Fair play finanziario
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Claudio_asr
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Re: La prima vittima del Fair Play Finanziario
il fair play è una norma ingiusta perchè invece di equiparare tutti,creerà delle differenze ancora maggiori tra i top club tipo barça real e bayern,però è anche giusto limitare gli sceicchi,che comunque,investendo nel settore giovanile e negli stadi e nel merchandising potranno dire la loro
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Claudio_asr
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Re: La prima vittima del Fair Play Finanziario
no è peggio,perchè almeno li sarebbero tutte allo stesso livello,qui ci sono comunque dei club che possono spendere di piùgiùlemanidamarra ha scritto: ca**ata pazzesca, è come se al supermercato mettessimo un tetto alla spesa (massimo 100€)...una sorta di comunismo calcistico.
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Re: La prima vittima del Fair Play Finanziario
Comunque lo scopo del fair play finanziario non é dare a tutti le stesse possibilità. É evitare che le società si mettano in una situazione finanziaria insostenibile che viene di volta in volta ripianata dai proprietari, che il giorno che si stancano la squadra fallisce in tre giorni.
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Jean Louis Scipione
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Re: La prima vittima del Fair Play Finanziario
Thanos_endspur ha scritto:Comunque lo scopo del fair play finanziario non é dare a tutti le stesse possibilità. É evitare che le società si mettano in una situazione finanziaria insostenibile che viene di volta in volta ripianata dai proprietari, che il giorno che si stancano la squadra fallisce in tre giorni.
a quel punto metti in vendita la squadra per dare spazio a un altro magnate
voglia di stringersi un po'... curva sud roma vecchie maniere...
- ds_marco
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Re: La prima vittima del Fair Play Finanziario
Jean Louis Scipione ha scritto:
a quel punto metti in vendita la squadra per dare spazio a un altro magnate
il fallimento non permette ai creditori di rientrare dei crediti pregressi, é questo che la uefa vuole evitare, evitare che i club falliscano affinché i vari stati, le altre società calcistiche creditrici e fornitori di servizi non si ritrovino con delle entrate che non avranno mai. Quindi in linea teorica é giusto, basta guardare cosa era diventata la liga, aveva debiti per 3 miliardi di euro, non stava fallendo qualche squadra, stava fallendo tutto il movimento calcistico spagnolo per effetto domino, hanno e stando cercando di metterci un freno!
ed ancora il FPf serve anche a fermare questo schifo:Calcio: Spagna, debiti club a 3,6 mld e quasi 1 mld per Real-Barca
ultimo aggiornamento: 18 ottobre 2013, ore 13:20
Madrid, 18 ott. - (Adnkronos) - Il calcio spagnolo ha debiti per 3,6 miliardi di euro. Real Madrid e Barcellona, in coppia, sono responsabili per 900 milioni. Sono le cifre diffuse dalla Lega calcio spagnola (Lfp), in relazione ai 40 club di prima e seconda divisione, e riprese dal quotidiano As nella sua versione online. In particolare, i debiti del Real Madrid ammonterebbero a 541 milioni di euro. La cifra non è stata resa nota dalla Lega ma da Carlos Mendoza, presidente dell'Associazione per i valori del madridismo, in un'intervista di pochi giorni fa. La Lega, da parte sua, si limita ad assicurare che il Real ha la capacità di generare entrate per far fronte ai debiti. Il presidente del club blanco, Florentino Perez, nella recente assemblea generale della società ha fatto riferimento a 90 milioni di euro di indebitamento netto. Questo, secondo la LFP, è il valore da prendere in considerazione nei discorsi relativi al Fair Play finanziario varato dalla Uefa. L'astronomica cifra di 541 milioni comprenderebbe altre voci, come i debiti verso le banche (115 milioni) e verso altri club (127 milioni). Secondo la Lega, si può parlare addirittura di gestione che colloca il Real nell'''eccellenza finanziaria''. In generale, l'organismo auspica che l'indebitamento complessivo degli altri club scenda da 2,7 miliardi a 2,4 all'inizio del 2014. L'obiettivo è arrivare a 2 miliardi nel 2017.
