La questione nazionale è ridicola per tanti motivi, ma soprattutto per uno: continuiamo a credere che il problema sia il ct. Certo, c’è anche quel non irrilevante aspetto, ma è solo la punta dell’iceberg. La gestione grottesca di questi ultimi giorni spiega alla perfezione quale sia l’origine di tutti i mali nel nostro calcio: l’improvvisazione sommata al sensazionalismo.
Hanno cacciato Spalletti non perché realmente convinti della sua inadeguatezza (del resto lo avevano salvato anche dopo l’indecente Europeo) ma solo perché lo reclamava la piazza. È così, abbiate fede. Non hanno pensato “beh, dobbiamo giocare una partita piuttosto semplice domani, aspettiamo e valutiamo con calma, tanto poi si torna in campo a settembre” ma, diamo alla gente quello che vuole: la testa del ct.
Così hanno fatto e si sono ritrovati in una situazione da far impallidire la sceneggiatura de “L’allenatore nel Pallone”: un ct esonerato a guidare gli azzurri e nessun sostituto da presentare al Paese. Praticamente un capolavoro di inadeguatezza.
L’improvvisazione sommata al sensazionalismo ha poi innescato il resto del delirio: hanno scelto Ranieri (“Diamo alla gente l’allenatore a cui tutti vogliono bene”) nella convinzione che mai avrebbe rifiutato l’incarico. E invece ciccia: il grande vecchio rifiuta, Pioli segue a ruota e… boh, ora che si fa?
Semplice, ci si butta ancora una volta nell’improvvisazione sommata al sensazionalismo: “Andiamo a prendere uno di quelli del 2006, quelli hanno vinto, la gente li ama, meglio di niente”. E allora De Rossi, oppure Gattuso, oppure Cannavaro, o magari tutti assieme.
Considerazioni finali:
1) Se alla fine arriverà Gattuso ci sarà andata persino bene, punteremo su un uomo che mette cuore e idee in tutte le cose che fa. E non è poco.
2) Il problema dell’Italia non è il ct, ma tutte le orrende dinamiche politiche che portano il nostro movimento a cambiarli come si cambiano le mutande.
Ai nostri reggenti non interessa cambiare il calcio, interessa conservare la poltrona. Il fatto che i cattivi risultati non portino praticamente mai ad assunzioni di responsabilità continuerà a far prevalere la logica dell’improvvisazione sommata al sensazionalismo. Per capirci, magari prima o poi torneremo a vincere qualcosa ma, dovesse mai capitare, sarà per puro caso e non certo perché abbiamo compreso quel è l’unica cosa da fare, ovvero ripartire da zero.
Fabrizio Biasin