riesco a provare altri sentimenti che non siano odio e repulsione verso un contesto che mi ha riservato l'ennesima batosta.
Spero che la situazione possa cambiare ma ho miei dubbi. Anche perché, passata la rabbia, spesso in me subentra il disinteresse. E per come l'ho vissuta io la Roma non ho mai concepito l'esistenza di mezze misure.