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Lotito, Galliani e il sistema Infront
Niente di nuovo per noi, ma questa intercettazione è uscita fuori dalle indagini sul calcio scommesse, ulteriori conferme.
Spuntano Adriano Galliani, Claudio Lotito e la società Infront. Spuntano nelle intercettazioni agli atti dell'inchiesta del nuovo filone sul calcioscommesse di Catanzaro. E la loro posizione è messa in correlazione e riferita alle proprietà di Bari, Brescia, Salernitana e Lazio.
il ruolo di infront — "Infront è Galliani". A collegare l'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, e la società leader in Italia nella gestione dei diritti sportivi è Vittorio Galigani, ex dirigente di molte società e oggi editorialista, al telefono con il direttore sportivo dell'Aquila Ercole Di Nicola. Il riferimento a Galliani ed Infront è nella stessa telefonata, contenuta negli atti dell'inchiesta di Catanzaro, in cui i due parlano della presunta influenza del presidente della Lazio Claudio Lotito sul presidente della Figc Carlo Tavecchio e su Macalli.
botta e risposta — "Dimmi una cosa - chiede al suo interlocutore Di Nicola - lui (Lotito, ndr) è proprietario di Lazio, Salernitana, Bari e Brescia?". "Lui adesso - risponde Galigani - con Infront insieme a Galliani, che è un par... Galliani, hanno preso anche il Brescia. Infront è Galliani. Infront è Galliani!". "Quindi - chiosa Di Nicola - Lazio, Salernitana, Brescia e Bari!".
tavecchio — Nella stessa telefonata, si parla anche del presidente Figc Carlo Tavecchio e il presidente della Lega Pro, Mario Macalli. "Macalli e Tavecchio sono due rincoglioniti...in mano a Lotito, che li ricatta". Lo ha detto al telefono sempre Galigani con Di Nicola.
Possibile che non si riesca a far partire un'indagine su questa gente?
Spuntano Adriano Galliani, Claudio Lotito e la società Infront. Spuntano nelle intercettazioni agli atti dell'inchiesta del nuovo filone sul calcioscommesse di Catanzaro. E la loro posizione è messa in correlazione e riferita alle proprietà di Bari, Brescia, Salernitana e Lazio.
il ruolo di infront — "Infront è Galliani". A collegare l'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, e la società leader in Italia nella gestione dei diritti sportivi è Vittorio Galigani, ex dirigente di molte società e oggi editorialista, al telefono con il direttore sportivo dell'Aquila Ercole Di Nicola. Il riferimento a Galliani ed Infront è nella stessa telefonata, contenuta negli atti dell'inchiesta di Catanzaro, in cui i due parlano della presunta influenza del presidente della Lazio Claudio Lotito sul presidente della Figc Carlo Tavecchio e su Macalli.
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Re: Lotito, Galliani e il sistema Infront
Su Galliani?eh su,dai!Luke Skywalker ha scritto:Niente di nuovo per noi, ma questa intercettazione è uscita fuori dalle indagini sul calcio scommesse, ulteriori conferme.
Spuntano Adriano Galliani, Claudio Lotito e la società Infront. Spuntano nelle intercettazioni agli atti dell'inchiesta del nuovo filone sul calcioscommesse di Catanzaro. E la loro posizione è messa in correlazione e riferita alle proprietà di Bari, Brescia, Salernitana e Lazio.
il ruolo di infront — "Infront è Galliani". A collegare l'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, e la società leader in Italia nella gestione dei diritti sportivi è Vittorio Galigani, ex dirigente di molte società e oggi editorialista, al telefono con il direttore sportivo dell'Aquila Ercole Di Nicola. Il riferimento a Galliani ed Infront è nella stessa telefonata, contenuta negli atti dell'inchiesta di Catanzaro, in cui i due parlano della presunta influenza del presidente della Lazio Claudio Lotito sul presidente della Figc Carlo Tavecchio e su Macalli.
botta e risposta — "Dimmi una cosa - chiede al suo interlocutore Di Nicola - lui (Lotito, ndr) è proprietario di Lazio, Salernitana, Bari e Brescia?". "Lui adesso - risponde Galigani - con Infront insieme a Galliani, che è un par... Galliani, hanno preso anche il Brescia. Infront è Galliani. Infront è Galliani!". "Quindi - chiosa Di Nicola - Lazio, Salernitana, Brescia e Bari!".
