Jules Rimet decise che per alternanza, visto che la precedente edizione era stata assegnata al sudamerica, questa sarebbe stata sicuramente appannaggio di una nazione Europea.
A sorpresa, nel 1932 al momento della scelta erano candidate solo Italia e Svezia e, nonostante una naturale reticenza di Jules Rimet verso il regime fascista italiano, la FIFA non si senti di negare questo mondiale ad una delle maggiori potenze calcistiche mondiali, appunto l'Italia.
Il Governo italiano rassicurò tutti su una esemplare quanto corretta organizzazione.
In realtà, il Fascismo aveva puntato molto sullo sport come momento di raccoglimento e propaganda, e l'organizzazione di un evento come il mondiale rafforzava i legami interni al paese, i sentimenti patriottici e promuoveva l'immagine di un paese ancora lontano dalla Germania di Hitler...anche se poi gli eventi precipitarono rapidamente.
Insomma nel 1934, il mondiale si sarebbe svolto in Italia.
Il periodo storico è uno dei più grigi delle recente storia europea, l'anno dei mondiali Hitler infatti aveva già ottenuto i pieni poteri dopo l'incendio del Reichstag e le mire espansionistiche tedesche convergevano verso l'annessione dell'Austria cui si opporrà Engelbert Dolfuss, brutalmente assassinato dai sicari nazisti.
L'Europa è già in piena ebollizione: crisi parlamentare in Francia, omicidi politici di Alessandro di Jugoslavia e del ministro degli esteri francese Jean Luis Barthou, regolamenti interni al partito nazista nella "notte dei lunghi coltelli".
Ma ciò non impedì a centinaia di migliaia di persone di assistere alle partite della competizione mondiale o di seguirle via radio per tramite della voce appassionata di Nicolò Carosio.
Il regime fascista, era inoltre preoccupato che il mondiale non fosse un bagno di sangue dal punto di vista econonmico, l'economia non era florida ed il paese non poteva permettersi di sostenere i costi dell'organizzazione: ma a sorpresa, al netto delle spese, il mondiale si rivelò alla fine comunque un affare.
Le nazioni iscritte alla FIFA erano 50: 32 decisero di candidarsi per partecipare all'evento, ma non fu ovviamente possibile ospitarle tutte, e fu quindi necessario effettuare una scrematura, per ridurre il numero delle squadre a 16. Incontri ad eliminazione diretta avrebbero condotto fino alla finalissima di Roma.
Poiche solo Brasile ed Argentina pateciparono per il sudamerica, avendo l'Uruguay sdegnosamente rifiutato di difendere il titolo per la defezione dell'Italia di 4 anni prima, si può dire questo mondiale fu una specie di prologo di un campionato europeo.
In realtà, esisteva una competizione europea, la Coppa Internazionale, che avrebbe visto nelle varie edizioni, al via, al massimo 6 squadre: Italia, Ungheria, Cecoslovacchia, Austria, Jugoslavia e Svizzera.
La prima edizione nel 1930 venne vinta dall'Italia, che però non riusci a ripetersi nell'edizione successiva, dove vinse l'Austria, quella appunto appena precedente i mondiali del 34.
Tornando ai sudamericani, l'Argentina partecipò ai mondiali con una squadra di dilettanti, dato che i professionisti non vennero inviati in Italia per un diniego della AFA, che temeva di veder depredato il campionato argentino dei migliori giocatori...e quale vetrina migliore di un mondiale.
Daltronde, l'Italia in quel mondiale avrebbe schierato, come colonna, un certo Luisito Monti...ricordate la finale di Montevideo, el conejo?
Comunque le principali squadre europee riescono a partecipare, eccetto la Jugolsavia, semifinalista 4 anni prima, eliminata nelle qualificazioni ed ovviamente le altezzose federazioni anglosassoni.
Ma il meglio del calcio era presente, soprattutto le favoritissime Austria e Cecoslovacchia, e poi Ungheria, Spagna, Francia e Germania.
Vittorio Pozzo e' l'allenatore della nazionale a cui sono accostati i maggiori successi della storia del calcio italiano.
Figura controversa, accidioso e vendicativo, ma integerrimo, allineato al potere ma senza essere colluso, padre dei propri ragazzi, da cui esigeva moltissimo.
Ma soprattutto, profondo conoscitore di calcio.
Aveva già fatto parte dei quadri della federazione, ma poi lasciò perché aveva bisogno di lavorare per sostenere la famiglia, era insegnante.
Venne richiamato per salvare la patria, ovvero provare a vincere il mondiale italiano.
Per parlare di Pozzo, dobbiamo però tornare un po' indietro, a quando la federazione decise di modificare la regola del fuorigioco (1925) riducendo da tre a due i giocatori difensori tra palla e linea di fondo.