Atletico Madrid, dai debiti col Fisco al caso Falcao. I conti in tasca ai colchoneros
Ipotizziamo che due anni fa, quando Silvio Berlusconi decise che era arrivato il momento di dare una nuova stretta ai conti del Milan e il club decise pertanto di vendere Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva al Paris Saint-Germain, utilizzando i 65 milioni incassati (la somma è stata anticipata da Barclays) per alleggerire il rosso di bilancio e ripagare parte dei debiti con le banche, alla porta di Adriano Galliani avessero bussato i rappresantanti di un fondo di investimento con in portafoglio il 55% del cartellino (lasciateci passare l’espressione) di un giovane, ma già affermato in Europa, attaccante sudamericano, proponendo all’amministratore delegato rossonero di tesserare il giocatore pagandone meno della metà del suo valore di mercato. Se operazioni di questo tipo fossero consentite dalla normativa italiana e una proposta del genere fosse davvero arrivata sul tavolo dei dirigenti rossoneri, è facile immaginare che Galliani l’avrebbe almeno presa in considerazione, anche se tra le condizioni poste dal fondo di investimento ci fosse stata quella di rivendere il calciatore a un altro club più ricco non appena le sue quotazioni di mercato fossero ulteriormente salite.
Se nulla del genere è ancora capitato, almeno a quanto dato sapere, a Milano, è invece opinione diffusa, tanto da essere stata avvalorata persino dal presidente della Lfp (la lega calcio spagnola), Javier Tebas, che qualcosa di analogo sia capitato a Madrid e precisamente in Paseo Virgen del Puerto, dove ha sede l’Atletico de Madrid, il club allenato dall’ex interista, Diego Simeone, e grande rivelazione della stagione sia nella Liga sia in Europa.
Al termine della stagione 2010-2011 il club madrileno, reduce da un’annata poco brillante (il 7° posto nella Liga, l’eliminazione nella fase a gironi dell’Europa League e ai quarti in Coppa del Re), è infatti costretto a fare cassa per coprire parte del pesante indebitamento nei confronti del fisco spagnolo. Nell’estate del 2011 vengono pertanto ceduti alcuni dei campioni che avevano contribuito alla vittoria dell’Europa League nella stagione 2009-2010: il giovane e promettente portiere David de Gea, cresciuto nella giovanili del club, è acquistato dal Manchester United per 20 milioni, il brasiliano Elias, acquistato l’anno prima dal Corinthians, finisce allo Sporting Lisbona per 8,5 milioni mentre Diego Forlan passa all’Inter per 5 milioni. Ma l’operazione in uscita più importante è senza alcun dubbio la cessione di Sergio Aguero al Manchester City per 45 milioni. Complessivamente nelle casse dei colchoneros entrano circa 85 milioni, metà dei quali dovrebbero finire allo Stato spagnolo, che per evitare un tracollo finanziario del club ha nel frattempo acconsentito a spalmare su più anni il rimborso del debito fiscale.
Sembra la fine dei sogni di gloria per il club biancorosso. E invece, pur a fronte di queste difficoltà finanziarie, l’Atletico reinveste nella campagna acquisti circa 91 milioni, più di quanto incassato con queste importanti cessioni. Nell’estate del 2011 arrivano a Madrid dallo Sporting Braga Pizzi e Silvio, pagati rispettivamente 13,5 e 7 milioni, dal Galatasaray viene prelevato Arda Turan per 13 milioni. Ma il colpo più sensazionale è senza alcun dubbio l’acquisto dal Porto per 40 milioni dell’attaccante colombiano Radamel Falcao.
