La Coppa Rimet raccontata: Francia '38
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Re: La Coppa Rimet raccontata: Francia 1938
8 - Il lento scorrere del tempo, parte prima.
Sarebbe ingeneroso non tornare indietro, adesso, e vedere come si e' trasformata questa squadra, dal primo successo della coppa Internazionale del 1930. È doveroso, ma anche corretto per vedere la sua evoluzione.
Nel 1930 l'Italia di aggiudica la prima coppa Internazionale, nata nel 1927 e destinata alle sfide tra le nazionale, soprattutto, di Italia, Austria, Ungheria e Cecoslovacchia, insomma il meglio del meglio; l'ultima partita del girone avviene poche settimane prima del mondiale uruguagio, e l'Italia batte l'Ungheria 5 a 0 a Budapest.
Questa la formazione:
Combi; Monzeglio, Calligaris;Colombari, Ferraris, Pitto; Costantino, Baloncieri, Meazza, Magnozzi, Orsi.
Quelli in neretto saranno titolari anche nel 1934, nei mondiali.
La grande novità tattica che porta Pozzo per il 1934 è l'inserimento di Monti, spostando Ferraris sulla mediana esterna, e far diventare Meazza una mezzala, invece di farlo giocare come centravanti, per sfruttare meglio le sue giocate, il suo estro; infatti in quel ruolo ci giocheranno, nei mondiali, prima Schiavio, potente e forte e poi Piola, palleggiatore e tecnico...insomma come dire nel 1934 Bobo Vieri e invece nel 1938 uno tipo Lewandoswsky.
Nel 1933, l'Italia perde la seconda edizione della coppa Internazionale, poco prima del mondiale casalingo; ma prima della seconda vittoria della Coppa Internazionale e prima della vittoria Olimpica, c'è l'invito a sfidare l'Inghilterra ad Higbury...novembre 1934.
Un onore riservato a pochi.
Ceresoli; Monzeglio, Allemandi; Ferraris, Monti, Bertolini; Guaita, Serantoni, Meazza, Ferrari e Orsi
Sarebbe ingeneroso non tornare indietro, adesso, e vedere come si e' trasformata questa squadra, dal primo successo della coppa Internazionale del 1930. È doveroso, ma anche corretto per vedere la sua evoluzione.
Nel 1930 l'Italia di aggiudica la prima coppa Internazionale, nata nel 1927 e destinata alle sfide tra le nazionale, soprattutto, di Italia, Austria, Ungheria e Cecoslovacchia, insomma il meglio del meglio; l'ultima partita del girone avviene poche settimane prima del mondiale uruguagio, e l'Italia batte l'Ungheria 5 a 0 a Budapest.
Questa la formazione:
Combi; Monzeglio, Calligaris;Colombari, Ferraris, Pitto; Costantino, Baloncieri, Meazza, Magnozzi, Orsi.
Quelli in neretto saranno titolari anche nel 1934, nei mondiali.
La grande novità tattica che porta Pozzo per il 1934 è l'inserimento di Monti, spostando Ferraris sulla mediana esterna, e far diventare Meazza una mezzala, invece di farlo giocare come centravanti, per sfruttare meglio le sue giocate, il suo estro; infatti in quel ruolo ci giocheranno, nei mondiali, prima Schiavio, potente e forte e poi Piola, palleggiatore e tecnico...insomma come dire nel 1934 Bobo Vieri e invece nel 1938 uno tipo Lewandoswsky.
Nel 1933, l'Italia perde la seconda edizione della coppa Internazionale, poco prima del mondiale casalingo; ma prima della seconda vittoria della Coppa Internazionale e prima della vittoria Olimpica, c'è l'invito a sfidare l'Inghilterra ad Higbury...novembre 1934.
Un onore riservato a pochi.
Ceresoli; Monzeglio, Allemandi; Ferraris, Monti, Bertolini; Guaita, Serantoni, Meazza, Ferrari e Orsi
Ultima modifica di pisodinosauro il ven 20 giu 2014, 11:33, modificato 1 volta in totale.
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Re: La Coppa Rimet raccontata: Francia 1938
9 - Il lento scorrere del tempo, parte seconda.
