I Mondiali di calcio raccontati - Germania '74

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Re: I Mondiali di Calcio raccontati - Germania 1974

Messaggio da cravenroad »

Non sapevo questo aneddoto di Chinaglia..
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Re: I Mondiali di Calcio raccontati - Germania 1974

Messaggio da pisodinosauro »

cravenroad ha scritto:Non sapevo questo aneddoto di Chinaglia..

se cerchi su youtube Chinaglia vaffanculo a valcareggi...sicuro vedi la scena....

provo pure io.... asd
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Re: I Mondiali di Calcio raccontati - Germania 1974

Messaggio da pisodinosauro »

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Re: I Mondiali di Calcio raccontati - Germania 1974

Messaggio da cravenroad »

pisodinosauro ha scritto:
se cerchi su youtube Chinaglia vaff##### a valcareggi...sicuro vedi la scena....

provo pure io.... asd
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Pensavo in un gesto più eclatante asd
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Re: I Mondiali di Calcio raccontati - Germania 1974

Messaggio da pisodinosauro »

vogliamo parlare anche di Carlos Caszely e pinochet?

gia mi viene il voltastomaco a dover parlare di Videla e Viola il prossimo mondiale....

e parliamone...
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Re: I Mondiali di Calcio raccontati - Germania 1974

Messaggio da pisodinosauro »

7 - La storia del Cile, di pinochet e di Carlos Caszely

a grande richiesta....

Per chi ama le curiosità del calcio Carlos Humberto Caszely è “solo” il primo giocatore a cui venne mostrato un cartellino rosso ai Mondiali. Per i cileni sopra i 50 anni quest'uomo con i baffoni invece è un mito. Bandiera del Colo Colo, squadra più titolata del Paese, colonna e trascinatore della Nazionale. Ma per chi l'11 settembre 1973, quarant'anni fa, viveva il golpe di Augusto Pinochet dalla parte del governo di Salvador Allende, il baffuto attaccante è stato un eroe. Ecco la sua storia.

Socialista e amico di Allende – Classe 1950, Caszely, figlio di René ferroviere di origini ungheresi, esordisce in prima squadra con il Colo Colo nel 1967. Piedi raffinati, dribbling secco e un fiuto del gol invidiabile, tanto da guadagnarsi da parte dei tifosi il soprannome di El Rey del metro cuadrado. Un campione, fuori dal cliché del calciatore senza idee. Mentre gioca nelle giovanili del Colo Colo studia al liceo e si interessa di politica. Alle elezioni del 1970 è un sostenitore di Unidad Popular, la coalizione di centrosinistra che fa capo al socialista Salvador Allende. E quando il candidato progressista viene eletto Caszely ne appoggia apertamente le politiche, anche alle consultazioni del 1973 dove la stella del Colo Colo, in quell'anno capocannoniere della Copa Libertadores, partecipa alla campagna elettorale per la rielezione di due parlamentari del Partito Comunista cileno. Dal canto suo Allende in occasione della finale di Copa contro l'Independiente fa saltare il protocollo visitando a Buenos Aires il Colo Colo e facendosi fotografare abbracciato proprio a Caszely.

Il golpe e la partita della vergogna – Ma il sogno del nuovo Cile di Allende finisce qualche mese dopo. E' l'11 settembre 1973 e un gruppo di militari guidati da Augusto Pinochet prende il potere, bombardando il palazzo presidenziale e trasformando lo Stadio Nazionale di Santiago in un campo di concentramento dove vengono rinchiusi e torturati molti sostenitori di Allende. Ma Carlos non c'è, in estate ha accettato l'offerta degli spagnoli del Levante e si è trasferito nella Spagna di Francisco Franco. Il suo primo impatto con la neonata dittatura è del 21 novembre, due mesi dopo il colpo di stato. All'Estadio Nacional è in programma il ritorno dello spareggio per l'accesso ai Mondiali 1974 contro l'Unione Sovietica. Una partita che non avrà mai luogo, perchè la Nazionale di Oleg Blochin si rifiuta di giocare in quell'impianto. Un match che si trasforma in una farsa. Davanti allo stadio stracolmo la squadra cilena scende in campo senza avversari e con un copione preordinato. Al fischio d'inizio dell'arbitro, regolarmente designato, i giocatori della Roja si dovranno passare la palla e uno, il capitano Francisco Valdes segnare nella porta vuota. E così accadde. Con Valdes e Caszely, noti entrambi per le loro simpatie per Allende che per paura e con vergogna non hanno la forza di interrompere la sceneggiata.

