Gli ultimi cinque anni in Italia
Inviato: lun 16 mag 2016, 14:02
Ho pensato di fare un'analisi su come sono andate le cose in Serie A dalla stagione 2011-2012 fino alla 2015-2016 appena conclusa. Di seguito spiego perchè parto dal 2011.
Per farlo ho preso in esame i sette club più importanti d’Italia, e ho compilato una serie di classifiche riguardanti i punti ottenuti complessivamente da Roma, Juventus, Lazio, Inter, Milan, Napoli e Fiorentina a partire da quella stagione, più le vittorie, i pareggi, le sconfitte, i gol fatti e i gol subiti. Alla fine arriverà il dato della media punti per anno.
Inizio dai punti totali (tra parentesi la posizione finale in classifica)
1. Juventus 451 (1-1-1-1-1)
2. Napoli 362 (5-2-3-5-2)
3. Roma 353 (7-6-2-2-3)
4. Milan 318 (2-3-8-10-7)
5. Fiorentina 309 (13-4-4-4-5)
6. Lazio 302 (4-7-9-3-8)
7. Inter 294 (6-9-5-8-4)
Prima di iniziare l’analisi è doverosa una premessa. Perché partire dal 2011? Beh, il 2011 è stato forse l’anno della svolta all’interno del calcio italiano. Un anno solare che potrebbe aver modificato in modo decisivo delle gerarchie che per anni abbiamo dato per scontate. Il 2011 è stato l’anno della inaugurazione dello Juventus Stadium; l’anno dell’inizio dell’austerity in casa Milan dalla sentenza del lodo Mondadori; l’anno post Triplete interista; l’anno dello storico passaggio di proprietà della Roma ad un consorzio americano. Dunque quattro tra i più prestigiosi club calcistici italiani nel 2011 hanno visto cambiare, in meglio o in peggio lo vedremo dopo, la tendenza della loro storia recente. Cambi di tendenza che irrimediabilmente si ripercuotono anche sui risultati del campo.
Veniamo agli altri, numeri di queste ultime 5 stagioni, partendo dalle PARTITE VINTE:
1. Juventus 138
2. Napoli 105
3. Roma 102
4. Milan 89
5. Fiorentina 87
6. Lazio 87
7. Inter 82
Ora tocca alle PARTITE PERSE:
1. Juventus 15
2. Napoli 38
3. Roma 41
4. Milan 50
5. Fiorentina 55
6. Inter 59
7. Lazio 64
Ora i PAREGGI:
1. Milan 51
2. Fiorentina 48
3. Inter 48
4. Napoli 47
5. Roma 47
6. Lazio 41
7. Juventus 37
Concentriamoci adesso sui gol totali segnati dalle 7 squadre in esame in queste ultime 5 stagioni. Ecco i GOL SEGNATI:
1. Juventus 366
2. Napoli 365
3. Roma 340
4. Milan 302
5. Fiorentina 295
6. Lazio 285
7. Inter 284
E ora i GOL SUBITI:
1. Juventus 111
2. Napoli 207
3. Roma 208
4. Milan 214
5. Fiorentina 219
6. Lazio 235
7- Inter 237
Penultimo dato, la DIFFERENZA RETI ACCUMULATA IN QUESTI 5 ANNI:
1. Juventus +255
2. Napoli +159
3. Roma +133
4. Milan +89
5. Fiorentina +76
6. Lazio +50
7. Inter +47
Ora, facendo una media matematica dei punti ottenuti in questo lustro ecco la classifica generale:
1. JUVENTUS 90.2
2. NAPOLI 72.4
3. ROMA 70.6
4. MILAN 63.6
5. FIORENTINA 61.8
6. LAZIO 60.4
7. INTER 58.8
Interessante notare una cosa su tutte, ovvero l'uniformità di questi numeri praticamente in tutte le statistiche, eccetto alcune rare eccezioni specie nel dato dei pareggi. C'è, insomma, una gerarchia consolidata ed evidenziata dall'ultima classifica proposta, ovvero che in 5 anni (non un periodo brevissimo, dunque più che attendibile) l'asse del campionato non si estende più orizzontalmente, ovvero con il dominio di Milano e Torino tutto al Nord, ma verticalmente, con un'asse TORINO-ROMA-NAPOLI con la Juve padronissima, ma con Napoli e Roma sue rivali più accreditate. Milano precipita, Fiorentina e Lazio rimangono squadre non competitive.