I ragazzi che scesero in campo ad Highbury, invitati dalla federazione inglese vengono ricordati come i Leoni di Highbury.
Ceresoli; Monzeglio, Allemandi; Ferraris, Monti, Bertolini; Guaita, Serantoni, Meazza, Ferrari e Orsi.
In neretto quelli che erano stati campioni del mondo nella finale contro la Cecoslovacchia, Mancavano solo Combi e Schiavio.
Uscirono, si dice, tra gli applausi anzi la standing ovation del pubblico londinese perchè, pur essendo rimasti in dieci per l'infortunio a i Monti nei primi minuti della partita, la squadra italiana risucì a recuperare dal 3 a 0 fino ad un insperabile 3 a 2, sfiorando il pari con una tarversa di Meazza allo scadere, e mettendo in serissima difficoltà la squadra inglese, ripetutamente
Questa sconfitta, perchè di sconfitta si parla, fece salire di moltissimo le quotazione internazionali dell'Italia; ricordate che il mondiale del 1934, per la stampa non italiana, venne vinto dall'Italia soprattutto per via dei favori ottenuti dal regime fascista: io dico che venne vinto anche grazie a i favori avuti come nazione organizzatrice dell'eveno, come era avvenuto anche nel 1930 e come sarebbe avvenuto anni dopo, tipo nel 1966, nel 1978 etc etc.
Ma il calcio italiano stava andando incontro ad un altro successo...il torneo Olimpico di Berlino.
I ragazzi che scesero in campo ad Highbury, invitati dalla federazione inglese vengono ricordati come i Leoni di Highbury.
Ceresoli; Monzeglio, Allemandi; Ferraris, Monti, Bertolini; Guaita, Serantoni, Meazza, Ferrari e Orsi.
In neretto quelli che erano stati campioni del mondo nella finale contro la Cecoslovacchia, Mancavano solo Combi e Schiavio.
Uscirono, si dice, tra gli applausi anzi la standing ovation del pubblico londinese perchè, pur essendo rimasti in dieci per l'infortunio a i Monti nei primi minuti della partita, la squadra italiana risucì a recuperare dal 3 a 0 fino ad un insperabile 3 a 2, sfiorando il pari con una tarversa di Meazza allo scadere, e mettendo in serissima difficoltà la squadra inglese, ripetutamente
Questa sconfitta, perchè di sconfitta si parla, fece salire di moltissimo le quotazione internazionali dell'Italia; ricordate che il mondiale del 1934, per la stampa non italiana, venne vinto dall'Italia soprattutto per via dei favori ottenuti dal regime fascista: io dico che venne vinto anche grazie a i favori avuti come nazione organizzatrice dell'eveno, come era avvenuto anche nel 1930 e come sarebbe avvenuto anni dopo, tipo nel 1966, nel 1978 etc etc.
Ma il calcio italiano stava andando incontro ad un altro successo...il torneo Olimpico di Berlino.
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Re: La Coppa Rimet raccontata: Francia 1938
scusate, avevo commesso un errore grossolano, scambiare Olivieri per Ceresoli...
rimediato
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Re: La Coppa Rimet raccontata: Francia 1938
10 - Il lento scorrere del tempo, parte terza.
In avvicinamento al titolo olimpico, l'Italia vince per la seconda volta la coppa Internazionale, di fatto sconfiggendo a Vienna l'Austria nel 1935, 2 a 0 con doppietta di Piola, anche se quella non fu la patita finale del girone.
Quella formazione italiana prevedeva:
Ceresoli, Monzeglio , Mascheroni; Pitto, Faccio, Corsi; Guaita, De Maria, Piola, Ferrari e Orsi
In pratica in squadra ci sono, rispetto a quella del titolo mondiale del 1934, le ali Guaita e Orsi, la mezzala Ferrari, e Monzeglio dietro in difesa.
Questo dimostra che il patrimonio del calcio italiano, in quel periodo è enorme, superiore a quello di molte scuole di calcio importanti; che ci consente di variare formazioni e ruoli, continuando a vincere.
Inoltre, come detto, nel 1936 l'Italia ottiene anche l'unico titolo olimpico del suo palmares, battendo 2 a 1 l'Austria (ancora loro) nella finale di Berlino.