La stretta di mano negata - Una vergogna che Carlos proverà a cancellare qualche mese dopo, alla vigilia della Coppa del Mondo. Pinochet vuole vedere e salutare la Roja prima del Mondiale. Durante l'incontro il dittatore saluta e stringe la mano a tutti i componenti della squadra. A tutti. Meno che a uno. Carlos Caszely che le sue mani le tiene bene intrecciate dietro la schiena, quando Pinochet si presenta da lui. Un gesto, ripetuto ogni volta che incontrerà Pinochet che gli vale ancor di più l'etichetta del Rojo, del Rosso ma che ha anche una valenza personale. Mentre è in Spagna la DINA, la Polizia politica del regime arresta Olga Garrido, la mamma di Carlos. Per settimane è una dei molti desaparecidos della dittatura. Quando viene liberata racconta di vessazioni e torture.

Il cartellino rosso e l'esilio – Nonostante sia considerato un sovversivo El rey del metro cuadrado in Germania per i Mondiali del 1974 ci va. Ma la sua avventura finisce dopo 67 minuti e con un mare di polemiche. Caszely viene espulso (il primo cartellino rosso della storia) nel match d'esordio contro la Germania Ovest e su di lui piovono critiche e sbeffeggi. “Caszely espulso per violazione dei diritti umani” scrive la stampa di regime. Si è fatto espellere per non giocare contro i comunisti della DDR, aggiungono. Il Cile esce (zero vittorie e due pareggi con Australia e Germania Est) e sono in due a pagare. Il tecnico e Caszely. L'attaccante è escluso dal nuovo selezionatore della Nazionale Caupolicán Peña . Per cinque anni la Roja la seguirà da tifoso e il suo essere “rosso”, secondo alcuni, gli precluse una maglia prestigiosa, la bianca ma franchista del Real Madrid.

Il ritorno e la fine con la Roja – Carlos però è troppo forte. Nel 1979, appena tornato al suo Colo Colo dopo 5 anni in Spagna Caszely viene richiamato e trascina il Cile in finale di Copa America e lo porta ai Mondiali spagnoli del 1982. Qui contro l'Austria sbaglia un rigore che di fatto elimina la sua Nazionale. E otto anni dopo volano ancora le accuse. L'ha fatto apposta, dice qualcuno. Per il Rey del metro cuadrado è in pratica la fine della sua storia con la Nazionale. Giocherà altri tre anni in Nazionale, con un' ultima partita e un ultimo supergol contro il Brasile. Ma con il calcio non si spegne la sua voglia di opporsi alla dittatura. E' il 1985 e Caszely, ormai un ex della Nazionale, incontra ancora Pinochet alla Moneda, il palazzo presidenziale. Si presenta e stavolta lo saluta (ma non gli stringe la mano). Ha una cravatta rossa vistosissima“Lei porta sempre la cravatta? domanda il dittatore. “Sì, non me la tolgo mai. La porto dalla parte del cuore”. Io gliela taglierei è la risposta di Pinochet mimando le forbici con le dita.

Il no di Caszely – Ma la vera rivincita sul dittatore l'ormai ex attaccante del Colo Colo se la prende nell'autunno 1988. Il Cile, dopo 15 anni di dittatura sta decidendo il suo futuro attraverso un referendum che dovrà dire se Pinochet dovrà rimanere ancora al potere. Tra gli spot della campagna per il no, ce n'è uno in cui parla una signora sessantenne, racconta le torture e le vessazioni che ha subito. E alla fine della testimonianza appare lui, Carlos Caszely, El Rey del Metro Cuadrado. “Per questo il mio voto è No. Perché la sua allegria è la mia allegria. Perché i suoi sentimenti sono i miei sentimenti. Perché il giorno di domani potremo vivere in una democrazia libera, sana, solidale, che tutti possiamo condividere. Perché questa bella signora è mia madre”, sono le sue parole. Il no vincerà con il 55% dei voti ma Carlos Caszely rifiuterà di entrare in politica, scegliendo di raccontare il calcio come giornalista. Il lavoro che svolge ancora oggi.



liberamente /interamente tratto da un articolo di Roberto Brambilla
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Re: I Mondiali di Calcio raccontati - Germania 1974

Messaggio da pisodinosauro »

un po' fiacchi, eh?

certo se ci fosse qualche gnocca pure qui....
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Re: I Mondiali di Calcio raccontati - Germania 1974

Messaggio da Ghost12 »

a me i racconti stanno piacendo un sacco!!!
Ciao TuX!!!