Questa modifica al regolamento, provocò la nascita di nuovi schemi, come il sistema WM di Chapman ed il metodo di Pozzo, appunto, il WW.
La nuova regola del fuorigioco, che rende più facile agli attaccanti salire verso la porta avversaria, determina di gran fretta l'abbandono della piramide, lo schema 2-3-5 che dominava all'epoca, per un più organizzato modulo di gioco, il WM di Chapman e le sue varianti.
Nel WM, il 3-2-2-3 o anche 3-4-3, il centro mediano della linea dei tre, arretra fino a posizionarsi sulla linea dei terzini e nasce lo stopper; i due intermedi della linea dei 5 si abbassano dietro le tre punte...e diventano mezz'ali o interni di centrocampo.
Insomma, un gioco molto più di manovra, elegante.
Pozzo studia il sistema ed inventa il metodo, più adatto secondo lui alle capacità atletiche italiane, robusta difesa e rapido contropiede.
Il metodo di Pozzo e' un WW, quindi un 2-3-2-3, dove il ruolo chiave del gioco era il centrale dei tre mediani, ovvero Luisito Monti. Era il giocatore che comandava il centrocampo, ed aiutava i difensori arretrando all'occorrenza.
Nel metodo di Pozzo, le squadre hanno sempre superiorità numerica a centrocampo, rispetto al sistema di Chapman, dove i centrocampisti sono solo 4.
Pozzo vinse due mondiali ed una Olimpiade con il metodo...ma più tardi in Italia il grande Torino adottò il sistema di Chapman e pose fine all'esperimento di Pozzo, che terminò con lui.
Pozzo vuole costruire la squadra per vincere il mondiale, ma gli manca qualcosa.
Intanto in Italia erano arrivati diversi oriundi, attratti dai "facili" soldi e dalla possibilità anche di vestire i panni della nazionale Italiana , grazie al regolamento relativo agli oriundi.
Per la nazionale italiana erano un serbatoio importante e Pozzo decise di provare ad inserire elementi importanti.
Negli anni, erano gia' venuti in Italia fior di campioni: Orsi, Guaita, Stabile...e poi lui, Luisito Monti.
Quando si allenava con la maglia della Juve, Monti e' il ricordo del fantastico giocatore argentino di pochi mesi prima: sovrappeso, lento...quasi goffo. Gli Agnelli furono convinti da Raimundo Orsi, altro argentino, portarlo a Torino, con 4 soldi
Ma Monti ha avuto la assicurazione che se si dovesse rimettere in forma...Pozzo lo porterebbe al mondiale: ed a lui il nomignolo di conejo non è mai piaciuto, la favola che non volesse giocare la finale del 1930 per paura, lui definito armadio a due ante.
Nell'immaginario di Pozzo, Monti e' il perfetto mediano centrale, l'uomo che rilancia l'azione e che protegge la difesa, fino a schierarsi con i terzini. Già a fine 1932, Monti diventa titolare inamovibile della nazionale italiana.
In quella squadra, non sarà l'unico di sangue argentino.
Il bello di questo mondiale è che è ad eliminazione diretta, e gli ottavi sono giocati in contemportanea, in otto città diverse.
L'Italia infatti possedeva parecchi impianti di dimensioni interesanti, abbastanza ben messi per l'epoca; di meglio c'erano solo gli stadi con le tribune di legno in Inghilterra; senza le televisioni, la contemporaneità degli incontri deve essere perseguita.
La Cecoslovacchia batte la Romania 2 a 1 a Trieste.
La Germania batte il Belgio 5 a 2 a Firenze.
L'Austria di Sindelar batte la Francia 3 a 2 ai supplementari a Torino.
La Spagna del leggendario portiere Zamora batte 3 a 1 il Brasile di Leonidas a Genova.
La Svizzera batte 3 a 2 l'Olanda a San Siro.
La Svezia batte l'Argentina 3 a 2 a Bologna
L'Ungheria batte a fatica 4 a 2 l'Egitto a Napoli.
L'Italia esordisce con il botto, distruggendo a Roma gli Stati Uniti 7 a 1 schierandosi con questa formazione: Combi; Rosetta e Allemandi: Pizziolo, Monti e Bertolini; Guarisi, Meazza, Schiavio, Ferrari e Mumo Orsi.
Pozzo può essere soddisfatto dell'esordio, ma ora arrivano le partite difficili; intanto nei quarti ci attende il leggendario Zamora.
Intanto, sono rimaste solo squadre europee, il prossimo campione del mondo uscirà dal vecchio continente.