In campo, studenti o dilettanti, anche se in realtà gran parte di questi giocava in serie A, ma lo spirito olimpico chiedeva il rispetto (formale) di alcune regole.
In campo: Venturini, Foni , Rava; Baldo, Piccini, Locatelli, Frossi, Marchini, Bertoni, Biagi e Gabriotti
In sostanza, dal 1930 all'inizio del mondiale di Francia, l'Italia ha vinto ogni competizione a cui ha partecipato, eccetto la coppa Internazionale del 1933. Di certo, non poco...
Da qui, si arriva direttamente ai mondiali del 1938, e torniamo al quarto di finale con la Francia.
In avvicinamento al titolo olimpico, l'Italia vince per la seconda volta la coppa Internazionale, di fatto sconfiggendo a Vienna l'Austria nel 1935, 2 a 0 con doppietta di Piola, anche se quella non fu la patita finale del girone.
Quella formazione italiana prevedeva:
Ceresoli, Monzeglio , Mascheroni; Pitto, Faccio, Corsi; Guaita, De Maria, Piola, Ferrari e Orsi
In pratica in squadra ci sono, rispetto a quella del titolo mondiale del 1934, le ali Guaita e Orsi, la mezzala Ferrari, e Monzeglio dietro in difesa.
Questo dimostra che il patrimonio del calcio italiano, in quel periodo è enorme, superiore a quello di molte scuole di calcio importanti; che ci consente di variare formazioni e ruoli, continuando a vincere.
Inoltre, come detto, nel 1936 l'Italia ottiene anche l'unico titolo olimpico del suo palmares, battendo 2 a 1 l'Austria (ancora loro) nella finale di Berlino.
In campo, studenti o dilettanti, anche se in realtà gran parte di questi giocava in serie A, ma lo spirito olimpico chiedeva il rispetto (formale) di alcune regole.
In campo: Venturini, Foni , Rava; Baldo, Piccini, Locatelli, Frossi, Marchini, Bertoni, Biagi e Gabriotti
In sostanza, dal 1930 all'inizio del mondiale di Francia, l'Italia ha vinto ogni competizione a cui ha partecipato, eccetto la coppa Internazionale del 1933. Di certo, non poco...
Da qui, si arriva direttamente ai mondiali del 1938, e torniamo al quarto di finale con la Francia.
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Re: La Coppa Rimet raccontata: Francia 1938
11 - I Quarti di Finale.
I mondiali si stanno svolgendo nella bella cornice francese, ed ormai sono nella fase cruciale.
Le partite che designeranno le semifinaliste sono le seguenti:
Svezia che travolge Cuba 8 a 0
Ungheria che batte la Svizzera 2 a 0
Queste due squadre si giocheranno insieme l'accesso alla finalissima di Parigi.
Dall'altro lato del tabellone, si affrontano Francia ed Italia, oltre a Brasile e Cecoslovacchia. che daranno vita ad un interessantissimo incontro, con ripetizione.
Infatti nel primo incontro gli animi si surriscaldano ed un tackle assassino di due brasiliani procura danni al bomber Neyedly, che subisce una frattura al piede; un brasiliano viene espulso. Poi Leonidas porta in vantaggio il Brasile, ma prima dell'intervallo, una rissa furibonda viene sedata solo con espulsione di altri due giocatori, uno per parte.
Il portiere Planika si rompe un braccio e deve abbandonare la tenzone agonistica, così come Neyedly, non prima però di aver segnato su rigore il gol del definitivo pareggio.
Nella ripetizione la Cecoslovacchia è ridotta ai minimi termini, senza i suoi punti di forza, mentre il Brasile riesce a sostituire gli squalificati; nonostante il gol del vantaggio ceco, il Brasile di Leonidas riesce a pareggiare per poi ribaltare il risultato della partita.
Brasile in semifinale , ed incontrerà la vincente di Italia vs Francia.
I mondiali si stanno svolgendo nella bella cornice francese, ed ormai sono nella fase cruciale.
Le partite che designeranno le semifinaliste sono le seguenti:
Svezia che travolge Cuba 8 a 0
Ungheria che batte la Svizzera 2 a 0
Queste due squadre si giocheranno insieme l'accesso alla finalissima di Parigi.