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Re: Lotito, Galliani e il sistema Infront
luke, devi ripostare il vecchio articolo di repubblica sul potere di infront. è di qualche mese e tu puoi senz'altro ritrovarlo agevolmente.


E ringraziate che ci sono io, che sono una moltitudine
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Re: Lotito, Galliani e il sistema Infront
qui finora stiamo a chiacchiere da bar al telefono.. o c'è altro oppure non è niente...
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Re: Lotito, Galliani e il sistema Infront
Questo? Altrimenti c'è pure quello sulla famosa fondazione.paz ha scritto:luke, devi ripostare il vecchio articolo di repubblica sul potere di infront. è di qualche mese e tu puoi senz'altro ritrovarlo agevolmente.
ROMA - Per capire le cose, come sempre, è bene partire dai soldi. Sui 2,3 miliardi di euro di entrate delle 20 squadre del massimo campionato, circa 1,1 miliardi (987 milioni dai diritti tve 150 da diritti di marketing e sponsorship) arrivano attraverso Infront. Tanto. Ancor più se si calcola che il giro d' affari del campionato comprende 417 milioni di plusvalenze. Al netto di questa voce, ogni 100 euro che entrano nelle tasche dei club, 60 arrivano da Bogarelli & C. L'advisor della Lega - che ha chiuso il 2013 con 11 milioni di profitti, più di tutte le squadre della A - gestisce pure marketing e pubblicità di Inter, Milan, Udinese, Genoa, Sampdoria, Lazio, Palermo e Cagliari. E chi ha in mano il rubinetto di questa liquidità - visto che il football tricolore è in rosso per 202 milioni - ha in pugno la sopravvivenza stessa del pallone.
I BURATTINAI - Il rapporto di dipendenza economica, funzionale e politica tra i clienti (i presidenti dei club) e chi garantisce loro l'ossigeno dei diritti tv sarebbe fisiologico e legittimo. Meno fisiologico, è il ruolo che il sistema che ruota attorno a Bogarelli - forte del suo strapotere economico sul pianeta calcio - ha finito per ricoprire all'interno del pallone. Il denaro, in questo caso, è lo strumento. Ma il vero collante, in Italia accade spesso, sono le relazioni. I grandi burattinai della Serie A le hanno costruite dal nulla: quando nel 2008 Antonio Matarrese si è presentato in Lega calcio con la cartellina "Infront" sottobraccio, erano in pochi a pensare che quella società avrebbe potuto vincere la gara per diventare advisor della Confindustria del calcio. Pochi ma buoni, evidentemente. Il fratello dell'ex numero uno del Bari si è alleato a Claudio Lotito, patron della Lazio e Massimo Cellino, presidente del Cagliari (che da Infront avrebbe incassato una penale da 10 milioni per rescissione contratto appena prima della cessione della squadra). Insieme hanno iniziato a tessere la tela del consenso portando dalla loro parte la serie B e un altro po' di pesci piccoli. I grandi club, come al solito, sono rimasti a guardare, distratti da chissà cosa. Roma e Juventus sono rimaste all'opposizione. Galliani - l'unico che Infront la conosceva bene, vedremo poi perché - non si è esposto troppo. Ha lasciato lavorare Lotito, ammiccato alla Juve, tenuto i piedi in tutte le scarpe pronto a festeggiare. E poi ha festeggiato.