Premesso che ho spiegato prima perchè parto dal 2011 in questa mia analisi, aggiungo che ho voluto un pò "giocare" sul dato dei 5 anni come se si trattasse di una specie di coefficiente UEFA, limitato in Italia, da assegnare.
Di qui altre considerazioni che questi numeri mi fanno venire in mente:
1) Lo strapotere della Juventus. La Juve ha sempre vinto lo scudetto, è la squadra che prende meno gol, che ha la differenza reti migliore, vince di più e perde di meno, oltre che pareggiare di meno rispetto alle altre. L'unico dato in cui i bianconeri non sono in testa è quello dei gol segnati, dove solo il Napoli ha fatto meglio di loro. Un dato che però può passare in secondo piano se consideriamo la straordinaria tenuta difensiva. Forse sarà un caso, forse no…ma il 2011 è stato l’anno dell’inaugurazione dello Juventus Stadium, la cui presenza sembra aver regalato a tutto l’ambiente Juve una sorta di fortino inespugnabile insieme con un’aggiunta di fiducia in più. Vale la pena ricordare che prima della stagione 2011-2012 la Juve veniva da due settimi posti consecutivi…lo Stadium ha anche migliorato i conti del club, consentendo ai dirigenti, dapprima accusati di incapacità nella scelta dei giocatori, di muoversi con molta più intraprendenza ed efficacia.
2) Da quando è in mano agli americani la Roma è diventata, numeri alla mano, la terza potenza del calcio italiano. Secondo me è un dato molto interessante perchè storicamente la Roma non si può considerare come blasone e bacino d'utenza il terzo club italiano, avendo sempre avuto davanti le tre del nord e il Napoli, almeno come numero di tifosi. Eppure i numeri dicono che, oltre la per ora irraggiungibile Juventus, solo lo stesso Napoli dal 2011 ha saputo fare meglio. Una differenza, quella tra i due club del centrosud, in realtà neanche troppo vistosa dato che la Roma ha fatto appena 9 punti meno del Napoli ad oggi, e ha vinto appena 3 partite in meno. Se poi andiamo a vedere i piazzamenti in queste 5 stagioni il Napoli ha fatto nell'ordine 5-2-3-5-2, mentre la Roma ha fatto 7-6-2-2-3. Mentre il Napoli è discontinuo ecco che la Roma è cresciuta negli anni, passando dalle mediocri stagioni di Luis Enrique e Zeman ai due secondi posti di Garcia e al terzo posto attuale con Garcia-Spalletti che potrebbe essere migliorato ulteriormente. In sostanza, la tendenza vede la Roma in costante miglioramento nei numeri di questi 5 anni, questo significa che pur non avendo vinto ancora nulla (ma questa è un'altra storia) la Roma è cresciuta molto in termini di competitività mentre il Napoli è più irregolare. Sbaglia, dunque, chi all’interno del tifo romanista lamenta una certa mancanza di ambizione da parte della nuova proprietà, che dopo due anni di assestamento sembra aver trovato una sua dimensione. In quasi tutti gli indicatori delle statistiche di cui sopra la Roma figura terza, lontana dalla Juve ma vicina al Napoli. A parte i punti e le vittorie totali, di cui ho parlato prima, la Roma ha perso qualcosa come 18 partite meno dell’Inter.