Dall'altro lato del tabellone, si affrontano Francia ed Italia, oltre a Brasile e Cecoslovacchia. che daranno vita ad un interessantissimo incontro, con ripetizione.
Infatti nel primo incontro gli animi si surriscaldano ed un tackle assassino di due brasiliani procura danni al bomber Neyedly, che subisce una frattura al piede; un brasiliano viene espulso. Poi Leonidas porta in vantaggio il Brasile, ma prima dell'intervallo, una rissa furibonda viene sedata solo con espulsione di altri due giocatori, uno per parte.
Il portiere Planika si rompe un braccio e deve abbandonare la tenzone agonistica, così come Neyedly, non prima però di aver segnato su rigore il gol del definitivo pareggio.
Nella ripetizione la Cecoslovacchia è ridotta ai minimi termini, senza i suoi punti di forza, mentre il Brasile riesce a sostituire gli squalificati; nonostante il gol del vantaggio ceco, il Brasile di Leonidas riesce a pareggiare per poi ribaltare il risultato della partita.
Brasile in semifinale , ed incontrerà la vincente di Italia vs Francia.
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Re: La Coppa Rimet raccontata: Francia 1938
scusateci...vi starete rivoltando nella tomba, stasera!
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Re: La Coppa Rimet raccontata: Francia 1938
12 - Italia contro Francia.
Le due nazionali cugine si sfidano per incontrare il Brasile in semifinale. Pochi mesi prima, la Francia era riuscita a bloccare gli azzurri sullo 0 a 0.
E la Francia sperava, vista la prova mediocre degli italiani contro la Norvegia, di avere le possibilità di sconfiggere i campioni del mondo.
Il rapporto tra le tifoserie non è buono, e la stampa francese e' molto ostile verso la nazionale azzurra, che rappresenta per loro il fascismo.
E la squadra italiana non fa nulla per stemperare il giudizio negativo, anzi; allo stadio di Colombes, essendo ospiti l'Italia sceglie di giocare con la divisa di riserva...che però è un completo completamente nero.
Questa divisa di cortesia, sembra venne richiesta espressamente da Mussolini o da alcuni gerarchi fascisti.
Tant'è che la squadra italiana viene accolta con fischi alla presentazione del squadre.
All'inizio della partita, un veloce uno- due porta il risultato sul 1 a 1; nel secondo tempo, continua la supremazia sterile della Francia, che però non porta risultato.
Appena si presenta l'occasione, Piola sfrutta una palla e porta l'Italia in vantaggio, e poi ribadisce ancora in rete per il 3 a 1 finale.
Francia battuta, ci attende il temibile Brasile dell'uomo di gomma, il terribile Leonidas da Silva.
Le due nazionali cugine si sfidano per incontrare il Brasile in semifinale. Pochi mesi prima, la Francia era riuscita a bloccare gli azzurri sullo 0 a 0.
E la Francia sperava, vista la prova mediocre degli italiani contro la Norvegia, di avere le possibilità di sconfiggere i campioni del mondo.
Il rapporto tra le tifoserie non è buono, e la stampa francese e' molto ostile verso la nazionale azzurra, che rappresenta per loro il fascismo.
E la squadra italiana non fa nulla per stemperare il giudizio negativo, anzi; allo stadio di Colombes, essendo ospiti l'Italia sceglie di giocare con la divisa di riserva...che però è un completo completamente nero.
Questa divisa di cortesia, sembra venne richiesta espressamente da Mussolini o da alcuni gerarchi fascisti.
Tant'è che la squadra italiana viene accolta con fischi alla presentazione del squadre.
All'inizio della partita, un veloce uno- due porta il risultato sul 1 a 1; nel secondo tempo, continua la supremazia sterile della Francia, che però non porta risultato.
Appena si presenta l'occasione, Piola sfrutta una palla e porta l'Italia in vantaggio, e poi ribadisce ancora in rete per il 3 a 1 finale.
Francia battuta, ci attende il temibile Brasile dell'uomo di gomma, il terribile Leonidas da Silva.
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Re: La Coppa Rimet raccontata: Francia 1938
13 - Quell'aereo per Parigi.
