è un idea, un sentimento, una passione, una fede, un totem, un qualcosa che ti mangia dentro, ti rode, ti distrugge...ma non puoi farci nulla
PS indipendente dal fatto che vinci o perdi
rassegnati...

La dipendenza è un dato di fatto...callaghan ha scritto: Ahahahahhaha quello pure io... Ma più che malato direi drogato (drogato di Roma)... Io volevo capire il perché... Voleva la causa non l'effetto... Che, come voi, conosco bene
Come sei coolLoddr16 ha scritto:Sono diventato della Roma perchè non volevo essere della Lazio
Freedom ha scritto:Per le emozioni che ti da.
pisodinosauro ha scritto: Sei un pezzo de merda... lo sai
Correggi quel pisoaddiosauro.
Questa spiegazione mi piace... Grazie pazpaz ha scritto:parlare di queste cose è come tentare di comprendere perché uno è più fan dei joy division che dei bauhaus: un fatto razionalmente inspiegabile
ma qualcosa che può essere spiegato c'è. il calcio è uno sport popolare, uno sport che quelli della mia età potevano esercitare in mezzo alla strada e con tutti gli amici. è dunque popolare e socializzante: è un fattore comunitario. ma è anche un fatto privato: molti di noi sono tifosi perché il babbo era (o è, per chi ce l'ha ancora) della Roma.
fatto pubblico o privato, è un qualcosa con cui cresci fin da piccolo e entra nel "lessico famigliare" e poi indirizza le scelte della vita.
oggi le cose son diverse, ma anche nella diversità hanno analogie col passato: resta la fede dei genitori, muta il modo di socializzare. non più nella strada, ma nei salotti con la play e con i siti specializzati a imparare a memoria i nomi dei calciatori. partite su partite in tv, valanghe di parole rendono il calcio molto più un prodotto da consumare che una passione a cui sottomettersi. e però, per quanto consumatore, il tifoso giovane rimane passionale e irrazionale, come han ben capito in bundesliga. oggi la passione è funzionale all'essere consumatore, perché solo se sei appassionato consumi.
la Roma, inoltre, ha una sua caratteristica precisa: è (o era) la squadra della città di Roma in un senso molto particolare: è una squadra anch'essa popolare, che ha sempre fatto da collante, da fattore di appartenenza, per i cittadini di questa città. il riferimento a testaccio questo indica. è dunque una squadra storicamente interclassista ma vicina alle classi popolari, agli immigrati venuti a Roma con il boom. una società capace di smuovere il potere oscuro dei palazzi e le borgate descritte da sordi o pasolini.
certo, ora tifare la Roma è quasi una moda, una cosa che si fa perché la maggioranza della città tifa Roma, perché a scuola ti bullizzano, e il romanista medio è ormai solo un coatto antisociale (del tipo di quello che parte col crick al semaforo). io appartengo per fortuna a quelli che sono diventati romanisti grazie a dino viola, al barone, a di bartolomei e poi a falcao; Roma aveva per sindaco Petroselli. insomma, giganti rispetto alla miseria del presente.
Perché è la Roma. Fosse qualche altra cosa non sarebbe lo stesso. Ma qua se rientra nei gusti personali.callaghan ha scritto: È una delle cose che mi sono risposto... Faccio l'avvocato del diavolo: perché uno sport praticato da 11 ragazzi con una lupa sul petto dovrebbe emozionarmi al punto tale da condizionarmi la vita? Perché altri piaceri non mi fanno lo stesso effetto? Ci deve essere dell'altro
pisodinosauro ha scritto: Sei un pezzo de merda... lo sai
Correggi quel pisoaddiosauro.