Mauricio Pochettino
Inviato: gio 6 apr 2017, 18:22
Centro d’allenamento del Newell’s Old Boys, anno 1992, un ragazzo di 20 anni discute con un uomo che ha quasi il doppio dell’età: parlano di calcio, di tattica. Ad un certo punto, l’uomo chiede al ragazzo di preparare un dossier sul prossimo avversario, il San Lorenzo. Il ragazzo è Mauricio Pochettino 43 anni, e l’uomo è Marcelo Bielsa. Mentore e secondo padre per lo “Sceriffo”. La sua carriera inizia nel 2009, l’Espanyol è terzultimo in classifica. Dopo già due esoneri, la dirigenza si riunisce e chiama Pochettino: è una mossa disperata, l’ultima cartuccia come afferma El País. Lui è titubante, non vuole bruciarsi, ma El Loco gli consiglia di andare, lui accetta e ringrazia. 4-2-3-1, il suo costante marchio di fabbrica. Tre stagioni importanti, 23 calciatori dalla cantera fatti esordire, e poi venduti praticamente tutti al miglior offerente ( da Callejon a Victor Ruiz). Stile di gioco preciso e ben definito, e grande importanza del settore giovanile. Eredità culturale del Newell’s, e insegnamento di Bielsa. La storia finisce come non dovrebbe:coach e dirigenza si accordano per una rescissione anticipata del contratto. Costa meridionale inglese, sono passati neanche due mesi. La proprietà dei Saints vuole uno stile di gioco diverso, il Southampton punta su Mauricio Pochettino. Arriva con la squadra al quartultimo posto, finisce il campionato ottavo, miglior posizione di sempre. “The pressing trap”, la vera cifra stilistica della sua squadra. Inizia la rivoluzione: dominio costante del possesso attraverso il pressing alto, educazione al lavoro in allenamento (non si contano le doppie sedute, e persino le triple, in pieno stile Bielsa). “Ti fa soffrire come un cane a volte vorresti ucciderlo. Ma tutti gli hanno sempre portato grande rispetto”. Parola di Daniel Osvaldo. Anche qui i giovani, come spina dorsale del progetto: Lallana, Shaw, Chambers, Clyne e Lambert; quest’ultimo autentico n°9 trasformato in una macchina da assist. Tutti under-23 e rivenduti in giro per l’Europa a cifre astronomiche. Un capolavoro durato 18 mesi. Prima che la rivoluzione cominci a mangiare i suoi figli, come accadde all’Espanyol, Pochettino abbandona la costa. Così arriva il Tottenham; l’eterna delusa. Contratto di cinque anni. Ancora una volta, il tecnico argentino si adatta al materiale che trova: negli Spurs ad inizio stagione la rosa è troppo ampia, e non c’è spazio per il suo credo. L’avvio della stagione è deludente, la rivoluzione di Pochettino questa volta fatica: i tifosi sono scettici, i risultati vanno e vengono . La svolta arriva tra Dicembre e Gennaio, il manager sfoltisce tanto la rosa, il Tottenham inizia ad avere una fisionomia di gioco; in più pesca dall’Academy Harry Kane, che passa dallo status di sconosciuto a leader con quasi un goal a partita. Gli Spurs chiudono l’anno in Europa e con una finale di League Cup. Nella stagione in corso, il Tottenham è a tutti gli effetti una squadra dello “Sceriffo”. Il suo 4-2-3-1 è spettacolare e innovativo. Pressing alto, combinazioni rapide e veloci, le tre mezze punte che fanno il bello e il cattivo tempo. Pieno stile Bielsista adattato al calcio British. Al momento gli Spurs sono secondi dietro il Leicester e sognano lo sgambetto per la Premier. Puyol dice di lui: “ Penso che Pocchetino sia uno dei migliori allenatori al mondo, mi ricorda Guardiola”. Ha ancora tre anni e mezzo di contratto con gli Spurs, che vogliono blindarlo con un ulteriore triennale. Bielsa, considerato da Guardiola il miglior allenatore del mondo. Bielsa –Guardiola – Pocchettino; il cerchio si chiude. Il Tottenham vuole tenersi stretto il suo Sceriffo. Le big d’Europa resteranno a guardare?