Comunque, tra le bottiglie stappate voglio segnalare questa che mi ha sorpreso davvero piacevolmente: Chianti Riserva della cantina Pietro Beconcini di San Miniato (PI). Al di là dell'ottimo prezzo finale spuntato grazie alla "solita" cordata Vinix (€ 8,67), si tratta di un tradizionalissimo rosso toscano (sangiovese con piccola percentuale di canaiolo) che fa ottimamente il suo lavoro di accompagnare degnamente il pasto a base di carne: potente senza essere invadente, scorrevole al punto giusto e buono un casino! Insomma, un vino senza troppi fronzoli, fatto proprio come si deve
Una piccola curiosità sulla cantina, che era quella poi che più mi aveva convinto all'acquisto: la loro produzione è più o meno equamente divisa tra vini "classici" a base sangiovese e vini "rivoluzionari" a base tempranillo (!!!), un vitigno tipico spagnolo. Quest'ultimo però non è il frutto di una moda o della voglia di fare un esperimento "strano", ma pare che loro lo abbiano coltivato da sempre, forse portato in quelle terre addirittura secoli addietro dai pellegrini che si recavano a Roma lungo la via Francigena; per decenni la famiglia Beconcini lo ha coltivato facendo vino per sè, poi, quando hanno deciso di fare il salto e diventare produttori di vino imbottigliato, hanno commissionato un'esame genetico delle piante che ha svelato l'arcano. Il loro primo vino da tempranillo si chiama "IXE", cioè X pronunciato alla toscana, perchè nelle mappe dei loro terreni le vigne dove c'era il tempranillo erano contrassegnate proprio da una X, non sapendo che uva fosse... Per la cronaca, ho assaggiato pure l'IXE: premesso che non conosco il tempranillo, l'ho trovato senz'altro buono, ma dovendo scegliere tra i due voto il Chainti Riserva.