Si racconta che il Brasile, anzi l'allenatore Pimenta, fosse così sicuro della vittoria da lasciare in panchina Leonidas e Tim, per farli riposare in vista della finale, tanto si ritenevano superiori.
Si disse che la federazione brasiliana avesse acquistato in anticipo i biglietti dell'aereo che avrebbe portato la Selecao a Parigi per la finale.
E si dice anche che dopo la partita, non ci fu verso per gli italiani di potarli acquistare.
Si dice anche che Meazza battè segnando il rigore del raddoppio azzurro tenendosi con una mano i calzoncini che si erano improvvisamente rotti, facendo stranissimi movimenti nella rincorsa.
Sarà tutto, ma in fondo, il Brasile non capì che quello contro la Cecoslovacchia non fu un incontro, ma una battaglia. E che avrebbe avuto bisogno, quindi della concentrazione necessaria per superare il turno, contro i campioni del mondo in carica, visto anche che il doppio incontro con i danubiani si era concluso solo 48 ore prima della semifinale.
La supponenza brasiliana, il voler sempre vincere anche quando non serve, il voler giocare bene anche quando bisogna spazzare via la palla, avere in squadra funamboli che da soli ti fanno vincere le partite...beh questo atteggiamento privò il Brasile del titolo mondiale fino al 1958, quando capirono come bisognasse giocare a calcio, e basta.
La partita si racchiude in queste poche parole, 2 a 1 il risultato finale dell'Italia con gol di Colaussi ed il ricordato rigore di Meazza.
Il volo non lo prese nessuno , il Brasile non salì mai su quell'aereo, l'Italia comprò biglietti del treno verso la gare de Lyon.
Per la sfida contro l'Ungheria di Giorgio Sarosi e Zsengeller, l'altra grande squadra della tradizione danubiana, che aveva facilmente piegato a Parigi la Svezia per 5 a 1.
Si racconta che il Brasile, anzi l'allenatore Pimenta, fosse così sicuro della vittoria da lasciare in panchina Leonidas e Tim, per farli riposare in vista della finale, tanto si ritenevano superiori.
Si disse che la federazione brasiliana avesse acquistato in anticipo i biglietti dell'aereo che avrebbe portato la Selecao a Parigi per la finale.
E si dice anche che dopo la partita, non ci fu verso per gli italiani di potarli acquistare.
Si dice anche che Meazza battè segnando il rigore del raddoppio azzurro tenendosi con una mano i calzoncini che si erano improvvisamente rotti, facendo stranissimi movimenti nella rincorsa.
Sarà tutto, ma in fondo, il Brasile non capì che quello contro la Cecoslovacchia non fu un incontro, ma una battaglia. E che avrebbe avuto bisogno, quindi della concentrazione necessaria per superare il turno, contro i campioni del mondo in carica, visto anche che il doppio incontro con i danubiani si era concluso solo 48 ore prima della semifinale.
La supponenza brasiliana, il voler sempre vincere anche quando non serve, il voler giocare bene anche quando bisogna spazzare via la palla, avere in squadra funamboli che da soli ti fanno vincere le partite...beh questo atteggiamento privò il Brasile del titolo mondiale fino al 1958, quando capirono come bisognasse giocare a calcio, e basta.
La partita si racchiude in queste poche parole, 2 a 1 il risultato finale dell'Italia con gol di Colaussi ed il ricordato rigore di Meazza.
Il volo non lo prese nessuno , il Brasile non salì mai su quell'aereo, l'Italia comprò biglietti del treno verso la gare de Lyon.
Per la sfida contro l'Ungheria di Giorgio Sarosi e Zsengeller, l'altra grande squadra della tradizione danubiana, che aveva facilmente piegato a Parigi la Svezia per 5 a 1.
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Re: La Coppa Rimet raccontata: Francia 1938
14 - Senza storia.
La finale tra Italia ed Ungheria è l'ennesima sfida tra il calcio danubiano e quello di Pozzo.
Ed è l'ennesima dimostrazione della superiorità, in quel momento del calcio italiano.
Stavolta, non valgono le accuse di favoritismi, di intimidazioni perpetrate nei confronti delle delegazioni straniere; anzi, si giocava in terreno tutt'altro che amico.