L'ASSIST PER ARCORE - Infront è diventata così advisor della Lega. E il cerchio magico di alleanze consolidato in quell'occasione - Bogarelli, Lotito, Cellino e, di sponda, Galliani - ha iniziato da allora a tirare le fila di ogni decisione importante del calcio tricolore. Ultima in ordine di tempo, il ribaltone dell'asta per i diritti tv della Serie A, dove Sky, malgrado un'offerta nettamente superiore a quella di Mediaset, è stata costretta a venire a patti con il sistema. Accettando il compromesso - regista, ovviamente Infront - che ha rimesso in gioco il Biscione: Bogarelli ha convinto la Lega - non è stato difficile viste le relazioni - ad accettare meno soldi pur di tenere vivo il mercato televisivo garantendosi due concorrenti, riaprendo così le porte ad Arcore. Un assist straordinario alle pay-tv di Berlusconi che rischiava il crac senza Serie A.
LE CAMBIALI - Per imprese titaniche come queste servono gli uomini giusti al posto giusto, Quelli che al momento buono sanno onorare le "cambiali" in scadenza. E i sistema Infront, anche su questo fronte, ha giocato bene le sue carte. Alla presidenza della Lega che ha fatto il regalo a Mediaset, per dire, c' è Maurizio Beretta. Eletto nel 2010 - a proposito di cambiali - con i voti dei soliti Lotito e Cellino - più, ça va sans dire , Galliani - contro le sette grandi (in teoria) sorelle del calcio italiano, che pure rappresentano il 70% dei tifosi. Difficile dire che Davide ha sconfitto Golia. A muovere il consenso, come al solito, sono infatti i soldi: "Il giochino è semplice - spiega un osservatore interno ai fatti della Lega che chiede di restare anonimo -. Infront negli anni ha comprato i diritti commerciali delle società che non riescono a vendere gli spazi commerciali dentro i propri stadi, sovrastimandone sistematicamente di qualche milione il valore. La cifra pagata in eccesso è il prezzo pagato per il voto in lega del presidente del club". Una lettura maliziosa? Può darsi. Di certo il copione è andato in replica quest' estate in fotocopia con l'elezione al vertice della Figc- alla faccia dei fuochi d' artificio su Optì Pobà - di Carlo Tavecchio. A eleggere l'impresentabile sono stati i club della scuderia Bogarelli seguendo il solito schema: grandi elettori Lotito e Galliani a guidare la folta schiera. Contro, solo Juve e Roma, che hanno chiesto un passo indietro a lui e a Demetrio Albertini con una lettera firmata da Cagliari, Cesena, Empoli, Fiorentina, Sampdoria, Sassuolo e Torino.
IL DEJA VU - La partita si giocava sul filo del voto. Fino a quando la scuderia Infront ha sparigliato le carte. "Devo annà a prendè er Cesena" ha annunciato Lotito alla vigilia del voto. La missione è finita con un trionfo: perché non solo ha preso il Cesena (che a metà luglio aveva siglato un accordo con Bogarelli, nel cui bilancio risultano versati 520mila euro ai romagnoli come anticipi per diritti di prelazione). Ma anche la Sampdoria, anch' essa cliente Infront. Un deja vu: i soldi comprano il potere, il potere garantisce i soldi. E non a caso appena al Milan ha iniziato a salire la stella di Barbara Berlusconi (e a tramontare quella di Galliani), Infront- temendo di perdere un alleato chiave - è corsa ai ripari garantendo un contratto d' oro all'Inter del neo arrivato Thohir, che alla vigilia dell'elezione di Tavecchio - la società nerazzurra ha votato per lui - ha firmato un accordo molto ricco per la gestione commerciale di San Siro. L'aspetto meno gradevole delle cambiali è che, a un certo punto, scadono. E quelle di Tavecchio ("un uomo che ha molte cambiali", parola del presidente del Coni Giovanni Malagò) potrebbero arrivare a maturazione in tempi strettissimi. Questo almeno temono i competitor della Infront che hanno