Come è stato possibile tutto ciò? Come è stato possibile che l’Atletico, pur a fronte dell’impegno a ridurre pogressivamente il debito verso l’erario (che ancora al 30 giugno 2013 era pari a circa 150 milioni di euro) abbia avuto la possibilità di investire nel mercato più di 90 milioni, allestendo così una squadra in grado di vincere nuovamente l’Europa League nella stagione 2011/2012? Per rispondere a queste domande occorre tornare all’inizio del nostro ragionamento. Se l’Atletico è riuscito in tutto ciò, infatti, è stato anche grazie alla decisione di mettersi in affari proprio con uno di quei fondi di investimento, forse il principale. Si tratta del Doyen Sports Investment, braccio sportivo della società di investimento Doyen Group (ha sedi a Londra, Sanpaolo e Istambul), nel quale avrebbero interessi anche Jorge Mendes, il potentissimo super-agente di Cristiano Ronaldo e Jose Mourinho, e l’ex ad di Manchester United e Chelsea, Peter Kenyon, e Simon Oliveira, già rappresentante degli interessi di David Beckham.
Secondo quanto ricostruito dalla stampa spagnola e in particolare dal giornalista di El Pais, Jose Marcos, il passaggio di Falcao dal Porto all’Atletico Madrid sarebbe stato possibile grazie al fatto che Doyen avrebbe avuto la titolarità sul 55% dei diritti di registrazione del calciatore. In altre parole, nonostante nel passaggio da Oporto a Madrid l’attaccante colombiano fosse stato valutato 40 milioni, la quota di spettanza dei colchoneros sarebbe stata pari circa 18 milioni, di cui solo 5 pagati inizialmente come prima rata al club lusitano.
Che Falcao, dopo poche stagioni, avrebbe dovuto lasciare l’Atletico Madrid per accasarsi in un club più ricco (già nell’inverno tra il 2012 e il 2013 si parlava di un possibile passaggio del colombiano al Real Madrid o al Chelsea) era dunque scritto. Così prevedeva la strategia del fondo Doyen. E nonostante Miguel Angel Gil, amministratore delegato e principale azionista dell’Atletico, nonché figlio dello storico presidente del club, Jesus Gil y Gil, avesse più volte affermato che la società fosse l’unica proprietaria del giocatore, alla fine il club fu costretto ad ammettere con una dichiarazione ufficiale sul proprio sito web che Doyen, “sembra essere fonte alternativa di finanziamento per le società di calcio”.
Il resto è storia recente. Dopo una fantastica prima stagione in Spagna, culminata con la conquista dell’Europa League 2011-2012 (Falcao segna 2 dei 3 gol con cui i colchoneros superano in finale l’Athletic Bilbao), il colombiano sembra pronto per trasferirsi al Chelsea, ma alla fine accetta di firmarsi a Madrid per un altro anno. Come ricompensa per la sua lealtà, al giocatore viene promesso un pezzo della sua clausola rescissoria, che nel frattempo è stato abbassata. Così, quando nell’estate del 2013 Falcao viene ceduto al Monaco del magnate russo Dmitry Ryboblev, per 60 milioni, circa 15 milioni finiscono nelle tasche del giocatore e di chi lo assiste (il gruppo Doyen).
E gli altri 45 milioni? Apparentemente, visto che nei bilanci dell’Atletico Madrid non viene dato conto dei rapporti d’affari con il fondo d’investimento, dovrebbero essere finiti all’Atletico e utilizzati per saldare il debito residuo con il Porto e per la parte restante a copertura del debito con l’erario. Apparentemente però. Nonostante nessuno lo abbia ancora confermato ufficialmente, la recente presa di posizione del presidente della Lfp (la lega calcio spagnola), Javier Tebas a favore delle cosidette “third party ownership” (TPO) rafforza i sospetti che gran parte dei proventi della cessione di Falcao al Monaco siano finiti nelle casse del fondo Doyen.
“Ogni anno L’Atletico Madrid deve pagare come interessi sul debito fiscale quasi 17 milioni di euro”, ha recentemente affermato Tebas. “Con una cifra analoga si potrebbe quasi pagare il nuovo contratto di Cristiano Ronaldo“. Secondo il presidente della Lfp il ricorso allo strumento dei football fund, sebbene vada regolamentato per impedire eventuali distorsioni, potrebbe aiutare i club della Liga a ridurre i costi legati alla gestione dei calciatori e in particolare la quota di ammortamento a conto economico. In questo modo, secondo il ragionamento del numero uno della Liga, anche i club meno ricchi rispetto al Real Madrid e al Barcellona potrebbero permettersi giocatori tecnicamente importanti, contribuendo così a mantenere elevato il tasso tecnico del campionato spagnolo, che potrebbe pertanto spuntare contratti economicamente migliori con le televisioni.