Magari, forse, una buona dose di fortuna, come sempre serve a chi deve vincere.
L'Italia rifila un rotondo 4 a 2 , con doppietta di Piola e Colaussi, l'ala triestina al secolo Colausig, che però faceva troppo straniero; morto in povertà nonostante, con ritardo, lo stato gli avesse assegnato un piccolo vitaliazio ... mondo senza riconoscenza.
Gli ungheresi persero l'ennesima sfida contro l'Italia, ribadendo ancora una volta la propria inferiorità psicologica nei confronti degli azzurri.
La grande Ungheria non era ancora arrivata, quella dell'Aranycsapat, la squadra d'oro di Puskas; ancora non è il momento.
Nonostante la stella Sarosi, ritenuto all'epoca uno dei tre giocatori più forti del mondo, insieme e Sindelar e Meazza, la squadra agli ordini di Schaffer non ebbe modo di vincere quella partita, sempre ad inseguire gli uomini di Pozzo; Schaffer che nel 1942 vinse invece uno storico scudetto in Italia.
Che dire degli azzurri e di Pozzo: fecero quello che solo il grande Brasile riuscì a fare 20 anni dopo, ovvero la doppietta mondiale e soprattutto dominare il calcio continentale e mondiale fino allo scoppio della II guerra mondiale.
L'arrivederci doveva essere a Brasile 1942, sarebbe diventato Brasile 1950.
Mondiale che l'Italia perse nel maggio del 1949, senza avere la possibilità concreta di aggiudicarsi la coppa Rimet definitivamente.
La finale tra Italia ed Ungheria è l'ennesima sfida tra il calcio danubiano e quello di Pozzo.
Ed è l'ennesima dimostrazione della superiorità, in quel momento del calcio italiano.
Stavolta, non valgono le accuse di favoritismi, di intimidazioni perpetrate nei confronti delle delegazioni straniere; anzi, si giocava in terreno tutt'altro che amico.
Magari, forse, una buona dose di fortuna, come sempre serve a chi deve vincere.
L'Italia rifila un rotondo 4 a 2 , con doppietta di Piola e Colaussi, l'ala triestina al secolo Colausig, che però faceva troppo straniero; morto in povertà nonostante, con ritardo, lo stato gli avesse assegnato un piccolo vitaliazio ... mondo senza riconoscenza.
Gli ungheresi persero l'ennesima sfida contro l'Italia, ribadendo ancora una volta la propria inferiorità psicologica nei confronti degli azzurri.
La grande Ungheria non era ancora arrivata, quella dell'Aranycsapat, la squadra d'oro di Puskas; ancora non è il momento.
Nonostante la stella Sarosi, ritenuto all'epoca uno dei tre giocatori più forti del mondo, insieme e Sindelar e Meazza, la squadra agli ordini di Schaffer non ebbe modo di vincere quella partita, sempre ad inseguire gli uomini di Pozzo; Schaffer che nel 1942 vinse invece uno storico scudetto in Italia.
Che dire degli azzurri e di Pozzo: fecero quello che solo il grande Brasile riuscì a fare 20 anni dopo, ovvero la doppietta mondiale e soprattutto dominare il calcio continentale e mondiale fino allo scoppio della II guerra mondiale.
L'arrivederci doveva essere a Brasile 1942, sarebbe diventato Brasile 1950.
Mondiale che l'Italia perse nel maggio del 1949, senza avere la possibilità concreta di aggiudicarsi la coppa Rimet definitivamente.
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Re: La Coppa Rimet raccontata: Francia 1938
passata nel totale disinteresse...
si parlava di Italia...
bah
si parlava di Italia...
bah
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Re: La Coppa Rimet raccontata: Francia 1938
io ho letto con silenzioso piacere! grazie!
Ярмоленко
http://i.imgur.com/2FtZU3q.gif
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Re: La Coppa Rimet raccontata: Francia 1938
complimenti!
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Re: La Coppa Rimet raccontata: Francia 1938
è che spesso nelle altre serie, qualcuno interveniva dando il suo contributo...questa edizione invece è passata come se non fosse un mondiale "storico".
eppure è un mondiale molto interessante, in cui finiscono certe supremazie e cominciano ad affermarsene altre, solo questo...