3) Il crollo dell'Inter, settima squadra italiana dell'ultimo lustro. Analizzando i dati dal 2011 si scopre che, paradossalmente il Triplete dell’anno prima ha provocato una clamorosa parabola discendente per un Inter dai numeri pessimi. Da 4 anni la Beneamata non entrava tra le prime 4 italiane, riuscendoci quest’anno con un passivo enorme dalle prime tre: neanche l'arrivo di Thohir e Mancini sembra aver invertito questa tendenza. Basta pensare ai piazzamenti di questi ultimi anni: 6-9-5-8-4, numeri da squadra poco competitiva, non da club storico come l'Inter. Altra dimostrazione di come le gerarchie del calcio siano cambiate. L'Inter è la squadra che ha fatto meno punti, ha perso più partite (eccetto la Lazio) e in quanto a gol segnati neanche la Lazio ha saputo fare di peggio. Appagamento da Triplete? Non credo, del resto dal 2010 tutto è cambiato, l’ossatura della squadra così come la guida tecnica e gli stessi vertici societari. Non si può neanche accusare il club di non investire, anzi…le ultime, dispendiose, sessioni di mercato sembrano aver addirittura acuito un passivo di bilancio già molto grave, che con un fairplay finanziario da rispettare non può certo far dormire sonni tranquilli al popolo nerazzurro. E’pure vero che l’Inter di questi ultimi 5 anni sembra essere tornata quella degli anni ’90, quella a cavallo tra la fine della gestione Pellegrini e l’inizio dell’epopea morattiana. Moratti, però, prese l’Inter nel 1995 e vinse il suo primo trofeo “appena” tre anni dopo, conquistando la Coppa UEFA a Parigi. L’Inter targata Moratti-Thohir del periodo 2011-2016 non solo non è entrata mai tra le prime 3 del campionato, ma non ha neanche sfiorato un trofeo e, peggio ancora, non ha mai giocato la Champions se non nel 2011-2012, uscendo anzitempo. Vista la storia dell’Inter colpisce che un club così popolare e tifato sia stato per ben 5 anni lontano dai riflettori. Avendo tifosi sparsi in tutta Italia appare ovvio che tuttora l’Inter faccia notizia, ma i numeri di cui sopra rischiano di essere ritoccati al ribasso visto che anche quest’anno i nerazzurri non sono entrati in Champions.
4) La progressiva involuzione del Milan. A differenza della Roma, che negli ultimi 5 anni ha ritoccato al rialzo i suoi numeri, il Milan a livello di piazzamenti e statistiche sta facendo sempre peggio. La mia analisi, del resto, parte dal 2011, anno in cui la sentenza sul lodo De Benedetti costrinse il gruppo Fininvest di Berlusconi a pagare una penale record al proprietario del gruppo L’Espresso e, di conseguenza, a chiudere i rubinetti in quanto a finanziamenti sul Milan, dando inizio ad un’epoca di austerity, vendendo i suoi giocatori migliori. Nel 2012 la doppia cessione di Ibrahimovic e Thiago Silva al PSG aprì le danze, mentre mano a mano la vecchia guardia dei fasti berlusconiani appendeva gradualmente, chi prima chi dopo, gli scarpini al chiodo. Ecco perché gli ultimi piazzamenti del Milan, dall’ultimo scudetto del 2010-2011, sono andati peggiorando: 2-3-8-10-7. Quest’anno si stava avvertendo una inversione di tendenza dovuta alla buona serie del gruppo di Sinisa Mihajlovic, una tendenza che però non consente ancora di apprezzare appieno dove andrà il Milan a stretto giro e che, comunque, è andata a morire dopo l’inspiegabile esonero del tecmico serbo. Il Milan è praticamente in Purgatorio, secondo quasi tutti gli indicatori inferiore a Juve, Napoli e Roma ma ancora superiore a Fiorentina, Lazio e Inter: quarto come punti, partite vinte, gol fatti, gol subiti e differenza reti, primeggia solo nei pareggi (dato comunque non troppo positivo). Si potrebbe associare la situazione del Milan a quella di un club con un coefficiente UEFA ancora abbastanza alto, ma solo perché retto statisticamente dai buoni risultati dei primi due anni: dopo è solo una lenta agonia che peggiora i numeri. Sostanzialmente, se dovessimo rifare questa indagine tra un paio d’anni con le stesse modalità il Milan, da quarto, rischierebbe di ritrovarsi fanalino di coda insieme all’Inter, sancendo in modo sempre più evidente la crisi apparentemente inarrestabile del decaduto calcio meneghino. Occhio dunque non solo ai numeri, ma anche alla tendenza che si cela dietro ad essi.