«Se c’è un meccanismo che permette ai team di accedere a buoni giocatori bisogna usarlo», ha spiegato Tebas, non solo perché renderà la singola squadra migliore da un punto di vista tecnico, ma anche perché in questo modo il campionato diventa più spettacolare ed è pertanto possibile guadagnare maggiormente dalla commercializzazione dei diritti televisivi.
Il meccanismo del Tpo, assolutamente lecito e diffuso in America Latina e in particolare in Brasile, dove molti giovani campioni sono di proprietà di fondi di investimento, in Europa, fatta eccezione per il Portogallo, è per lo più vietata. Non esiste tuttavia una disciplina comune tra le varie federazioni, anche se da tempo il presidente della Uefa, Michel Platini, ha manifestato il proprio impegno per arrivare a una regolamentazione generale del fenomeno, tale da impedire la sua diffusione nel vecchio continente. «Se la Fifa non dovesse intervenire per mettere al bando questo sistema», aveva annunciato Platini lo scorso maggio, «interverremo a livello di Uefa».
Secondo il numero uno della Uefa, infatti, il fenomeno del Tpo, oltre che essere eticamente scorretto, consentirebbe ai club di aggirare, grazie alla riduzione dei costi di gestione non monetari (come appunto gli ammortamenti), il regolamento sul Fair Play Finanziario.
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Re: La prima vittima del Fair Play Finanziario
GASPORT (F. LICARI) - Stangatina su Manchester City e Paris Saint Germain per infrazioni al fair play finanziario. Niente esclusione dalle coppe, ma ormai era chiaro. In cambio, una «multona» (60 milioni di euro), ma è più preciso dire che si tratta di una trattenuta sui futuri premi Uefa; la riduzione della rosa (da 25 a 21 giocatori); un limite alle spese per stipendi e mercato. Più la possibilità che, in caso di ritorno sulla retta via, parte della multa sia addirittura restituita. Sanzioni minori per gli altri sette club sotto inchiesta. Il tutto con il patteggiamento: insomma, finisce qui la storia, niente appello né ricorsi alla commissione giudicante e al Tas. E, siamo sinceri, finisce bene: tanto che i club, al di là della delusione dei comunicati, accettano le misure di Nyon. Vedremo se, da domani, sarà più o meno facile stoppare le spese «allegre» di altri club, visto come ne è venuto fuori il Psg delle sponsorizzazioni finte e gonfiate.
Tragedia Dehaene A complicare il tutto. purtroppo. la scomparsa improvvisa di Jean-Luc Dehaene, belga, proprio il presidente della commissione inquirente che stava trattando i gatteggiamenti. È morto giovedì a 73 anni, poche ore prima che l’accordo Uefa-club venisse comunicato: in orari, oltretutto, da impedire assalti all’ufficio stampa, 21.57 di venerdì sera. Come dire: se ne riparla lunedì. ll tempo di far decantare (smosciare?) le eventuali reazioni negative.
Punizione City Secondo della lista per deficit, il Manchester City ha ricevuto queste sanzioni: 1) mancati pagamenti di futuri premi Uefa per 60 milioni di euro (40 dei quali potranno essere restituiti se nei prossimi due anni il City rispetterà certi parametri); 2) riduzione della rosa delle coppe da 25 a 21; 3) spesa massima di 60 milioni nel prossimo mercato, qualunque siano gli incassi da eventuali cessioni; 4) monte salari pari a quello di quest’anno. Dovrà inoltre non superare un deficit di 20 milioni nel bilancio 2014 e 10 per il 2015. E, se non rispetterà queste misure, sarà deferito alla commissione giudicante. Il City dichiara «profondo disaccordo» con l’interpretazione Uefa del fair play.
