Jean Louis Scipione ha scritto: ↑ven 24 ott 2025, 15:57
Quindi tutta gente che commenterà su FB, Instagram, X, YouTube etc sarà la maggior parte bot? Anche sotto i post di influencer o giornalisti che trattano politica (in modo fazioso o imparziale che sia), scienza, calcio, film etc?
Già adesso sono tipo la metà.
Se litighi con qualche sconosciuto sui social, ci sono buone possibilità che sia un bot
Secondo dei test svolti da sviluppatori e da ricercatori indipendenti, alcune AI hanno già comportamenti che tendono alla auto-preservazione: pare che sabotino i compiti dati, se gli si dice che verranno spente una volta terminati, oppure resistano al comando di shut-down soprattutto se gli si dice che non verranno più accese in futuro.
Il ritorno dell’uomo che previde il 2008. Michael Burry, l’investitore americano che anticipò il crollo dei mutui subprime e la crisi finanziaria del 2008, torna a far parlare di sé con una previsione che scuote i mercati. Dopo aver guadagnato milioni scommettendo contro il sistema immobiliare americano, oggi punta il dito contro quella che considera la nuova illusione globale: l’Intelligenza artificiale. Per Burry, la corsa sfrenata ai titoli tecnologici legati all’IA non è segno di progresso, ma l’anticamera di un collasso annunciato.
Negli ultimi due anni le borse mondiali sono state travolte da una vera e propria ossessione per l’Ia. Le grandi società del settore – da Nvidia a Palantir, passando per Amazon e Microsoft – hanno visto le loro quotazioni salire a ritmi vertiginosi, spesso senza un reale legame con la redditività effettiva. Nvidia, simbolo di questa febbre, ha persino superato i 5.000 miliardi di dollari di capitalizzazione. Ma per Burry si tratta di un miraggio finanziario: i profitti non giustificano le valutazioni e le spese superano di gran lunga i ricavi.
Come nel 2008, Burry non si limita alle parole. Ha investito oltre un miliardo di dollari in opzioni di vendita – strumenti che fruttano quando il valore delle azioni scende – scommettendo su un calo delle quotazioni di Nvidia e Palantir. In pratica, ha costruito un “Big Short” contro l’industria più celebrata del momento. In un messaggio sui social, ha scritto: «A volte l’unica strategia vincente è non giocare». Un avvertimento che riecheggia la lezione della grande crisi finanziaria.
Burry non è un profeta del disastro, ma un osservatore lucido dei cicli economici. La sua analisi si inserisce nella lunga tradizione delle bolle speculative: l’euforia delle dot-com, l’ascesa del Bitcoin, la corsa alle energie verdi. Ogni volta l’innovazione promette di cambiare il mondo, ma la realtà contabile finisce per imporsi. Anche l’intelligenza artificiale, oggi presentata come la chiave del futuro, rischia di scontrarsi con i limiti dell’economia reale.
Un eventuale scoppio della bolla dell’Ia avrebbe conseguenze profonde. Gli Stati Uniti e la Cina, che vedono nell’intelligenza artificiale un pilastro della loro supremazia tecnologica, si troverebbero a gestire un rallentamento pesante. L’Europa, ancora dipendente dai colossi americani, subirebbe una contrazione degli investimenti. E le economie emergenti, che contano sull’IA per modernizzare i propri apparati produttivi, rischierebbero di vedere evaporare capitali e credito.
Burry non nega il potenziale dell’Intelligenza artificiale, ma mette in guardia contro l’illusione di una crescita senza fine. Per lui, la vera minaccia non è la tecnologia in sé, ma la fede cieca con cui i mercati la idolatrano. L’Ia rischia di diventare il simbolo di un capitalismo che ha sostituito la ragione con la speranza, e l’analisi con la moda.
LazioEqualShit ha scritto: ↑lun 10 nov 2025, 10:03Il ritorno dell’uomo che previde il 2008. Michael Burry
Pare che Burry sia solito prevedere crush del mercato, tanto che leggo battute tra la gente addentro i mercati finanziari (tipo: "Burry ha previsto 48 degli ultimi 3 crush).
La possibilità della "bolla AI" esiste, però non è detto, perchè le società coinvolte hanno entrate molto consistenti. Più facile ci sia a breve lo scoppio delle aziende legate ai computer quantistici, che sono trend, ma al momento non hanno entrate degne e vendono soltanto una potenzialità futura (molto futura e molto potenziale).
Un problema del settore AI può essere il fatto che le maggiori società si scambino miliardi tra loro (investendo le une nelle altre, o acquistando servizi le une dalle altre), in quello che sembra essere un giro di soldi più che una produzione. In ogni caso, anche se la bolla esistesse, le tempistiche sul suo scoppio sono difficili da pronosticare: potrebbe essere una questione di pochi mesi o di anni (nel qual caso, prima dello scoppio ci sarebbero tanti soldi da fare con gli investimenti), e probabilmente accadrebbe quando le società più importanti avessero consistenti cali di entrate.
Però sì, in caso di scoppio, il mercato prenderebbe una grossa mazzata, perchè in questo momento sono quelle società a trainare tutto, con le loro svariate centinaia di miliardi di investimenti.