partecipato all'asta della Figc per l'advisor commerciale della nazionale di calcio, fino ad oggi Rcs Sport. La scelta del nuovo è attesa a giorni e la candidatura di Infront per un contratto che vale intorno ai 60 milioni di euro (56 nel quadriennio 2011-2014) è considerata la favorita. Si vedrà. "Diciamo che se sull'appalto si dovessero accettare scommesse, i bookmakers non darebbero le quote", scherzano in Lega. In realtà c' è poco da scherzare. I concorrenti, oltre a Rcs (con Img) la svizzera Swissone assieme a Wpp, minacciano ricorsi alla magistratura. Il discorso vale ancora di più per quello che viene individuato dai pochi oppositori del "sistema Infront" come il vero buco nero del calcio italiano. La vendita dei diritti internazionali. A gestire questa fetta della grande torta del pallone c' è un'altra realtà vicinissima a Infront: la Mp&Silva di Riccardo Silva, e che acquistando come si dice "vuoto per pieno" i diritti a una cifra (120 milioni circa) li rivende in giro per il mondo a talmente tanti soggetti e per talmente tante vie che è difficile sapere quanto sia l'incasso esatto, né - dicono i maligni che immaginano indicibili retrocessioni agli uomini chiave del sistema - i reali beneficiari. Unica certezza: il business è una gallina dalle uova d'oro: la cassaforte irlandese di Silva ha chiuso gli ultimi due anni con 67 milioni di utili (su 200 di ricavi, buona parte dei quali generati presumibilmente dai diritti del calcio italiano). E ha staccato per i suoi fortunatissimi soci che si perdono nei paradisi fiscali fino all'isola di Tortola dividendi per 88 milioni. Un affare che fa gola a molti. E non a caso in questi giorni le società di serie A si stanno scannando sull'asta per il rinnovo del contratto. Le formazioni in campo sono sempre le stesse: Roma e (timidamente) Juventus fiancheggiate da Napoli, Fiorentina e pochi altri da una parte a chiedere più tempo per la decisione, Lotito e resto del mondo dall'altra. La scadenza delle offerte, alla fine, è stata posticipata a ieri, e il 20 la Lega deciderà. Ma pochi dubitano sul fatto che si vada verso il rinnovo alla MP & Silva.
I GALLIANI BOYS - Il motivo? La storia professionale di Riccardo Silva e i suoi intrecci con quella di Bogarelli. Un quadro che aiuta bene a capire chi sono da sempre gli uomini dietro il sistema Infront. I due, oltre alla passione per il calcio e i diritti tv, hanno in comune importanti trascorsi in Fininvest Silva ha il 95% di Milan Channel. Sono amici, i due. Mp&Silva, l'hanno fondata insieme (con loro c' era anche un altro manager del biscione, Andrea Locatelli). La "Mp" del brand sta per Media Partners, una società del gruppo, della quale faceva parte anche l'allora giovanissimo e promettente manager Andrea Abodi, oggi presidente della Lega di Serie B e vice presidente della Figc, già uomo chiave nella corsa di Tavecchio alla Figc. Tutti figli di Galliani, per dirla con un'espressione usata più volte nelle conversazioni ristrette dallo stesso manager milanista. Che, quando vide affacciarsi sulla soglia del palazzo del pallone la truppa agguerrita di Bogarelli & co. - si racconta - fece una smorfia ambigua e poi, respingendo le prime ipotesi di conflitto d'interessi, esclamò: "Figuratevi se farò gestire un miliardo di euro ai miei ex ragazzi allievi in Mediaset: parteciperò ad ogni operazione nell'interesse della mia società". Nessun dubbio, finora l'ha fatto benissimo.
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Re: Lotito, Galliani e il sistema Infront
esatto. grazie 

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Re: Lotito, Galliani e il sistema Infront
potresti postarlo, per favore.Luke Skywalker ha scritto: Questo? Altrimenti c'è pure quello sulla famosa fondazione.