Punizione Psg Simili le misure al Psg: multa di 60 milioni (10 il primo anno, 10 il secondo, 40 sotto condizionale per il terzo come il City); riduzione della rosa a 21. E significativa riduzione delle spese di mercato, deficit massimo di 30 milioni per il 2015 e bilancio in pari per il 2016. Poteva andar peggio, considerato anche il valore che il club ha dichiarato per la sponsorizzazione fatta in casa (200 milioni, quasi 10 volte i top club europei!).
Le altre 7 indagate Sanzioni meno dure per le altre 7 squadre (su un totale di 237 monitorate e 76 sotto speciale osservazione). Turchia: Galatasaray (200mila euro di multa), Trabzonspor e Bursaspor. Russia: Zenit (12 milioni di multa e rose di massimo 22 giocatori), Anzhi e Rubin Kazan. Bulgaria: Levski Sofia. Dall’Eca la benedizione: «L’Uefa ha applicato con forza le regole». Ma se il limite di deficit era di 45 milioni, e qualcuno si è avvicinato a 200 senza particolari scossoni, come impedire gestioni spendaccione ma non scandalose?
Tragedia Dehaene A complicare il tutto. purtroppo. la scomparsa improvvisa di Jean-Luc Dehaene, belga, proprio il presidente della commissione inquirente che stava trattando i gatteggiamenti. È morto giovedì a 73 anni, poche ore prima che l’accordo Uefa-club venisse comunicato: in orari, oltretutto, da impedire assalti all’ufficio stampa, 21.57 di venerdì sera. Come dire: se ne riparla lunedì. ll tempo di far decantare (smosciare?) le eventuali reazioni negative.
Punizione City Secondo della lista per deficit, il Manchester City ha ricevuto queste sanzioni: 1) mancati pagamenti di futuri premi Uefa per 60 milioni di euro (40 dei quali potranno essere restituiti se nei prossimi due anni il City rispetterà certi parametri); 2) riduzione della rosa delle coppe da 25 a 21; 3) spesa massima di 60 milioni nel prossimo mercato, qualunque siano gli incassi da eventuali cessioni; 4) monte salari pari a quello di quest’anno. Dovrà inoltre non superare un deficit di 20 milioni nel bilancio 2014 e 10 per il 2015. E, se non rispetterà queste misure, sarà deferito alla commissione giudicante. Il City dichiara «profondo disaccordo» con l’interpretazione Uefa del fair play.
Punizione Psg Simili le misure al Psg: multa di 60 milioni (10 il primo anno, 10 il secondo, 40 sotto condizionale per il terzo come il City); riduzione della rosa a 21. E significativa riduzione delle spese di mercato, deficit massimo di 30 milioni per il 2015 e bilancio in pari per il 2016. Poteva andar peggio, considerato anche il valore che il club ha dichiarato per la sponsorizzazione fatta in casa (200 milioni, quasi 10 volte i top club europei!).
Le altre 7 indagate Sanzioni meno dure per le altre 7 squadre (su un totale di 237 monitorate e 76 sotto speciale osservazione). Turchia: Galatasaray (200mila euro di multa), Trabzonspor e Bursaspor. Russia: Zenit (12 milioni di multa e rose di massimo 22 giocatori), Anzhi e Rubin Kazan. Bulgaria: Levski Sofia. Dall’Eca la benedizione: «L’Uefa ha applicato con forza le regole». Ma se il limite di deficit era di 45 milioni, e qualcuno si è avvicinato a 200 senza particolari scossoni, come impedire gestioni spendaccione ma non scandalose?
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Re: La prima vittima del Fair Play Finanziario
non ho capito, alla fine, cosa hanno detto sui famosi "altri ricavi", cioe' sulle sponsorizzazioni farlocche
e' chiaro che in qualche modo sono state considerate fasulle, ma non mi e' chiaro in che misura saranno ammesse negli anni a venire, cioe' il PSG puo' continuare a ricevere un tot farlocco ? E se si', di quanto ?
e' chiaro che in qualche modo sono state considerate fasulle, ma non mi e' chiaro in che misura saranno ammesse negli anni a venire, cioe' il PSG puo' continuare a ricevere un tot farlocco ? E se si', di quanto ?
