Zarathustra ha scritto:
fumogeni, coreografie, passione, gente che spende i soldi per la propria squadra seguendola ovunque, nel bene e nel male, amare i propri colori, difendere la propria città, cantare 90 minuti, fare sacrifici, sventolare finchè non ti bruciano le braccia ecc. ecc.
si, grazie a d*o, tutto questo sopravvive ancora in tutta europa e quasi in tutto il mondo.
Ok tutte belle cose, ma "Difendere la propria città" da cosa?
Non è una guerra, ma una partita di calcio in teoria.
... e pure quest'anno ... se riattaccamo ar cazzo ...
Perché ste due vittorie co Fiorentina e Empoli figurate, belle eh, datece nantra toscana, noi ce giocamo. Volemo fa na cosetta cor Pisa? Un test match cor Tuttocuoio? Na trasferta estemporanea a Pontedera? Nse po fa eh. Vabbè dicevamo.
Perché ste du vittorie co Fiorentina e Empoli figurate, belle eh, co sto Nainggolan che pare che tutta l’estate l’hanno tenuto chiuso dentro a no stanzino senza faje toccà er pallone, e mo pora bestia core appresso a chiunque ce n’abbia uno e je lo leva e lo tira e soo riporta da solo e lo ritira e lo fa sbatte sui pali sui portieri su di loro su di noi nemmeno una nuvola. Co sto Nainggolan che pare finarmente dà un senso ale creste a cazzo de cane de tutto er monnonfame. Vabbè dicevamo.
Perché ste du vittorie co Fiorentina e Empoli figurate, belle eh, co sto Bambi nero che ritorna come se nse ne fosse mai annato da sto praticello e la natura subito se piega o viene piegata dallo spostamento d’aria, è uguale, il risultato non cambia. Lui strappa e strazia, co la dorcezza propria sazia, e cor soriso te rovina.
Perché ste du vittorie co Fiorentina e Empoli, sostanzialmente, il problema, de fondo, a monte proprio, alla base de tutto, è che c’avemo paura che portano mpo zella, o quantomeno l’atmosfera sbagliata. Co tutti che dicono “Partenza a razzo”, “Roma cinica come la Juve, mica come la Roma” e noi che dimo “Ammerda ce sarai cinico come la Juve” e lui che te dice “Ao era ncomplimento pe non dì che a Empoli hai mpo sculato” e allora tu dici “Ah ok però famo cinica e basta ndevi esagerà”. Se al tutto c’aggiungi che nel gironedelamorte il Cska te viene prospettato come la squadra B dela nazionale cantanti e figurate se non ce vinci, ecco tutta sta serie de fattori ar tifoso romanista je pongono er problema logistico de dove riporre il famoso spillo.
Tu ce provi pure a datte na carmata, ma la combo tra quela tovaja piena de stelle sgrullata e centrocampo e il DECEMPIOOONS covato pe tre anni eruttato dall’Olimpico rendono vani tutti gli sforzi e te gettano in quadro clinico disastroso. Quelli che c’hanno solo pressione alta, febbre, secchezza dele fauci e dispnea so quelli sani, pe tutti l’altri ormai se prepara la Tribuna Paradiso dalla quale ci seguono i tifosi che ci hanno salutato anzitempo.
E mentre stai lì che armeggi co flebo e stetoscopio, quasi manco te naccorgi, stamo già a vince. Er Tendina, che per l’occasione indossa la tenda da Champions solo apparentemente identica a quella da campionato, vede uno che core negli spazi, lanciato verso la porta a mille all’ora, in attesa del passaggio filtrante e pensa “Uh anvedi, hanno messo no specchio sotto ala Nord, bella st’idea de fa lo ssadio novo cominciando dali specchi. Eppure non me ricordavo così basso, manco così bianco a dilla tutta”. Manvece non è lui, è l’altro, è Iturbe detto Er Garra da chi, dando pe scontate le qualità tecniche der più costoso acquisto dela Roma dai tempi de Batistuta, decide de concentrasse soprattutto sur fatto che a sto pischello ben pagato e da rodare je roda costantemente er culo.
Gervé non è sicuro de quello che sta a succede, ma nel dubbio passa la palla a quella versione tozza e muscolosa de se stesso, scopre il piacere inedito de non esse quello che core ma quello che fa core. Iturbe sturba urbi er orbi, core, punta e sbraga.
Tre anni e sei minuti. Punto e capo.
