ChiamatoreMascherato ha scritto:
l avevamo previsto con larghissimo anticipo
ma che state a dì? ve meritate angelucci
[spoiler]quotato 1.01[/spoiler]
I tifosi devono andare allo stadio per tifare e non per esprimere il loro pensiero nel prime-time, altrimenti il biglietto costerebbe molto di più MB
la svolta epocale DLM
questo è un esempio straordinario di come si fa giornalismo AA
Non potremmo essere più felici di costruire un progetto a lungo termine con Daniele / Separarsi da lui è stata una decisione difficilissima, ma l’abbiamo presa con la convinzione che sia la strada giusta per puntare ai trofei in questa stagione
In pratica inter e milan approfitteranno di un anno sabbatico per fare "carne de porco", poi quando arriveranno alle coppe il regolamento sarà più morbido o forse annullato...
FairPlay ha scritto:In pratica inter e milan approfitteranno di un anno sabbatico per fare "carne de porco", poi quando arriveranno alle coppe il regolamento sarà più morbido o forse annullato...
nel psg ci lavora il figlio del presidente dell'uefa...
non è corretto del tutto
il figlio del presidente dell'Uefa lavora per il fondo arabo che detiene il Psg
“You know, boring i think is 10 years without a title. That's very boring. You support the club and you're waiting, waiting, waiting for so many years without a title, so that's very boring.” (JM)
Mark ha scritto:quindi è possibile che si sono fatti dei favori per allentare le sanzioni
tu dici?
calcola che il FFP è rimasto al City mentre a loro no
“You know, boring i think is 10 years without a title. That's very boring. You support the club and you're waiting, waiting, waiting for so many years without a title, so that's very boring.” (JM)
LA PENNA DEGLI ALTRI 04/07/2015 11:55
Se non c'è più fair play
MILANO FINANZA (A. DI BIASE) - La metafora utilizzata non farà di sicuro piacere ai tifosi dell'Inter. Paragonare il club nerazzurro alla Grecia a rischio default e il presidente Erick Thohir al primo ministro Alexis Tsipras rappresenta sicuramente un parallelismo forte. Ma se la provocazione arriva da Ernesto Paolillo, ex amministratore delegato dell'Inter ai tempi del «triplete» e uno dei padri fondatori del fair play finanziario, allora è forse il caso di tenerne conto. Giovedì 2 luglio, nel corso della presentazione del libro Goal Economy del giornalista Marco Bellinazzo, Paolillo è stato molto netto a riguardo. Secondo l'ex ad del club nerazzurro, che ha voluto precisare di non avere più alcun ruolo in società e di non conoscere la situazione dall'interno, i 60 milioni di euro (30 più 7 di bonus solo per il centrocampista francese Geoffrey Kondogbia) investiti dall'Inter in questo primo scorcio del cal-ciomercato 2015-16 a fronte di un bilancio ancora sofferente rappresenterebbero una sorta di sfida alla Uefa e alle regole del fair play finanziario, sulla falsariga di quanto fatto proprio dal premier greco Tsipras e il suo ministro delle Finanze Yanis Varoufakis con i creditori internazionali, rifiutando le politiche di austerità imposte da Ue, Bce e Fmi. Nonostante il settlement agreement sottoscritto con l'Uefa lo scorso 8 maggio imponga all'Inter un'attenta disciplina finanziaria anche nella stagione 2015-16, secondo Paolillo la dirigenza nerazzurra starebbe provando a forzare la mano sul fronte degli investimenti per ridare competitività alla squadra e centrare così la qualificazione alla Champions League, indispensabile per poter incrementare i ricavi di 40-50 milioni in un solo colpo. Una sorta di «all-in», favorito dai segnali di allentamento del regolamento sul financial fair play, che potrebbe dare risultati solo se la prossima stagione la squadra allenata da Roberto Mancini riuscisse a staccare il biglietto per l'Europa che conta. Pazienza se poi gli sceriffi di Michel Platini, presidente Uefa, avranno qualcosa da ridire, visto che tra un anno il quadro regolamentare potrebbe essere radicalmente differente rispetto a quello attuale. Se è infatti vero che l'ammorbidimento delle regole del financial fair play, varato dal comitato esecutivo Uefa il 30 giugno scorso, non varrà per i club, come la Roma e appunto l'Inter, che hanno appena concordato con Nyon un piano di rientro pluriennale del deficit di bilancio (ne potrà beneficiare invece il Milan del tandem Berlusconi-Bee), è altrettanto vero che alcuni episodi accaduti nelle ultime settimane sembrano giocare a favore dei nerazzurri. In primo luogo, la decisione di Platini di cancellare in anticipo le sanzioni