A questo punto dell’anno mi piacerebbe fare insieme a voi delle riflessioni sulle coppe organizzate e gestite dalla UEFA.
Prendo spunto da alcuni discorsi ricorrenti riguardo le coppe europee, per tentare di fare un’analisi economico-sportiva dello stato attuale delle cose. E per confrontarmi con voi su cosa potrebbe essere fatto per rendere le coppe più simili a come mi piacerebbe fossero in futuro.
Sento e leggo spesso in giro frasi del tipo:”...sono fondamentali i soldi della Champions..”, “...La Conference League è una coppetta...”, “... a sto punto meglio mollare le coppe e concentrarsi sul campionato...”, “...vabbeh ma che ci fai con una semifinale! Tanto la Champions non la vinci, meglio ripartire da zero e fare un progetto giovani sostenibile...”, “...io partecipo ad una competizione e voglio arrivare fino in fondo, non mi interessa che non sia la Coppa dei Campioni...”, e via discorrendo.
Appare evidente come ci siano due macroaree molto spesso in totale antitesi tra loro, con posizioni difficilmente conciliabili. Da una parte la visione economica, dall’altra quella sportiva.
“Come siamo arrivati a questa dicotomìa?”
Analizziamo gli aspetti economici delle partecipazioni alle coppe.
Come se fossimo una società con il bilancio sottomano, all’inizio del mercato estivo, pronta a fare programmazione per fissare gli obiettivi immediati e a medio termine.
Vediamo per prima cosa l’aspetto economico:

La sperequazione economica tra le varie coppe è sbalorditiva ed inconfutabile.
Analizzando i premi della sezione sportiva, ecco alcune evidenze:
1. Essere campioni di UCL vincendo TUTTE le partite del girone fa incassare MENO della semplice partecipazione ai gruppi CL (€15.19m vs €15.64)
2. Qualificarsi agli ottavi di EL ha un valore economico inferiore dell’88% rispetto a farlo in CL ed addirittura del 94%(!) in caso di UCL
3. Le differenze tra EL ed UCL seppur decisamente meno marcate rispetto ai confronti impietosi con la CL sono comunque evidenti specialmente nel knock out stage, cioè quando le 8 terze di EL scendono per fare gli spareggi.
4. Vincere tutte le partite dei gironi di UCL equivale ad una vittoria nei gironi di CL
Analizzando i premi sul coefficiente UEFA, le percentuali differenziali sono ancora più clamorose (88% - 96%). In sintesi, questo montepremi viene diviso tra tutte le squadre partecipanti alla competizione assegnando un numero proporzionale di quote in funzione del ranking decennale UEFA.
Per farvi il nostro esempio, quest anno eravamo terzi nel ranking EL e se ho fatto bene i calcoli abbiamo preso €3.96m da un montepremi di €69.75. Se fossimo stati in CL, saremmo stati diciottesimi nel ranking ma avremmo preso €17m da un montepremi di €600.6m
Analizzando i soldi derivanti dal Market Pool dei diritti TV appare evidente ancora di più come la UEFA abbia creato la UCL senza veramente credere nell’appeal televisivo che questa competizione potesse generare (-96% !!). Ma anche l’EL si attesta comunque con un montepremi del 54% inferiore alla CL.
Allora forse quelli del “... sono fondamentali i soldi della Champions...” non hanno poi tutti i torti...
“Ma che relazione c’è con l’aspetto sportivo delle competizioni?”

Prendendo in esame i primi cinque campionati continentali vediamo che i differenziali sportivi non sono minimamente paragonabili ai differenziali economici.
Se prendiamo come esempio la nostra Serie A, un differenziale sportivo di 3.5%, cioè 4 punti su 114 disponibili, vale a dire 1 vittoria ed 1 pareggio in più in 38 partite, diminuisce del [77% sportivo 88% coefficiente 54% market pool (!)] il ritorno economico dovuto dalla sola partecipazione alla EL invece che alla CL. (!!!)
Oso, dicendo che una struttura del genere in campionati competitivi è paragonabile al "gioco d’azzardo". Appena sbagli un paio di mani, sei nei guai fino al collo.
Allora, sarebbe meglio concentrarsi sull’aspetto sportivo di quelli che “Tanto la Champions non la vinci, meglio ripartire da zero e fare un progetto giovani sostenibile...”?
No! Non in campionati così equilibrati come il nostro e gli altri maggiori 3! Per i criteri di qualificazione odierni questo è un ragionamento che può andar bene in Portogallo o in Olanda o in campionati minori, dove il differenziale sportivo infatti è imparagonabile:

Salta infatti subito all’occhio come la strategia del:“vado sui giovani, investo forte senza pressioni immediate, e poi rivendo con grosse plusvalenze nei campionati più prestigiosi, nel frattempo coquistando il campionato nazionale e andando bene nelle coppe” funzioni al Benfica, al Porto, all’Ajax, etc... perché mediamente nelle loro stagioni di riferimento possono gestire il grande divario tecinico con la maggior parte delle squadre nel loro mercato interno, andando a creare le condizioni economico sportive ideali, ed allo stesso tempo possono capitalizzare molti soldi dagli accessi in CL quasi garantiti.
Per avere conferme su questa ipotesi sono andato a vedere le 8 qualificate ai quarti di finale negli ultimi 6 anni, cioè da quando è avvenuto il trasferimento di Neymar al PSG, che ha completamente stravolto le quotazioni dei calciatori, di fatto aumentando la puntata minima delle manche del “gioco d’azzardo” che ipotizzavo pocanzi, e che se non fosse stato per la pandemia chissà ora a che punto staremmo.


Considerazioni a margine:
1) Ci sono 2 anni peculiari, quello della pandemia e questo del mondiale invernale nei quali le italiane e le francesi hanno fatto meglio. Altrimenti molto male negli altri anni, con evidente fine dell’era Juventus a seguito dell’all-in su Cristiano Ronaldo.
2) SOLAMENTE 6 squadre in Europa hanno partecipato a più del 50% dei quarti di finale disputati, con il Manchester City che ha addirittura centrato questo traguardo TUTTI gli anni.
3) 14 delle 48 squadre partecipanti hanno giocato solamente una volta i quarti di finale negli ultimi 6 anni e di queste solo noi (UCL) Villareal e Siviglia hanno vinto un’altra competizione europea (EL), segno che per tutti gli altri sono stati episodi ancora più estemporanei.
Incluso l’Atalanta, l’Ajax, il Borussia Dortmund o il Lipsia, che spesso si prendono ad esempio come modello di gestione societario.
“Ma allora che senso ha partecpare se poi vincono “sempre gli stessi”!?!?!”
Ad onor del vero diciamo che gli exploit sarebbero potuti succedere visto che il Tottenham nel 2018-19 e l’Inter quest anno sono arrivati in finale, ma 9 delle 12 finaliste degli ultimi 6 anni sono sempre le squadre che hanno fatto più del 50% delle partecipazioni ai quarti. Con la decima che è il PSG, che visto lo strapotere economico alle spalle, magari dovrebbe farsi più di qualche domanda sul perché non sia li con gli altri 6... Quindi, in soldoni... si vincono “sempre gli stessi”
La partecipazione in termini sportivi, cioè nella possibilità di poter vincere la competizione, possiamo pertanto derubricarla ad evento altamente improbabile e quindi ad interesse trascurabile per le società (per i tifosi no, mai! Sognare è fondamentale), ma la partecipazione in termini ecconomici è fondamentale perché se in un gioco d’azzardo non vinci mai, ti indebiti in un attimo, ed hai poi bisogno di soldi. Soldi che arriveranno da una nuova partecipazione, che i vincenti sono ben disposti a concederti per rimettere in piedi il circolo vizioso, in cui a mio avviso le squadre Serie A sono quelle messe peggio per un discorso di diritti TV.
Mi spiego con un esempio:
Io, società, ho fatto un bel cammino in campionato, entro in CL, investo molto sul mercato creando debito per essere competitivo in coppa l’anno successio. Diciamo che nei successivi 2 anni non passo il girone il primo anno, ma il successivo mi riqualifico ed arrivo ai quarti con un grande exploit.
A questo punto, penso che manchi solo un altro passo per arrivare a dama, e al debito generato ne aggiungo un altro ancora più grande prendendo altri 2 o 3 grandi giocatori che ritengo possano farmi vincere la CL, o quantomeno arrivare in finale. Per motivi diversi, (infortuni, scazzi di spogliatoio, arbitri) l’anno va malissimo esco agli ottavi, in campionato arrivo quinto a un punto e manco la successiva qualificazione in CL.
Sono alla canna del gas. Chi mi può aiutare prima di portare i libri in tribunale? Certamente gli introiti dello stadio di proprietà (per chi ce l’ha), ma soprattutto: I diritti TV.
E qui viene il bello:

La possibilità di “aiuto”, cioè di accesso al credito per la mia società in sostanziale bancarotta, cambia in maniera abissale se io sia una squadra di Premier League, piuttosto che una squadra di serie A.
• L’ultima di PL prende più dell’Inter che è prima in serie A
• La Fiorentina prende il oltre 60% in meno del West Ham
• 5 CINQUE delle 6 SEI squadre stabilmente presenti nei quarti di finale CL considerati in precedenza sono quelle con i maggiori incassi per diritti televisivi. L’eccezione è il Bayern Monaco.
“Vabbeh, allora tu che proponi?”
La premessa è che il prossimo anno sarà l’ultimo anno con la formula delle coppe così come la conosciamo, dopodichè cambierà ancora, con un allargamento ulteriore di squadre per ogni competizione ed altre modifiche sostanziali sulle quali non mi dilungo in questa sede. Quindi la suggestione che segue è puramente a titolo personale e nasce da come io penso potrebbe migliorare l’aspetto sportivo, diminuendo le sperequazioni economiche, incentivando un minore ricorso al debito e favorendo un sistema di ascensore verso l’altro premiando i risultati sportivi, invece del pastrocchio attuale dello scendere nella competizione inferiore per chi va male nei gironi invernali. (pastrocchio che infatti verrà eliminato dal 2024-25)
Proposte:
1) Il delta economico delle varie partecipazioni alle coppe deve essere proporzionale al delta sportivo MEDIO risultante dai punteggi di accesso alle coppe per i primi 4 campionati nazionali europei. A titolo di esempio una proporzione x10.
Eg: DELTA medio CL/EL 3.6% DELTA medio 2% EL/UCL = CL 44% EL 36% UCL 20% di un UNICO montepremi.
2) Il vincitore delle Coppe Nazionali entra in CL. Non la finalista, solo il vincitore. In base al ranking nazionale si stabilisce se direttamente ai gironi o ai preliminari.
3) Aumento delle squadre autorizzate a partecipare alle coppe, per i campionati nazionali più competitivi in base alle distanze in classifica accumulate.
Eg 2023-24: Premier 5(+1) CL 4 EL 2(+1) UCL - Serie A 4(+1) CL 4 EL 2(+1) UCL – LIGA 4(+1) CL 3 EL 3(+1) UCL – BUNDESLIGA 3(+1) CL 4 EL 2(+1) UCL – LIGUE 1 2(+1) CL 1 EL 2(+1) UCL
4) Mantenimento dell’accesso diretto in prima fascia nella coppa immediatamente superiore in termini di importanza per le vincitrici di EL ed UCL
5) Accesso diretto nella coppa immediatamente superiore in termini di importanza per le finaliste di EL ed UCL
6) Preliminare unico per tutte e tre le competizioni. Posti in Champions da questi preliminari da un massimo di 8 ad un minimo di 2 in base a quanti vincitori di Coppe Nazionali arrivano direttamente in CL senza passare dal posizionamento in campionato.
L’anno prossimo sarebbe così:

A me sembrano tutte e 3 coppe interessanti ed equilibrate. Voi cosa ne pensate, e cosa fareste?
NB: tutti i dati sono stati raccolti nel poco tempo libero a disposizione da me, in modo del tutto amatoriale. Ci potrebbero essere alcune piccole imprecisioni e arrotondamenti, ma in linea di principio non credo che questo cambi il senso sostanziale del discorso. Qualora troviate errori grossolani vi prego di farmelo notare per poter avere un quadro della discussione quanto più corretto possibile, grazie!