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Re: La prima vittima del Fair Play Finanziario
interessante la parte sul "monte ingaggi uguale a quello di quest'anno"...in pratica se vogliono 2 big, devono vendere 2 big...
I primi a lasciare il City saranno Kolarov, Jovetic, Micah Richards e Lescott...
Na cosa è certa, ci saranno meno soldi in giro questa estate
I primi a lasciare il City saranno Kolarov, Jovetic, Micah Richards e Lescott...
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Re: La prima vittima del Fair Play Finanziario
Uefa, Stella Rossa escluso dalla Champions per violazione del Fair Play finanziario
La Stella Rossa e’ stata esclusa dalla Champions League della prossima stagione: lo ha deciso la camera aggiudicativa dell’Organo di controllo finanziario dell’Uefa presieduta da Jose’ Narciso da Cunha Rodrigues, che ha stabilito che il club ha infranto diverse disposizioni dei regolamenti per le licenze per club e il fair play finanziario.
Il club di Belgrado ha ora a disposizione dieci giorni di tempo per appellarsi al Tribunale Arbitrale dello Sport. Nei prossimi giorni potrebbe inoltre essere aperta un’indagine contro la federcalcio serba (FSS) per sospette infrazioni dei regolamenti per le licenze per club in relazione alle garanzie per la licenza della Stella Rossa.
(uefa.org)
La Stella Rossa e’ stata esclusa dalla Champions League della prossima stagione: lo ha deciso la camera aggiudicativa dell’Organo di controllo finanziario dell’Uefa presieduta da Jose’ Narciso da Cunha Rodrigues, che ha stabilito che il club ha infranto diverse disposizioni dei regolamenti per le licenze per club e il fair play finanziario.
Il club di Belgrado ha ora a disposizione dieci giorni di tempo per appellarsi al Tribunale Arbitrale dello Sport. Nei prossimi giorni potrebbe inoltre essere aperta un’indagine contro la federcalcio serba (FSS) per sospette infrazioni dei regolamenti per le licenze per club in relazione alle garanzie per la licenza della Stella Rossa.
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Re: La prima vittima del Fair Play Finanziario
Ma perché hanno escluso solo la Stella Rossa e non anche MC e PSG?
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Re: La prima vittima del Fair Play Finanziario
sarà roba di stipendi non pagati, tasse evase o leggi infrante.
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Re: La prima vittima del Fair Play Finanziario
una curiosità, la stella rossa ci stava sopra con il ranking uefa?? n'é per caso che recuperiamo un posto? terza fascia arriviamo 
Lo scopo non è comprare giocatori, lo scopo è comprare vittorie, ecco 25 giocatori sottovalutati, un'isola dei giocattoli difettosi, qui dentro c'è una squadra vincente che possiamo permetterci
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Re: La prima vittima del Fair Play Finanziario
No non ci stava sopraas_marco ha scritto:una curiosità, la stella rossa ci stava sopra con il ranking uefa?? n'é per caso che recuperiamo un posto? terza fascia arriviamo
- ds_marco
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Re: La prima vittima del Fair Play Finanziario
jsl14 ha scritto: No non ci stava sopraHanno 9mila punti
te pareva
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Re: La prima vittima del Fair Play Finanziario
Per caso qualcuno di voi sa a cosa va incontro il PSG il prossimo anno se continua a prendere in giro il fpf in questo modo? Ricordo anche le dichiarazioni dello scemo ricco in arte sceicco che dopo il "colpo" david luiz a 60 milioni (tanti quanti la sanzione uefa, sarà un caso?) disse "questa è la nostra risposta al fair play finanziario
Per me possono fare quello che vogliono, finchè ci finanziano il mercato(vedi marcos) però mi farebbe piacere ritrovarli fuori dalla champions il prossimo anno
Per me possono fare quello che vogliono, finchè ci finanziano il mercato(vedi marcos) però mi farebbe piacere ritrovarli fuori dalla champions il prossimo anno