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Re: Lotito, Galliani e il sistema Infront
pepatadicozze ha scritto: potresti postarlo, per favore.
ROMA - La chiamano Fondazione, ma in realtà è un bancomat, il grande bancomat del calcio italiano. Quello attraverso cui i "soliti noti" riescono a comprare il consenso dei presidenti delle squadre più piccole. Serve una manciata di voti in Lega Pro per salvare il presidente sull'orlo del burrone? E che problema c'è?, "famo un'anticipazione di cassa sui progetti della Fondazione" e il gioco è fatto, come ama dire Claudio Lotito (vedi telefonata con Pino Iodice). È l'ultimo scandalo del calcio italiano. O, meglio, è l'ingranaggio nascosto che completa il meccanismo di quell'unico sistema di potere, riassunto nella persona del presidente di Infront, Marco Bogarelli, che dal 2008 a oggi ha divorato il mondo del pallone, controllandone l'intera filiera.
IL BANCOMAT
Il funzionamento di questo ingranaggio è molto più semplice di quanto il nome ministeriale e la regolamentazione burocratica lascino pensare. La Legge Melandri del 2008 stabilisce che la Lega di Serie A devolva "una quota delle risorse economiche e finanziarie derivanti dalla commercializzazione dei diritti tv allo sviluppo dei settori giovanili delle società professionistiche, al sostegno degli investimenti per la sicurezza, anche infrastrutturale, degli impianti sportivi, e al finanziamento di almeno due progetti per anno finalizzati a sostenere discipline sportive diverse da quelle calcistiche". Questi soldi, parecchie decine di milioni di euro l'anno, finiscono nella "Fondazione per la mutualità generale negli sport professionistici a squadre", e da questa vengono gestiti, in totale assenza di controllo. In teoria la Fondazione dovrebbe ricevere attraverso un "ente veicolo" (Lega B, Lega Pro, Lega Dilettanti, Federazione basket e Coni) i progetti delle singole società, valutarli, scegliere i più utili o i più importanti e poi finanziarli. In pratica, invece dei progetti, vengono valutati, ovviamente su base esclusivamente politica, i "veicoli" e cioè i presidenti delle leghe a cui fare un favore. Questi poi li spartiscono tra i club a seconda delle convenienze. Il tutto indipendentemente dai progetti (che non vengono mai controllati). Tutto ciò succede nel migliore dei casi. Perché capita frequentemente che il consiglio, saldamente nelle mani di Lotito e di quella che l'opposizione in Lega chiama la gang di Infront, faccia anticipi di cassa o "premi" progetti degli anni precedenti.
Un elemento chiave della questione è infatti la composizione del consiglio, quello che poi decide tutto. Su 12 membri, 5, tra cui il presidente, li nomina la serie A, uno la serie B, 3 la Figc, uno la Fip, uno la Lega Basket, uno il Coni.
IL BALLO DEI PROGETTI
Partita a singhiozzo (creata nel 2011 e insediatasi nel 2013) la macchina dei soldi funziona a pieno regime da due stagioni visto che i primi anni di gestione sono stati affidati ad accordi più o meno confessabili. La prima erogazione ufficiale è datata giugno 2013. Le società e le leghe (con la mirabile eccezione della Serie B) non erano ancora pronte e non presentarono alcun progetto. I soldi però arrivarono ugualmente. Il secondo anno, nel 2014, le Leghe attrezzarono una specie di "modulo di progetto", un documento Word da copiare e incollare. Anche in quel caso i soldi (73 milioni in due anni) vennero distribuiti senza colpo ferire.
Molti di quei progetti non sono mai nemmeno partiti. Ma siccome erano solo una scusa per prendere i soldi, sono stati ripresentati identici, quest'anno. Spesso senza nemmeno premurarsi di salvare le apparenze.