Pochi conoscono la storia del centravanti austriaco, detto come soprannome cartavelina perchè era molto magro.
Ragazzo che rifiutò, dopo l'annessione dell'Austria, di entrare a far parte della squadra tedesca, e per questo, probabilmente pagò con la vita in una camera di albergo di Vienna, dove venne rinvenuto morto nel 1939.
Mathias Sindelar fu presente ai mondiali del 1934, che per l'Austria si chiusero proprio in semifinale.
Giocatore molto tecnico, bravissimo con ambedue i piedi, capace di segnare un gol contro l'Inghilterra saltando praticamente tutta la retroguardia inglese.
Solo dopo molti tentativi il CT dell'Austria Meisl lo ritenne valido per la nazionale.
Rifiutò di giocare con la divisa della Germania, anzi nella partita del 1938 disputata per la (ri)unificazione dei due paesi, segnò il primo dei due gol con cui l'Austria battè la Germania, e si rifiutò di salutare i gerarchi nazisti in tribuna.
Pochi mesi dopo, ormai emarginato dal calcio "tedesco" venne trovato morto con la sua compagna in un albergo, morto ufficialmente per avvelenamento da monossido di carbonio...ma sulla sua morte girano molte dicerie.
E' stato eletto più grande calciatore della storia austriaca, e più grande atleta austriaco del 20 secolo.
La squadra azzurra si sarebbe aggiudicata il titolo modiale, vediamo come era composta.
La formazione base alla fine fu la seguente:
Combi, Monzeglio, Allemandi, Ferraris, Monti, Bertolini, Guaita, Meazza, Schiavio, Ferrari, Orsi
In porta Combi, della Juventus, che prese il posto di Ceresoli, che era il titolare ma si infortuno seriamente prima dei mondiali
I due terzini erano Monzeglio del Bologna ed Allemandi dell'Inter, che sostituirono la mitica coppia della Juventus, Rosetta e Calligaris.
Nella linea mediana erano disposti Ferraris della Roma, Monti e Bertolini della Juventus.
Le due mezzali erano Meazza dell'Inter e Ferrari della Juventus.
In attacco le due ali Guaita della Roma e Orsi della Juventus, centravanti Angelo Schiavio del Bologna.
Nel 2-3-2-3 del metodo di Pozzo, Monti era il centromediano cardine della manovra (quello che con Chapman era invece diventato lo stopper), era il giocatore che faceva da cerniera verso la difesa e che poi rilanciava lungo per le ali o mezzali.
Le due mezzali erano arretrate rispetto alla linea dei tre attaccanti, e Pozzo ebbe l'intuizione di mettere Meazza in quella linea e non al centro dell'attacco, per sfruttare le sue qualità di palleggiatore ed abilissimo tiratore, gioco fatto di guizzi e scatti; il centravanti di sfondamento era invece Schiavio, mentre le ali, imprendibili, erano gli argentini Orsi e Guaita; Raimundo Orsi viene ancora oggi considerato l'ala italiana più forte di sempre.
Combi
Monzeglio - Allemandi
Ferraris - Monti - Bertolini
Meazza - Ferrari
Guaita - Schiavio - Orsi
Di questi, solo Meazza e Ferrari si sarebbero ripetuti. 4 anni dopo, nella formazione titolare.
Il livello dei quarti di finale è il meglio del calcio europeo, e propone da subito sfide interessantissime.
A cominciare da Germania vs Svezia, terminata 2 a 1 per i tedeschi, ma che i tedeschi dominarono molto di più che non lo striminzito gol di vantaggio
E proseguire con il duro 3 a 2 con cui la supefavorita Cecoslovacchia di Planicka batte una impressionante Svizzera.
Germania e Cecoslovacchia si affronteranno in semifinale.
D'altra parte del tabellone, l'altra superfavorita, l'Austria di Meisl e Sindelar, fatica le proverbiali camicie per battere l'Ungheria di Sarosi; ma fu una gara ai limiti della correttezza, giocata senza risparmio ed esclusione di colpi dalle due superpotenze danubiane, con grande delusione di Meisl che avrebbe voluto vedere ben altra partita; lui, amante del bel gioco.
Il Wunderteam di Hugo Meisl, avrebbe incontrato in semifinale la vincente tra l'Italia di Pozzo e la Spagna di Zamora.
Ieri su raisport1 parlavano di questo mondiale o di quello del '38 mi sa quello del '38 intervistati Piola e Meazza !! Che calcio strano che era !! Però affascinante !!
Santiago ha scritto:*così carino così edukaku*
ilmauro ha scritto:tonino asta è l'ideale pe fa il salto
Uno piacere ha il grande piacere ospite di avere ospite !!