Er Garra, st’omino tutto nervi e senza collo ar punto che viene er dubbio che jabbiano avvitato a capoccetta tra le spalle, se batte er petto senza peraltro spettinasse, se butta in scivolata sur prato olimpico ma su na buca sencaja e de muso se sfragna mentre noi esurtamo come se fossimo già volati a nove punti, “eh, mo la Juve vedemo che fa cor Mila”, pe poi ricordasse che no, questa è nantra contesa, non è quella solita strana nostrana, tocca dasse un contegno, che l’Europa ce guarda da sempre, pure perché pe metà l’amo creata noi epeche e epeche fa, na certa deferenza ce vole.
Brava Europa, brava, comincia a guardacce e a riportà rispetto intanto, che noi mo semo americani, na certa strizza fossimo in te ce l’avremmo a priori, poi vedi tu se ignorà le basi dela geopolitica o no.
E però, manco er tempo de rimettese a sede, che er flipper de sti du scattosi zigzacosi, supportati da coscienziosi intellettuali de fascia e centrocampo de varia etnia, capigliatura e religione, porta a na tarantella de dribbling interracial che solo na giocata da regazzino po risorve.
Er tiro de punta, arte nota agli scarsi, ai talentuosi e agli istintivi (caratteristiche incredibilmente presenti tutte insieme nel dna gervinhico ar punto da fanne er giocatore più creativamente imprevedibile der globo terracqueogassoso), s’impossessa dell’anarchico neurone der Tendina e implacabile s’abbatte sur cuoio.
Duazzero pe noi, in Cempions, e ancora non so chiare le formazioni.
Ah! Europa me senti? Eh? Eeeeh? Pronto Bruxelles me passi Strasburgo? Ah nce state mo eh? Paura? Ndo cazzo stai Europa? Eh? Ah, ce sta a segnà, l'Europa.
Succede che il compagno Toro, che amo deciso che è compagno semplicemente pe il fatto de esse conterraneo del compagno più famoso del continente, decide che L'Altra Europa, con Torosidis deve comunque avé una chance, e lascia na palla che apre la prateria. Ce vorrebbe per l’appunto la caratteristica casa ma invece ce sta solo narmadio brasiliano che non basta.
Se invola Musa, ce fa strigne Musa, sta attùppertù Musa, ma non è ispirato Musa.
Non sa, Musa, che a Roma quando te muovi ce stanno du problemi: il traffico e le buche. A lui j’ha detto bene col primo, ma non è stato attento alle seconde, ha pensato d’annà a sbatte contro un muro isterico fatto de guanti e de Sanctis, e inciampando s’è incajato.
“Po esse che stasera ce dice culo” è la disamina tecnico-tattica che mette d’accordo i più fini analisti. L’intuizione riceve sostegno dalla realtà pochi minuti dopo.
“Viene solo pe i Mondiali, gioca un anno e poi ce molla”
“Se, magari, questo lo trovamo mbriaco a ottobre”
Poi.
“Vabbè un anno se l’è fatto ma mo dopo i Mondiali questo manco torna”
Poi.
“Ambè too dico dopo che l’hanno cacciato dala Nazionale perché ha infilato un daino morto ner cuscino de David Luiz che scureggiava ancora pe i facioli che javeva messo nelo yogurt che aveva fatto scadé apposta pe fa vomità banane a Dani Arves che ancora ringrazia er Deus dele sarvate pe aveje ceduto er posto er dì dell’1-7, vabbè insomma, dopo sta serie de fattacci brutti de maiconiana fattura, questo soo semo giocato proprio”
Mo, com’è come non è, sarà che comunque tra quattro anni ce stanno altri mondiali e magari se vole fa pure quelli, sarà che er daino era vivo, sarà che no scherzo a David Luiz co quella testa te viene de fajelo pure se non sei Columbro, sarà pure che su Maicon se dicono nsacco de stronzate, mettila come te pare, ma questo sta avvelenato. E pare che sto stratagemma de non allenasse pe gnente pe gnente fino ala prima gara ufficiale utile, cominci a esse un rimedio all’indolenza consigliato dai mejo strateghi der carcio moderno cui noi diciamo no.
Motivato da qualcosa che solo lui sa, er Colosso stantuffa arando russi ad ogni piedone sospinto, e quando ancerto punto se ritrova solo nela steppa dela difesa altrui, defilato dala posizione da ndo ariva de solito lui, fa quella cosa che fa lui che metà delle volte ce fa sbroccà comunque meno de quanno la faceva Cafu. Ce tira.