eppure è un mondiale molto interessante, in cui finiscono certe supremazie e cominciano ad affermarsene altre, solo questo...

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Re: La Coppa Rimet raccontata: Francia 1938
Grande piso!
Vi posto questa chicca che sono andato a ricercare per avere conferma, l'avevo sentita una volta su "Sfide" ma volevo essere sicuro di ciò che scrivevo.
Ecco cosa successe tra l'ottavo di finale contro la Norvegia ed i quarti.
NELLA CASA CHIUSA - Il quarto di finale tra i padroni di casa e gli Italiani era di sicuro il più sentito: allo stadio "Colombes" di Parigi erano in più di 70.000 a cercare di spingere la Francia verso la semifinale. L’avversità verso gli azzurri era tale che, arrivati da Marsiglia in treno, i giocatori italiani dovettero discutere anche con i facchini della stazione perché, prendendo personalmente le loro valigie, avrebbero “impedito il diritto dei facchini a lavorare”. Pozzo aveva digerito la mezza figuraccia fatta con la Norvegia e come prima cosa su richiesta di capitan Meazza concesse agli azzurri, derogando alle sue regole monacali, una serata spensierata in una casa di tolleranza di Marsiglia (“ma mi raccomando! – Disse – Niente concessioni al vizio: solo la semplice”).
Vi posto questa chicca che sono andato a ricercare per avere conferma, l'avevo sentita una volta su "Sfide" ma volevo essere sicuro di ciò che scrivevo.
Ecco cosa successe tra l'ottavo di finale contro la Norvegia ed i quarti.
NELLA CASA CHIUSA - Il quarto di finale tra i padroni di casa e gli Italiani era di sicuro il più sentito: allo stadio "Colombes" di Parigi erano in più di 70.000 a cercare di spingere la Francia verso la semifinale. L’avversità verso gli azzurri era tale che, arrivati da Marsiglia in treno, i giocatori italiani dovettero discutere anche con i facchini della stazione perché, prendendo personalmente le loro valigie, avrebbero “impedito il diritto dei facchini a lavorare”. Pozzo aveva digerito la mezza figuraccia fatta con la Norvegia e come prima cosa su richiesta di capitan Meazza concesse agli azzurri, derogando alle sue regole monacali, una serata spensierata in una casa di tolleranza di Marsiglia (“ma mi raccomando! – Disse – Niente concessioni al vizio: solo la semplice”).
“You know, boring i think is 10 years without a title. That's very boring. You support the club and you're waiting, waiting, waiting for so many years without a title, so that's very boring.” (JM)
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Re: La Coppa Rimet raccontata: Francia 1938
Si, vero.Alevt86 ha scritto:Grande piso!
Vi posto questa chicca che sono andato a ricercare per avere conferma, l'avevo sentita una volta su "Sfide" ma volevo essere sicuro di ciò che scrivevo.
Ecco cosa successe tra l'ottavo di finale contro la Norvegia ed i quarti.
NELLA CASA CHIUSA - Il quarto di finale tra i padroni di casa e gli Italiani era di sicuro il più sentito: allo stadio "Colombes" di Parigi erano in più di 70.000 a cercare di spingere la Francia verso la semifinale. L’avversità verso gli azzurri era tale che, arrivati da Marsiglia in treno, i giocatori italiani dovettero discutere anche con i facchini della stazione perché, prendendo personalmente le loro valigie, avrebbero “impedito il diritto dei facchini a lavorare”. Pozzo aveva digerito la mezza figuraccia fatta con la Norvegia e come prima cosa su richiesta di capitan Meazza concesse agli azzurri, derogando alle sue regole monacali, una serata spensierata in una casa di tolleranza di Marsiglia (“ma mi raccomando! – Disse – Niente concessioni al vizio: solo la semplice”).
La storia dei facchini e' documentata, fu Meazza a litigare con gli addetti alla stazione, ma sembra fosse un sistema per destabilizzare gli azzurri....
Quella del bordello e' probabile..ah ah ah
Ps ti voglio astro sul Brasile 1950...li sicuramente Brasileiro non interviene...