5) Fiorentina e Lazio non possono godere dei fatturati delle altre cinque squadre di cui abbiamo parlato prima, e i numeri stanno lì a dimostrarlo. Eppure i viola, ad esempio, in questa analisi quinquennale sono comunque al quinto posto, una posizione onorevolissima per un club che da 15 anni non vince neanche un trofeo e che, tra i sette presi in esame, è quello con meno tifosi in Italia. Sulla Fiorentina pesano in modo determinante i pessimi numeri della stagione 2011-2012, in cui arrivò un misero 13mo posto con tanto di rischio retrocessione. Da allora però le cose sono cambiate, con ben tre quarti posti consecutivi prima del quinto posto appena ottenuto quest’anno. Al momento la Fiorentina ha appena 9 punti totali meno del Milan. In questo campionato ne ha rosicchiati 7 ai rossoneri, dunque a fine anno la Viola ha rischiato perfino di soffiare al Milan il quarto posto generale. Per la Lazio il discorso è un pochino più complesso. Se vediamo la rivalità cittadina, almeno in campionato non c’è paragone: 51 punti meno della Roma, 23 partite perse in più, 15 vinte in meno e una differenza reti complessiva di +50 contro il +133 dei giallorossi. La Lazio in quasi tutti i rilevamenti è penultima, addirittura ultima se si considerano le sconfitte. I piazzamenti dei biancocelesti degli ultimi 5 anni parlano chiaro: 4-7-9-3-8, la Lazio è una squadra “pazza”, che quando riesce a giocare un’ottima stagione non riesce a ripetersi in quella successiva. Una tendenza non dissimile da quella del Napoli, ma più livellata verso il basso. Infatti la Lazio, insieme con la Fiorentina, è l’unica squadra che in questi 5 anni non ha mai giocato una partita in Champions (non considero i preliminari). Non giocare la Champions e non poter dunque godere dei benefici soprattutto economici che questa competizione riserva sta diventando sempre più decisivo nell’allestimento di una squadra vincente. Ne sanno qualcosa anche le milanesi.
CONCLUSIONI
Si tratta di capire se questo quadro quinquennale sarà destinato a perdurare o meno. Di sicuro quanto accaduto dal 2011 nel calcio italiano sta cambiando le gerarchie alle quali eravamo abituati. Se un tempo il potere calcistico italiano era una spartizione tra Juventus, Inter e Milan ora come ora l’asse da orizzontale è geograficamente inclinato in verticale. Non più tre squadre del Nord che si spartiscono la torta ma una del Nord, primissima (Juventus), una del Centro (Roma) e una del Sud (Napoli) con una crescita della Fiorentina, una tenuta storicamente coerente della Lazio e un crollo rovinoso di Inter e Milan. Non sottovaluterei questi cambiamenti, ho la sensazione che le milanesi resteranno dormienti ancora per molto tempo, almeno fino a che Berlusconi non venderà la quota di maggioranza del Milan e Thohir non avrà trovato il modo di sopperire ai sempre più ingenti debiti, che lo costringeranno anche a ridimensionare il progetto tecnico. Nel frattempo chi potrebbe approfittarne, più Di De Laurentiis e Della Valle, potrebbe essere Pallotta, che in questi ultimi anni oltre a rendere la Roma più forte sul campo sta rimettendo (LENTAMENTE) a posto i conti. Per il momento, comunque, rimane la Juventus la regina del calcio italiano, dentro e fuori dal campo. Un club organizzato, vincente, dal dna inconfondibile e dalla solida mentalità. Nulla di nuovo rispetto al passato e alla storia secolare del nostro calcio. La novità è nella concorrenza, che è destinata a cambiare i rapporti di forza in bacheca e, chissà, anche nei bacini d’utenza.