“Ah Maicon mavaf..FFANESULTANZA COME SE DEVE!” se trasforma in corsa er grido der tifoso grazie alla performance de Akinfeev intitolata “Goicoechea n°2”. Ma nulla è casuale: se tratta de un raro caso de autoprepotenza indotta. Dicesi in psicologia autoprepotenza indotta quell’atto de apparente autolesionismo atto ad evitare l’effettiva prepotenza che Maicon te infliggerà se non te scansi. Sto terzino po esse fero e po esse pium...no, n’è vero, sto terzino po esse solo fero, ner bene e ner male, e Akinfeev se ne accorge appena in tempo e decide de buttassela dentro pe evità il secondo letale tentativo su ribattuta. Er fatto è che co Maicon, in sostanza, checché ne pensino pei ritiri brasiliani, non se scherza. E’ fatto così. Treazzero ai russi, e er gas nele case de periferia comincia a scarseggià.
Iniziamo a crede che se potrebbe strappà un punticino. Poco dopo però iniziamo a pensà che tuttosommato c’ha detto culo che ce so capitati loro e no l’Empoli ner gironedelamorte. Perché o stasera semo forti forti noi o madre Russia c’ha mandato la versione der discount meglio conosciuta come Cska Moscia. Sciorti come neve ar sole de un paese altrui dar loro, i difensori se ritrovano ancora in balia del nostro frontman. Ma dietro ogni grande frontman c’è un grande Cervelloman. Dietro Er Tendina che va, che core e scatta come solo i cuccioli sanno fare, dietro quela spietatezza che non conosce cattiveria ma solo voglia de fa quello che più te piace, c’è un Uomo che ancora non ha sudato: Ercapitano.
De lui pare che stasera non ce sia bisogno. Stamo già treazzero e lui, incredibile ma vero dato er parziale, non ha ancora dato lustro ala serata. Ma lui, pure se non vole, pure se trotta svojato dala pochezza artrui, pure se se li ricordava più forti i Cempions dei tempi sua, decide che è bene che Europa guardi e se ricordi sempre ndo stanno le radici dela civirtà quando c’è na palla da cullà. Ercapitano riceve dala difesa e spalle ar monnonfame inzagaja la cometa ner prato stellato, gesto de ribellione curturale e artistica atta a incrinare e crepare ogni totalitarismo, ogni nazionalismo, ogni putinismo, ogni granellismo de sabbia osasse frapporsi ar passaggio der soriso d’avorio più veloce e splendente che c’è.
E quello core e corendo se fa forte e fortemente guarda Sturmentruppen Florenzi che implora palla in mezzo all’area e pensa no, questo è volenteroso ma milite, qui ce vole estro, fantasia, egoismo a fin di bene e di bello, sto gò lo faccio io.
A tanto ariva la sicumera dell’omo che contro i luoghi comuni se magnò la quarsiasi e magnandosela cominciò a segnà a rotta de collo. Dribbling, controdribbling, testa arta, Tendina aperta sur secondo palo, gò.
Quattrazzero pe noi, a casa sua Putin prende er telecomando e gira sulla nota fiction Место под солнцем.
L’intervallo lo passamo a cercà de capì se stamattina se semo alzati o se frampò suona la sveglia e mancano 14 ore ala partita. Se ricomincia e i dieci minuti successivi li passamo a cercà de capì se Florenzi ha segnato o sta a fa lo sciolto. Secondo il Capitano non l’ha toccata, lui dice de sì
“Oh, Gesù, Gesù... E questo che cos'è? Ma che cazzo è questo? Che cos'è questo, Sordato Florenzi?”
“Un gol di testa Signore!”
“Un gol di testa? Tuo?”
“Signorsì Signore!”
“A me sembra che tu non l’hai manco sfiorata sta palla, me pare che stai a dì una cazzata bella e buona, e dimmi Sordato Florenzi, ti è permesso dire cazzate?”
“Signor no signore!”
“E perché?”
“Perché sono giovane e esuberante e già così coro troppo e me confondo e ogni tanto me perdo e non so ndo me trovo signore!”
“E allora perché te vuoi prende sto gol che non è tuo?”
“Perché...perché ho fame di gol signore!”
“Perché tu avevi fame, Sordato Florenzi! ... Il sordato Florenzi ha disonorato se stesso e ha disonorato la sua squadra. Io ho cercato di aiutarlo, ma ho fallito. Io ho fallito perché voi non avete aiutato me, nessuno di voi ha dato al Sordato Florenzi le dovute giuste motivazioni. Quindi, da adesso in poi, quando Florenzi dirà na cazzata io non punirò più il suddetto: io punirò tutti quanti voi! E quindi ho idea, signorine, che voi siate in debito con me di un autogol de testa. Su, avanti, coraggio, faccia sotto! Vai a esultà! Loro pagano il gol e tu esulti. Pronti, VIA!”.