I PALLONI DI TAVECCHIO
Del resto delle apparenze importa ben poco. Quello che conta è la cassa. E così succede che a volte si sfondi il muro del ridicolo. La Lega Pro di Mario Macalli ad esempio ha presentato sessanta progetti, uno per ogni società rappresentata. Sessanta progetti diversi che però in comune hanno, curiosamente solo il preventivo. Che, incredibilmente, è sempre identico, 33.333,3 euro. Ora, al di là dell'imbarazzo di chi dovrà compilare il bonifico con l'insidioso decimale periodico, risulta abbastanza evidente che quel numero non sia stato indicato in ragione del costo dei lavori previsti ma di una semplice, banale, spartizione.
Che ha un suo indotto. Spulciando l'elenco dei progetti saltano fuori un po' di nomi e di numeri problematici. Come il caso di un centro federale da 539mila euro il cui preventivo è stato firmato dalla solita Limonta (la ditta famosa per la vicenda dei campi in erba sintetica) o come il caso dei 140mila palloni che la Lega Dilettanti vuole acquistare al costo di 2,2 milioni di euro dalla Molten, ditta che i più maliziosi tra gli osservatori indicano come molto vicina a Tavecchio. Vicinanza stabilita forse a causa di una polemica nata qualche anno fa quando la Lega Dilettanti di Tavecchio comunicò alle varie società la chiusura di un contratto di sponsorizzazione con la Molten che "al costo di 40 euro" (sic!) avrebbe fornito ben due palloni.
IL SISTEMA
Al di là dell'indotto, il vero punto è la logica che tiene insieme il tutto. La Fondazione è infatti la seconda gamba del sistema che in questo momento controlla il calcio italiano. La prima è Infront, la società vicinissima a Galliani e Lotito capace negli ultimi cinque anni di impadronirsi di tutte le leve del potere. Oggi è: 1) advisor della Lega di A per la vendita dei diritti tv, 2) advisor commerciale della Figc per la Nazionale di calcio, 3) titolare dei diritti di archivio del campionato italiano, 4) fornitrice di mezza serie A per conto della quale gestisce (in perdita) la pubblicità negli stadi e i rapporti commerciali. 5) producer televisivo delle partite. Da pochi giorni è anche ufficialmente partner della Gazzetta dello sport (Rcs era un competitor nella gara per i diritti della nazionale) nell'avventura di Gazzetta tv. Un potere enorme, come si vede, che però va saputo mantenere. Con la politica e cioè con il consenso degli elettori, che nel nostro sport sono i presidenti dei club. Per i big ci sono i contratti commerciali. Per tutto il resto, la Fondazione.
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Re: Lotito, Galliani e il sistema Infront
Luke Skywalker ha scritto:

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Re: Lotito, Galliani e il sistema Infront
grazie giovane skywalker
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Re: Lotito, Galliani e il sistema Infront
è come con la gea. per tutti era la cosa più normale del mondo.
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Re: Lotito, Galliani e il sistema Infront
L'Italia e la concorrenza. 

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Re: Lotito, Galliani e il sistema Infront
Ritornerò in Italia solo in veste di dittatore.Dedé ha scritto:L'Italia e la concorrenza.
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Re: Lotito, Galliani e il sistema Infront
Ci sarebbe il «ruolo improprio e ambiguo» di Claudio Lotito, consigliere di Lega «senza mandati particolari» ma pronto a mediare nella vicenda, alla base dell'istruttoria dell'Antitrust, in collaborazione con la Guardia di Finanza, sull'assegnazione dei diritti tv del calcio. Ad accendere la curiosità del Garante, in particolare, stando a quanto apprende l'agenzia di stampa, è l'episodio della lite in assemblea tra il presidente biancoceleste e quello della Juventus Andrea Agnelli. Il numero uno bianconero puntava a «massimizzare i profitti», mentre Lotito per favorire l'accordo tra le parti era per una soluzione al ribasso per la Lega, strada poi scelta da Via Rosellini, di circa una decina di milioni di euro.
(ansa)
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