Per farlo ho preso in esame i sette club più importanti d’Italia, e ho compilato una serie di classifiche riguardanti i punti ottenuti complessivamente da Roma, Juventus, Lazio, Inter, Milan, Napoli e Fiorentina a partire da quella stagione, più le vittorie, i pareggi, le sconfitte, i gol fatti e i gol subiti. Alla fine arriverà il dato della media punti per anno.
Inizio dai punti totali (tra parentesi la posizione finale in classifica)
1. Juventus 451 (1-1-1-1-1)
2. Napoli 362 (5-2-3-5-2)
3. Roma 353 (7-6-2-2-3)
4. Milan 318 (2-3-8-10-7)
5. Fiorentina 309 (13-4-4-4-5)
6. Lazio 302 (4-7-9-3-8)
7. Inter 294 (6-9-5-8-4)
Prima di iniziare l’analisi è doverosa una premessa. Perché partire dal 2011? Beh, il 2011 è stato forse l’anno della svolta all’interno del calcio italiano. Un anno solare che potrebbe aver modificato in modo decisivo delle gerarchie che per anni abbiamo dato per scontate. Il 2011 è stato l’anno della inaugurazione dello Juventus Stadium; l’anno dell’inizio dell’austerity in casa Milan dalla sentenza del lodo Mondadori; l’anno post Triplete interista; l’anno dello storico passaggio di proprietà della Roma ad un consorzio americano. Dunque quattro tra i più prestigiosi club calcistici italiani nel 2011 hanno visto cambiare, in meglio o in peggio lo vedremo dopo, la tendenza della loro storia recente. Cambi di tendenza che irrimediabilmente si ripercuotono anche sui risultati del campo.
Veniamo agli altri, numeri di queste ultime 5 stagioni, partendo dalle PARTITE VINTE:
1. Juventus 138
2. Napoli 105
3. Roma 102
4. Milan 89
5. Fiorentina 87
6. Lazio 87
7. Inter 82
Ora tocca alle PARTITE PERSE:
1. Juventus 15
2. Napoli 38
3. Roma 41
4. Milan 50
5. Fiorentina 55
6. Inter 59
7. Lazio 64
Ora i PAREGGI:
1. Milan 51
2. Fiorentina 48
3. Inter 48
4. Napoli 47
5. Roma 47
6. Lazio 41
7. Juventus 37
Concentriamoci adesso sui gol totali segnati dalle 7 squadre in esame in queste ultime 5 stagioni. Ecco i GOL SEGNATI:
1. Juventus 366
2. Napoli 365
3. Roma 340
4. Milan 302
5. Fiorentina 295
6. Lazio 285
7. Inter 284
E ora i GOL SUBITI:
1. Juventus 111
2. Napoli 207
3. Roma 208
4. Milan 214
5. Fiorentina 219
6. Lazio 235
7- Inter 237
Penultimo dato, la DIFFERENZA RETI ACCUMULATA IN QUESTI 5 ANNI:
1. Juventus +255
2. Napoli +159
3. Roma +133
4. Milan +89
5. Fiorentina +76
6. Lazio +50
7. Inter +47
Ora, facendo una media matematica dei punti ottenuti in questo lustro ecco la classifica generale:
1. JUVENTUS 90.2
2. NAPOLI 72.4
3. ROMA 70.6
4. MILAN 63.6
5. FIORENTINA 61.8
6. LAZIO 60.4
7. INTER 58.8
Interessante notare una cosa su tutte, ovvero l'uniformità di questi numeri praticamente in tutte le statistiche, eccetto alcune rare eccezioni specie nel dato dei pareggi. C'è, insomma, una gerarchia consolidata ed evidenziata dall'ultima classifica proposta, ovvero che in 5 anni (non un periodo brevissimo, dunque più che attendibile) l'asse del campionato non si estende più orizzontalmente, ovvero con il dominio di Milano e Torino tutto al Nord, ma verticalmente, con un'asse TORINO-ROMA-NAPOLI con la Juve padronissima, ma con Napoli e Roma sue rivali più accreditate. Milano precipita, Fiorentina e Lazio rimangono squadre non competitive.
