Pezzo estrapolato dal libro "Il Gruppo" dei Fighters Juve
Il rapporto che abbiamo avuto con gli ultrà della Roma non è stato solo ed esclusivamente di scontro. Negli anni che vanno dal 1979 al 1982 infatti, tra noi ed il gruppo dei Fedayn si era stretta una solida amicizia, diversa dai gemellaggi che si stipulano tra i vari gruppi: era più una fratellanza. Ci riesce difficile fare capire cosa sia avvenuto in quei tempi, ma vi basti sapere che la loro ospitalità ed amicizia era tale da trattarci come persone di famiglia, a tal punto da ospitare vari componenti del nostro gruppo per diverso tempo senza mai far trasparire insofferenza nei nostri confronti. È proprio per il tipo di rapporto che si era instaurato che ci spiace molto averlo dovuto interrompere, visto che alcuni di noi erano e sono ancora molto legati a loro. Ci teniamo a sottolineare "loro", intendendo Fedayn perché con il resto della Curva Sud i nostri rapporti non sono mai stati così amichevoli.
Teniamo inoltre a precisare il perché di questa rottura con la Sud in generale; è importante che ne capiscano le ragioni coloro che, da entrambe le parti, ne sono ancora all'oscuro.
Stiamo parlando della partita di ritorno Juve/Roma del campionato 1980/81, finita zero a zero. A pochi minuti dalla fine era stato annullato quel famoso gol di Turone. Per loro avrebbe voluto dire raggiungerci al primo posto in classifica e giocare l'eventuale spareggio. Non stiamo qui a dire se il gol fosse valido o no, anche perché l'amicizia per noi non si instaura o si misura a suon di gol o di vittorie. Ciò che ci ha fatto più male è stato il comportamento di molti ultrà giallorossi che, all'uscita dello stadio, incontrando tifosi juventini che stavano tornando a casa e che niente avevano a che fare con noi Fighters, li hanno assaliti rubando sciarpe e bandiere. Qualcuno è venuto al nostro bar in Via Filadelfia e ci ha informati dell'accaduto. Ci siamo diretti verso la loro curva per capire come fossero andati i fatti. Abbiamo incontrato alcuni Fedayn che non ne sapevano nulla, Ci hanno spiegato che non potevano comandare la massa di cani sciolti giallorossi che aveva come unico divertimento quello di prendersela in duecento o trecento contro piccoli gruppi di tifosi normali. Stavano quasi per scusarsi (anche se non avevano colpe dirette), e ci hanno assicurato che ci avrebbero pensato loro a punire quegli infami. Il peggio però è avvenuto nella gara di andata del campionato seguente a Roma. Al mattino ci siamo visti con alcuni dei nostri amici Fedayn. A venti minuti dalla fine della partita, all'apertura dei cancelli, alcuni CUCS sono entrati in Nord, dove noi eravamo assiepati, passando all'interno dello stadio, mentre un altro gruppo si accingeva ad entrare passando dall'esterno. Sicuramente questo è avvenuto perché durante tutta la partita avevamo dovuto difenderci dalle ripetute schermaglie dei romanisti della Nord. Nonostante fossimo soltanto undici, siamo riusciti a non farci cacciare dalla curva, pur essendo costretti a rifugiarci verso il fossato. È lì che è accaduto un fatto irripetibile. Il buon Antonio, che mai si sarebbe sognato nella sua vita di ritrovarsi senza portafoglio, ha perduto, durante i tafferugli sugli spalti della Curva Nord, i documenti e tutti i soldi dei biglietti acquistati per il gruppo.
I primi a cercare il contatto sono stati quelli che arrivavano dalla Tevere. Quello che sarebbe potuto succedere da lì a poco non lo possiamo sapere. Sicuramente, dato il numero, saremmo stati sopraffatti, ma certamente i più anziani tra loro ricordano una fatidica frase di Dino: "Noi siamo i Fighters, undici siamo e undici restiamo", che sottolineava per l'ennesima volta lo spirito di quel gruppo. Ripetiamo, sicuramente saremmo stati sopraffatti, ma, per fortuna, l'arrivo di alcuni elementi del gruppo dei Fedayn ha evitato che lo scontro avvenisse. Il peggio però doveva ancora venire. Mentre ci stavamo allontanando dalla curva il gruppo che ci aspettava all'esterno stava varcando i cancelli. Uscendo, noi undici, ci siamo ritrovati in mezzo a loro senza essere subito individuati, tant'è che ci chiedevano dove fossero i gobbi. Visto che il gruppo dei romanisti era numerosissimo, almeno cinquecento, li abbiamo indirizzati dall'altra parte. Qualcuno tra loro, accortosi dell'inganno, forse riconoscendo qualcuno di noi, cercava di caricarci. Ed è stato lì che hanno conosciuto bene chi ci guidava, e cioè Dino: senza nessun timore era rimasto davanti al loro gruppo sfidandoli, con in mano qualcosa di grosse dimensioni, che non possiamo citare per ovvi motivi, allontanandosi senza mai dare la schiena.
Da questo episodio sono cominciati in maniera forte gli scontri tra i nostri gruppi."


Il Match
Banco di prova da dentro o fuori
Collezionare un'altra meschina figuraccia sul campo contro l'ennesima "grande" che il calendario ci oppone sul nostro cammino, significherebbe la certificazione che questa squadra soffre di un complesso di inferiorità preoccupante
La partita nella tana della vecchia peripatetica del calcio italiano può anche andar male
Ne siamo tutti consapevoli
Ma quel che conta sara' giocarsela senza venire sopraffatti dalla paura come a napoli o nel derby
Le disquisizioni tecnico tattiche ve le lascio a voi
Io chiedo solo un approccio da parte dei calciatori degno di quella maglia che indossano
Senza timori reverenziali
Con cattiveria agonistica, concentrazione e convinzione nei propri mezzi
Petti d'acciaio, astuzia e core
corpi de testa da fa incantà.
Passaggi ar volo co' precisione
vola er pallone che la rete va' a trovà