Nonostante l’inflessibilità der Sergentecapitano l’aria è de festa, ettecredo, è cinquazzero.
Ora più che mai, è er momento der Congelatore de partite: Seydou Keita, uno che niente pare che fa ma dappertutto sta, gira per il campo co la calma zen de uno che a tempo perso è Capitano der Mali che non vien per nuocere ma pe fa pesà sull’artrui spensieratezza tutta la pesantezza de un carisma esagerato utile a fa invecchià de soggezione pure uno come Guardiola. Keita sarà sempre così. Era così nela culla, era così a vent’anni, è così mo, sarà così tra cent’anni. Guardalo com’era, guardalo com’è, pare l’arbitro. Se il mondo casca lui non se scansa, lo stoppa morbido de collo e lo rimette ar posto suo.
Come se il Congelatore da solo non rappresentasse un continente intero, imbocca pure Yanga, pe gli amici Mbiwa, pe i majettari Mapou, raro esempio de africano roscio, e più o meno contemporaneamente imbocca la polizia nei distinti ospiti, inevitabile o quasi conclusione de na storia che dura da qualche ora, co passaggi ormai abituali da na parte e dall'altra, e co un dubbio tra noi che de lavoro non famo l'ordine e quindi sicuramente è un dubbio scemo, che però nse ne va: possibile che a sti ospiti non c'è modo de portalli dritti al settore ospiti e riportalli all'aeroporto ospiti senza falli girà intorno allo stadio, dove uno che non è ospitale se trova sempre? E possibile che chi non è ospitale riesca sempre a trovà er modo de dimostrallo? E davero a noi de provà a esse civili e ospitali non ce ne potrà mai più fregà de meno nei secoli dei secoli amen?
A noi che invece nse dica che non semo gente a modo, de fa tornà sti ragazzi a casa senza un souvenir, na cosetta, mpenziero pe mamma, ce se strigne proprio er core, e quindi un golletto je lo famo fa. De Sanctis la prende bene, sacrifica solo tre agnellini e due cuccioli de foca in segno de contenuto disappunto, e comincia una cazziata che parte dall’attaccanti, passa dai centrocampisti arriva ai difensori, ricomincia dala panchina, se estende agli steward e finisce co na bella lavata de capo pe Angelomangianteabbordocampo.
Giusto il tempo de creà un Turone russo co un gol bono che l’arbitro decide de non daje perché mo vabbè che vabbè però daje, famo i seri, e la partita è finita. Amo cominciato e finito il primo micropezzetto de na cosa che, se lo dimo dar dì der sorteggiodelamorte, durerà sei partite, figurate se passamo, però già che so solo sei, che fai non la vinci una?
Perché chi ben comincia, a Roma, mediamente, deve fa finta de non avé fatto niente, ricordandose sempre però de avello fatto, ma dimenticando nel momento in cui je viene ricordato troppo, e ricordandoselo subito nel momento in cui ipso stesso pare che se lo sta a dimenticà. E’ mpo complicato, ma se volevamo le cose facili ben cominciavamo a Madrid. Però a Madrid quando je capita de esse così contenti dopo na partita de girone cor Cska Mosca? Il che è gioia e dannazione sempiterna nostra, però ecco, stasera, tuttosommato è gioia.
Iulius ha scritto:
Ok tutte belle cose, ma "Difendere la propria città" da cosa?
Non è una guerra, ma una partita di calcio in teoria.
ma che poi no... se facciamo una critica analitica:
fumogeni -> VIETATI Portano DANNO ALLA SOCIETA
coreografie -> BELLE
passione -> la abbiamo TUTTI allo stadio ... anzi io penso di essere piu tifoso di uno girato di spalle che la partita manco la guarda
gente che spende i soldi per la propria squadra -> Se famo i conti ne spendo piu IO (poi se lo facciamo al netto delle multe lasciamo perde)
amare i propri colori -> Li amiamo TUTTI (anzi i tifosi "normali" li amano di piu)
difendere la propria città -> (lasciamo perde questo è folklore)
cantare 90 minuti -> si fa anche non essendo ULTRAS
fare sacrifici -> li facciamo tutti... anzi di piu... visto che una TEVERE costa 5 volte una SUD (per assurdo l'ULTRAS è quello che spende meno ERGO fa meno sacrifici)
sventolare finchè non ti bruciano le braccia -> al netto di non rompere il cazzo a quelli dietro che magari vogliono vedere ... direi di si...