Premesso che ho spiegato prima perchè parto dal 2011 in questa mia analisi, aggiungo che ho voluto un pò "giocare" sul dato dei 5 anni come se si trattasse di una specie di coefficiente UEFA, limitato in Italia, da assegnare.
Di qui altre considerazioni che questi numeri mi fanno venire in mente:
1) Lo strapotere della Juventus. La Juve ha sempre vinto lo scudetto, è la squadra che prende meno gol, che ha la differenza reti migliore, vince di più e perde di meno, oltre che pareggiare di meno rispetto alle altre. L'unico dato in cui i bianconeri non sono in testa è quello dei gol segnati, dove solo il Napoli ha fatto meglio di loro. Un dato che però può passare in secondo piano se consideriamo la straordinaria tenuta difensiva. Forse sarà un caso, forse no…ma il 2011 è stato l’anno dell’inaugurazione dello Juventus Stadium, la cui presenza sembra aver regalato a tutto l’ambiente Juve una sorta di fortino inespugnabile insieme con un’aggiunta di fiducia in più. Vale la pena ricordare che prima della stagione 2011-2012 la Juve veniva da due settimi posti consecutivi…lo Stadium ha anche migliorato i conti del club, consentendo ai dirigenti, dapprima accusati di incapacità nella scelta dei giocatori, di muoversi con molta più intraprendenza ed efficacia.
2) Da quando è in mano agli americani la Roma è diventata, numeri alla mano, la terza potenza del calcio italiano. Secondo me è un dato molto interessante perchè storicamente la Roma non si può considerare come blasone e bacino d'utenza il terzo club italiano, avendo sempre avuto davanti le tre del nord e il Napoli, almeno come numero di tifosi. Eppure i numeri dicono che, oltre la per ora irraggiungibile Juventus, solo lo stesso Napoli dal 2011 ha saputo fare meglio. Una differenza, quella tra i due club del centrosud, in realtà neanche troppo vistosa dato che la Roma ha fatto appena 9 punti meno del Napoli ad oggi, e ha vinto appena 3 partite in meno. Se poi andiamo a vedere i piazzamenti in queste 5 stagioni il Napoli ha fatto nell'ordine 5-2-3-5-2, mentre la Roma ha fatto 7-6-2-2-3. Mentre il Napoli è discontinuo ecco che la Roma è cresciuta negli anni, passando dalle mediocri stagioni di Luis Enrique e Zeman ai due secondi posti di Garcia e al terzo posto attuale con Garcia-Spalletti che potrebbe essere migliorato ulteriormente. In sostanza, la tendenza vede la Roma in costante miglioramento nei numeri di questi 5 anni, questo significa che pur non avendo vinto ancora nulla (ma questa è un'altra storia) la Roma è cresciuta molto in termini di competitività mentre il Napoli è più irregolare. Sbaglia, dunque, chi all’interno del tifo romanista lamenta una certa mancanza di ambizione da parte della nuova proprietà, che dopo due anni di assestamento sembra aver trovato una sua dimensione. In quasi tutti gli indicatori delle statistiche di cui sopra la Roma figura terza, lontana dalla Juve ma vicina al Napoli. A parte i punti e le vittorie totali, di cui ho parlato prima, la Roma ha perso qualcosa come 18 partite meno dell’Inter.