comminate al Paris Saint Germain lo scorso anno, dando mano libera allo sceicco Al Thani sul mercato, dovrebbe rappresentare un precedente cui l'Inter potrebbe appigliarsi in caso di un atteggiamento troppo fiscale dell'Uefa nei suoi confronti. Le sanzioni non sono infatti automatiche e la decisione dell'organo di controllo arriva solo dopo un lungo iter negoziale, nell'ambito del quale i club (specie quelli politicamente più pesanti) possono fare valere le proprie ragioni. Ma la vera spada di Damocle che pende sul fair play finanziario è rappresentata dall'azione legale avviata dall'avvocato Jean Luis Dupont, che ha da poco ottenuto un primo punto a suo favore. II legale, che difese Bosman nella ormai famosa sentenza che ha di fatto cambiato il corso del calciomercato, ha ottenuto dal Tribunal de Première Istance de Bruxelles il deferimento alla Corte di Giustizia Europea di una parte del fair play finanziario, ossia quella che limita il deficit di bilancio dei club messi sotto osservazione dalla Uefa. Di fatto si tratta di una sospensione della «braek even rule», sulla quale ora dovrà esprimersi la Corte di Giustizia Europea. Insomma, rispetto agli spazi di manovra ristretti che si trovano davanti al tandem Tsipras-Varoufakis, la prospettiva di fronte alla dirigenza dell'Inter sembra essere più ampia. L'alternativa, come ha sottolineato lo stesso Paolillo, passa dal mercato in uscita. Per contenere le perdite, procedendo allo stesso tempo a una riduzione progressiva del passivo (-33,69 milioni il risultato netto atteso nel 2015-16) l'Inter dovrebbe lavorare sul costo del personale in modo da mantenerlo perlomeno invariato rispetto al 2014-15 e intervenire in modo importante nel mercato in uscita per cercare di realizzare plusvalenze per almeno 32,1 milioni, cercando così di mantenere invariato anche l'ammontare degli ammortamenti. Un compito che si preannuncia difficile senza la rinuncia ai pezzi più pregiati della rosa, come Kovacic o Icardi.
Inter, Mancini: "Prendere un big? Purtroppo no, abbiamo le mani legate"
l tecnico nerazzurro: "[underline]Il Fair Play finanziario non ci permette di comprare il big che potrebbe farci fare il salto di qualità.[/underline] Brozovic non si tocca. Ljajic titolare a Empoli. Siamo primi con merito, per lo scudetto è una lotta a cinque"
05 gennaio 2016 - APPIANO GENTILE (COMO)
Handa 2019, Brozovic non si tocca e[underline]i soldi per acquistare qualche big - visto il Fair Play finanziario - al momento non ci sono[/underline]. Ecco i tre concetti principali della primissima conferenza stampa dell'Inter. Samir Handanovic si presenta con Mancini nella sala delle chiacchierate urbi et orbi e posa con la maglia 2019, anno dell'estensione del suo contratto, un allungamento straannunciato. "Quando c'è la volontà da entrambe le parti - dice il portiere sloveno - l'accordo si trova". Ora mancano Palacio e Nagatomo. "Due grandi professionisti - dice Mancini -: rinnoverei anche i loro contratti". Nel frattempo c'è la ripartenza ad Empoli: "Partita difficile, Giampaolo fa giocare bene la sua squadra, sono in forma. In Qatar abbiamo lavorato bene e, tornati qui, ci siamo riadattati subito. Per restare in testa bisogna pensare che non è mai facile vincere una gara: sono tutte difficili".
broz e fair play — E Brozovic? Dopo le notizie provenienti da Zagabria ci saranno dei problemi? "Marcelo sta crescendo tanto, diventerà ancora più bravo, se avrà la testa sulle spalle sarà uno dei migliori. L'ha fermato la polizia col tasso alcolemico alto? Intanto eravamo sotto le feste di Natale e può succedere di bere un bicchiere di vino, e poi il tasso non era altissimo. Lui comunque rimane con noi: non lo cederemo nemmeno davanti a un'offerta importante". Ma qualcuno ha chiesto di essere ceduto? "No, nessuno", fa Mancini. Che continua: [underline]"Spero che la squadra rimanga la stessa di adesso: per migliorarla con qualcuno che faccia la differenza ci vogliono soldi e col FairPlay finanziario al momento non ci sono margini. Solo uno che costa tanto può far fare il salto, ma oggi non si può"[/underline]. Nel finale, la solita rivelazione sui 5 che giocheranno di sicuro: "Handanovic, Miranda, Murillo, Medel e Ljajic". Quindi Adem torna; contro la Lazio - inizialmente in panchina - mancò un bel po'.
n.b.: questo post non c'entra niente con le capacità di mancini come allenatore, è solo per dire che non basta prendere certi allenatori per avere la garanzia di un mercato fatto di costosi campioni.