insomma una serie di luoghi comuni di cui si farebbe volentieri a meno....
io vorrei sfidare gli ULTRAS.... facendo ... facciamo che per 1 ANNO promettete che non vi fare vedere allo stadio... (liberando i posti in sud che potrebbero andare a persone normali)... se le cose vanno MALE (ci si annoia, era meglio prima, ecc ecc) ritornano e fanno come je pare per sempre... se invece vanno MEGLIO(piu gente allo stadio, piu sicurezza, ecc ecc) NON SE FANNO PIU VEDE... non accetterebbero MAI perché partono perdenti
"When the snows fall and the white wind blow. The lone wolf dies, but the pack survives"
"Lo stadio è un volano, un moltiplicatore." (Luke Skywalker)
In Ramon We Trust
Iulius ha scritto:Ma io sui fumogeni e le torce anche se sono vietate sono d'accordo con Zara.
Fanno colore e non fanno del male a nessuno, sono belle a vedersi.
I bomboni invece francamente proprio non li capisco a cosa servono. Quelle botte tremende sono così inutili ... e pericolose tra l'altro ...
su questo c'è anche da valutare l'effetto distanza. all'Olimpico se lanci qualcosa, soprattutto dalla curva, va a finire sulla pista d'atletica, in uno stadio per il calcio va dritto in campo.
And then my heart with pleasure fills,
And dances with the daffodils.
Zarathustra ha scritto:fumogeni, coreografie, passione, gente che spende i soldi per la propria squadra seguendola ovunque, nel bene e nel male, amare i propri colori, difendere la propria città, cantare 90 minuti, fare sacrifici, sventolare finchè non ti bruciano le braccia ecc. ecc.
si, grazie a d*o, tutto questo sopravvive ancora in tutta europa e quasi in tutto il mondo.
A parte il passaggio sulla difesa della città, che trovo ridondante, è bello e mi piacerebbe vedere tutto questo sopravvivere, ma non a danno della sicurezza. Tra la rinuncia alla violenza o al romanticismo nel calcio non c'è, è proprio il caso di dirlo, partita. Quindi spetta a "voi" trovare un equilibrio accettabile, denunciare gli abusi polizieschi (che in uno Stato di diritto e in democrazia sono sempre un fatto grave) ma fare anche autocritica, contenere gli eccessi, rivedere o anche stravolgere qualche principio della propria essenza di tifoso. Se non lo farete la repressione sarà inevitabile - non è una minaccia, ma quello che penso accadrà nei prossimi anni - perché con l'omicidio di Esposito (quali che siano le dinamiche) è stato superato il limite.
Ich begriff, daß Menschen zwar zueinander sprechen, aber sich nicht verstehen; daß ihre Worte Stöße sind, die an den Worten der anderen abprallen; daß es keine größere Illusion gibt als die Meinung, Sprache sei ein Mittel der Kommunikation zwischen Menschen.
teacher ha scritto:
basterebbe essere persone civili...
ma io non vedo l'ora... con lo stadio nuovo e le telecamere... il primo che lancia qualcosa in campo... va fuori e non torna piu... tempo 3-4 mesi il problema è risolto... O rispetti la legge e il saper vivere civile O te ne stai a casa.... e il motivo principale per cui conto i giorni al nuovo stadio
"When the snows fall and the white wind blow. The lone wolf dies, but the pack survives"
"Lo stadio è un volano, un moltiplicatore." (Luke Skywalker)
In Ramon We Trust
Elisa ha scritto:Non credo ce l'avesse con Zara veramente.
infatti ce l'aveva con me... ma io in questo discorso non sono sereno... lo ammetto... ne ho viste troppe in 12 anni e fischia di stadio... non ne posso più di omaccioni con cervelli da bambino di 10 anni che giocano alla guerra
"When the snows fall and the white wind blow. The lone wolf dies, but the pack survives"
"Lo stadio è un volano, un moltiplicatore." (Luke Skywalker)
In Ramon We Trust
Elisa ha scritto:Non credo ce l'avesse con Zara veramente.
spero e credo fosse rivolto a tutti, compreso zara, perchè le provocazioni non stanno da una parte soltanto e cioè chi cerca di rimarcare l'importanza del tifo allo stadio fatto di colori e cori e disprezzando tutto il resto (corporativismo, protagonismo, squadrismo, ecc.)