3) Il crollo dell'Inter, settima squadra italiana dell'ultimo lustro. Analizzando i dati dal 2011 si scopre che, paradossalmente il Triplete dell’anno prima ha provocato una clamorosa parabola discendente per un Inter dai numeri pessimi. Da 4 anni la Beneamata non entrava tra le prime 4 italiane, riuscendoci quest’anno con un passivo enorme dalle prime tre: neanche l'arrivo di Thohir e Mancini sembra aver invertito questa tendenza. Basta pensare ai piazzamenti di questi ultimi anni: 6-9-5-8-4, numeri da squadra poco competitiva, non da club storico come l'Inter. Altra dimostrazione di come le gerarchie del calcio siano cambiate. L'Inter è la squadra che ha fatto meno punti, ha perso più partite (eccetto la Lazio) e in quanto a gol segnati neanche la Lazio ha saputo fare di peggio. Appagamento da Triplete? Non credo, del resto dal 2010 tutto è cambiato, l’ossatura della squadra così come la guida tecnica e gli stessi vertici societari. Non si può neanche accusare il club di non investire, anzi…le ultime, dispendiose, sessioni di mercato sembrano aver addirittura acuito un passivo di bilancio già molto grave, che con un fairplay finanziario da rispettare non può certo far dormire sonni tranquilli al popolo nerazzurro. E’pure vero che l’Inter di questi ultimi 5 anni sembra essere tornata quella degli anni ’90, quella a cavallo tra la fine della gestione Pellegrini e l’inizio dell’epopea morattiana. Moratti, però, prese l’Inter nel 1995 e vinse il suo primo trofeo “appena” tre anni dopo, conquistando la Coppa UEFA a Parigi. L’Inter targata Moratti-Thohir del periodo 2011-2016 non solo non è entrata mai tra le prime 3 del campionato, ma non ha neanche sfiorato un trofeo e, peggio ancora, non ha mai giocato la Champions se non nel 2011-2012, uscendo anzitempo. Vista la storia dell’Inter colpisce che un club così popolare e tifato sia stato per ben 5 anni lontano dai riflettori. Avendo tifosi sparsi in tutta Italia appare ovvio che tuttora l’Inter faccia notizia, ma i numeri di cui sopra rischiano di essere ritoccati al ribasso visto che anche quest’anno i nerazzurri non sono entrati in Champions.
4) La progressiva involuzione del Milan. A differenza della Roma, che negli ultimi 5 anni ha ritoccato al rialzo i suoi numeri, il Milan a livello di piazzamenti e statistiche sta facendo sempre peggio. La mia analisi, del resto, parte dal 2011, anno in cui la sentenza sul lodo De Benedetti costrinse il gruppo Fininvest di Berlusconi a pagare una penale record al proprietario del gruppo L’Espresso e, di conseguenza, a chiudere i rubinetti in quanto a finanziamenti sul Milan, dando inizio ad un’epoca di austerity, vendendo i suoi giocatori migliori. Nel 2012 la doppia cessione di Ibrahimovic e Thiago Silva al PSG aprì le danze, mentre mano a mano la vecchia guardia dei fasti berlusconiani appendeva gradualmente, chi prima chi dopo, gli scarpini al chiodo. Ecco perché gli ultimi piazzamenti del Milan, dall’ultimo scudetto del 2010-2011, sono andati peggiorando: 2-3-8-10-7. Quest’anno si stava avvertendo una inversione di tendenza dovuta alla buona serie del gruppo di Sinisa Mihajlovic, una tendenza che però non consente ancora di apprezzare appieno dove andrà il Milan a stretto giro e che, comunque, è andata a morire dopo l’inspiegabile esonero del tecmico serbo. Il Milan è praticamente in Purgatorio, secondo quasi tutti gli indicatori inferiore a Juve, Napoli e Roma ma ancora superiore a Fiorentina, Lazio e Inter: quarto come punti, partite vinte, gol fatti, gol subiti e differenza reti, primeggia solo nei pareggi (dato comunque non troppo positivo). Si potrebbe associare la situazione del Milan a quella di un club con un coefficiente UEFA ancora abbastanza alto, ma solo perché retto statisticamente dai buoni risultati dei primi due anni: dopo è solo una lenta agonia che peggiora i numeri. Sostanzialmente, se dovessimo rifare questa indagine tra un paio d’anni con le stesse modalità il Milan, da quarto, rischierebbe di ritrovarsi fanalino di coda insieme all’Inter, sancendo in modo sempre più evidente la crisi apparentemente inarrestabile del decaduto calcio meneghino. Occhio dunque non solo ai numeri, ma anche alla tendenza che si cela dietro ad essi.