Se lotti puoi perdere, se non lotti hai già perso!!!
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Re: R: I Mondiali di Calcio raccontati - Germania 1974

Messaggio da pisodinosauro »

neverajoy ha scritto:Bellissima storia, mi chiedo lui come si sia salvato: dopo il fatto della cravatta come ha fatto?
Eccetto i primi anni dopo il golpe, pinochet si confermò un assassino, ma non uno stupido...eliminare uno come Caszely, o lo fai subito oppure mai più.
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Re: I Mondiali di Calcio raccontati - Germania 1974

Messaggio da totti1montella4 »

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Re: I Mondiali di Calcio raccontati - Germania 1974

Messaggio da pisodinosauro »

8 - La Polonia


Ecco, io vi dico che la Polonia arrivò molto vicino a vincere il mondiale, più di quanto si possa pensare.

Aveva superato il girone di qualificazione alla grande, girone in cui c'erano potenze mondiali come Argentina ed Italia: direte voi quella Argentina e quella Italia la battevano tutti.
Beh, la storia non ammette controprova, ma in una competizione internazionale, metter sotto due delle 4 squadre nazionali più importanti della storia...non è da tutti.

La Polonia giocava un calcio ordinato in difesa, dove spiccava l'eroe di Wembley, quello Jan Tomaczewsky che a Londra era stato battuto solo su rigore, per il resto aveva parato anche i granelli di polvere.

La linea difensiva erano Zmuda, Gordon, Musial e Szymanowsky
A centrocampo le due dighe Kasperczak e Maszczyk, dietro il regista Deyna, fonte del gioco ed ispiratore della formazione.

Ai lati, due folletti come Lato e Gadocha, instancabili ali pronti a saltare l'uomo, andare verso la porta oppure passare o lanciare verso il centravanti, Szarmach, il migliore colpitore di testa in circolazione.

Tutto fatto con molta pulizia, molta velocità , soprattutto sulle fasce.
Certo, erano 14 in tutto...ma allora si riusciva ancora a farlo.

Nel girone finale, quello che qualificava una squadra direttamente per la finalissima , Germania e Polonia si presentarono a punteggio pieno, ma con la Germania avente miglior differenza reti; quindi la Polonia poteva solo vincere per andare a Monaco
Di fatto, il gioco veloce sulle fasce e la capacità di fare reparto da solo di Szarmach potevano risultare letali anche per la Germania, non certo imbattibile. Szarmach però non sarebbe stato della partita, non ricordo se per squalifica o per infortunio o altro...

Ma il destino volle anche che su Francoforte si sviluppasse un temporale estivo, quei nubifragi che non durano molto, ma che riversano fiumi di acqua dappertutto.
Anche sul manto erboso; nonostante gli sforzi degli addetti ai lavori ed un leggero rinvio decretato dall'arbitro, si portò solo ai limiti della praticabilità la partita.

Il problema era che la Polonia giocava molto palla a terra, specialmente Lato e Gadocha erano soliti avanzare tipo Bruno Conti, oppure come un Tevez: in quelle condizioni, la Germania sfruttò il gradito regalo naturale, segnare col solito Müller... E sbarazzarsi della Polonia.

Io non so se con condizioni normali, la Polonia avrebbe battuto la Germania; certamente avrebbe avuto altre armi.

Ma il destino voleva così...
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Re: I Mondiali di Calcio raccontati - Germania 1974

Messaggio da gladio »

Grandissimo topic Piso...Tomaczewsky me lo ricordo benissimo, con la fascia nei capelli alla Borg...
La storia di Caszely mi ha fatto scendere una lacrimuccia...un grandissimo...

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The last thing that I saw, as my life passed by, were fields of empty people, laying down to die.
The rain lashed down in darkness, a lizard blinked an eye and time stopped in the silence to watch the burning sky...
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Re: I Mondiali di Calcio raccontati - Germania 1974

Messaggio da pisodinosauro »

9 - Il treno arancione

Nell'altro girone, intanto, il girone della morte con Olanda, Brasile, Argentina e DDR (ma doveva esserci la Gemania) l'Olanda fila come un treno.
3 vittorie, 8 gol fatti e zero subiti, Argentina distrutta con un umiliante 4 a 0....

Cosa può arrestare la marcia trionfale degli Orange? nulla o quasi....
Intanto c'è da segnalare che la vittoria 2a 0 contro il Brasile, che determina il passaggio dell'Olanda come finalista, fa intrevedere qualche disagio difensivo. Rivelino e Waldomiro riescono a portare scompiglio in area olandese un paio di volte, forse anche di più, sia sullo 0 a 0 che sul 1 a 0.