5) Fiorentina e Lazio non possono godere dei fatturati delle altre cinque squadre di cui abbiamo parlato prima, e i numeri stanno lì a dimostrarlo. Eppure i viola, ad esempio, in questa analisi quinquennale sono comunque al quinto posto, una posizione onorevolissima per un club che da 15 anni non vince neanche un trofeo e che, tra i sette presi in esame, è quello con meno tifosi in Italia. Sulla Fiorentina pesano in modo determinante i pessimi numeri della stagione 2011-2012, in cui arrivò un misero 13mo posto con tanto di rischio retrocessione. Da allora però le cose sono cambiate, con ben tre quarti posti consecutivi prima del quinto posto appena ottenuto quest’anno. Al momento la Fiorentina ha appena 9 punti totali meno del Milan. In questo campionato ne ha rosicchiati 7 ai rossoneri, dunque a fine anno la Viola ha rischiato perfino di soffiare al Milan il quarto posto generale. Per la Lazio il discorso è un pochino più complesso. Se vediamo la rivalità cittadina, almeno in campionato non c’è paragone: 51 punti meno della Roma, 23 partite perse in più, 15 vinte in meno e una differenza reti complessiva di +50 contro il +133 dei giallorossi. La Lazio in quasi tutti i rilevamenti è penultima, addirittura ultima se si considerano le sconfitte. I piazzamenti dei biancocelesti degli ultimi 5 anni parlano chiaro: 4-7-9-3-8, la Lazio è una squadra “pazza”, che quando riesce a giocare un’ottima stagione non riesce a ripetersi in quella successiva. Una tendenza non dissimile da quella del Napoli, ma più livellata verso il basso. Infatti la Lazio, insieme con la Fiorentina, è l’unica squadra che in questi 5 anni non ha mai giocato una partita in Champions (non considero i preliminari). Non giocare la Champions e non poter dunque godere dei benefici soprattutto economici che questa competizione riserva sta diventando sempre più decisivo nell’allestimento di una squadra vincente. Ne sanno qualcosa anche le milanesi.
CONCLUSIONI
Si tratta di capire se questo quadro quinquennale sarà destinato a perdurare o meno. Di sicuro quanto accaduto dal 2011 nel calcio italiano sta cambiando le gerarchie alle quali eravamo abituati. Se un tempo il potere calcistico italiano era una spartizione tra Juventus, Inter e Milan ora come ora l’asse da orizzontale è geograficamente inclinato in verticale. Non più tre squadre del Nord che si spartiscono la torta ma una del Nord, primissima (Juventus), una del Centro (Roma) e una del Sud (Napoli) con una crescita della Fiorentina, una tenuta storicamente coerente della Lazio e un crollo rovinoso di Inter e Milan. Non sottovaluterei questi cambiamenti, ho la sensazione che le milanesi resteranno dormienti ancora per molto tempo, almeno fino a che Berlusconi non venderà la quota di maggioranza del Milan e Thohir non avrà trovato il modo di sopperire ai sempre più ingenti debiti, che lo costringeranno anche a ridimensionare il progetto tecnico. Nel frattempo chi potrebbe approfittarne, più Di De Laurentiis e Della Valle, potrebbe essere Pallotta, che in questi ultimi anni oltre a rendere la Roma più forte sul campo sta rimettendo (LENTAMENTE) a posto i conti. Per il momento, comunque, rimane la Juventus la regina del calcio italiano, dentro e fuori dal campo. Un club organizzato, vincente, dal dna inconfondibile e dalla solida mentalità. Nulla di nuovo rispetto al passato e alla storia secolare del nostro calcio. La novità è nella concorrenza, che è destinata a cambiare i rapporti di forza in bacheca e, chissà, anche nei bacini d’utenza.