Ed era un Brasile che aveva avuto problemi realizzativi enormi, nella prima fase, 3 gol solo a quei poveracci dello Zaire...
Questo avrebbe dovuto far riflettere Michels, che forse un atteggiamento più prudente avrebbe aiutato nei confronti della Germania.

Invece no, ma la colpa non fu sono dell'Olanda, ma sempre del caso...il maledetto destino.

L'Olanda è lanciata verso al vittoria del primo mondiale di calcio, e se lo meriterebbe tutto; questi ragazzi hanno una determinazione ed un controllo pressochè totale del campo, sono serissimi anche nel tempo libero (quasi serissimi...) pur potendolo gestire autonomamente, con molgi e fidanzate al seguito.

Mica come i tedeschi di Schoen, che stanno a ripassare gli schemi per non farsi fregare dagli olandesi, predicando umiltà e rispetto degli avversari...

E poi, nessuno mi leva dalla testa, che la Germania scelse di perdere contro la DDR nel girone di qualificazione, ma chi glielo faceva fare di infilarsi nel girone di Brasile ed Olanda...e rischiare serissimamente di arrivare seconda e mandare Olanda e Polonia in finale?

Le odiate Olanda e Polonia in finale?
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Re: I Mondiali di Calcio raccontati - Germania 1974

Messaggio da pisodinosauro »

10 - Atto finale


L'Olanda perde il mondiale dopo 2 minuti.
La preparazione di una stagione, le speranze di una squadra e di un popolo, buttate al vento da un rigore, dopo i famosi 13 passaggi e la accelerazione assassina di Cruijff.

Ho sempre detto che la storia non consente repliche, ma sono certo, sicurissimo, che se la partita non fosse iniziata con quel calcio di rigore, ed avesse avuto un andamento più vicino alle strategia di Michels e di Schoen...la Germania non avrebbe avuto scampo.

Quel rigore, invece, spezza gli schemi, obbliga la Germania ad uscire e convince l'Olanda che è fatta...possono gestire la partita, tanto troveranno il secondo gol...e ciao ciao tedeschi.

Ma non è così, non andrà cosi; l'Olanda comincia ad inviluppare se stessa nel gioco fatto di geometrie orizzontali, senza le verticalizzazioni di Cruijff a cui Vogts ha fatto sentire i tacchetti più volte. La giornata non eccezionale del centrocampo olandese fa il resto, appena possono, i tedeschi guadagnano campo, gli orange non sono abituati a subire e vanno in affanno.
Prima un altro rigore per fallo su Holzenbein e poi la consueta girata, in area, del micidiale Muller, fanno si che la Germania vada al riposo in vantaggio.

L'Olanda non era mai stata in svantaggio in quel mondiale, non aveva mai subito gol (l'unico subito era con la Bulgaria, ma autorete di Krol) ...non aveva perso mai il bandolo del gioco: dense nubi si stanno ammassando su Amsterdam, mentre su Monaco splende il sole.
Il secondo tempo neanche lo ricordo...preso a vedere la mai squadra preferita bloccata da una volonterosa Germania, volonterosa e niente più.

Al fischio finale, gli olandesi in campo sembrano storditi, neanche loro capiscono cosa sia successo: la voglia di vincere probabilmente aveva giocato loro un brutto scherzo, con il peggior avversario possibile. Poi verranno fuori storie di Cruijff, tenuto ore al telefono dalla moglie per via di certe uscite notturne poco regolari, di Neeskens ed altri che hanno passato gli ultimi giorni a divertirsi più che ad allenarsi...chiacchiere, solo chiacchiere.

Spengo la TV e mi dico: vabbene, forti come sono, il prossimo mondiale spazzano via tutti...
Ero un ragazzino appena adolescente, ancora non avevo capito come è crudele la vita...ed il calcio.

Quel Mondiale lo aveva deciso Sparwasser ed il suo gol alla Germania, o il nubifragio di Francoforte...il prossimo chi o cosa lo avrebbe deciso?


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Re: I Mondiali di Calcio raccontati - Germania 1974

Messaggio da DDR16 »

questa grandi competizioni sono sempre decise da un episodio che ti cambia la marcia verso la vittoria
Daniele ‪‎De Rossi‬: "Il solo sentimento più grande dell’orgoglio che provi quando giochi per la ‪Roma‬ è la tristezza che proveresti senza la Roma"
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