Una stagione da cui trarre insegnamento
Inviato: lun 25 mag 2015, 23:23
Vi avverto, post lunghissimo.
No, non voglio dirvi che festeggiare è dannoso, nè che l'euforia post-vittoria è stata esagerata. Per come si era messa la stagione, nessuno avrebbe immaginato questo epilogo. Personalmente, ero preoccupatissimo per una Lazio che nella seconda parte dell'anno ci è stata superiore ed è senza dubbio una bella squadra. E allora, quando finalmente hai in pugno un obiettivo che sembrava impossibile da raggiungere, vanno bene uno o due giorni di godimento. Poi però ci sono le riflessioni serie.
Questa è stata una stagione di mer.da. Senza se e senza ma. E non perchè non hai vinto lo scudetto. La Juve era più forte, ce ne rendiamo conto tutti. Quest'estate è stato commesso il solito errore. "Via Conte", abbiamo pensato, "finita la Juve". E giù con le fanfare. Poi ci si è messo anche Garcia nel post-partita di quello che, comunque, è e rimane uno dei più grandi furti della nostra storia. Una volta, quella volta, forse ha fatto bene, meglio di un Totti che fece filtrare rassegnazione. Dopo, col passar dei mesi, è sceso nel ridicolo reiterando ad libitum lo stesso concetto nonostante si andasse sempre più verso la capitolazione. Ma comunque, guardando al valore delle rose delle due squadre e a tanti altri parametri, tra cui organizzazione societaria, maturità, abitudine alla vittoria, il piazzamento più probabile per noi era proprio quello che abbiamo ottenuto con tanta pena, specie se si considerano le defezioni di colonne come Maicon, Strootman e Castan. Quindi, il concetto va chiarito, la stagione non è negativa perchè l'obiettivo sbandierato è stato mancato.
La stagione è negativa perchè a quell'obiettivo non ti sei nemmeno avvicinato, chiudendo con un distacco che domenica prossima potrebbe essere uguale o addirittura superiore ai 17 punti dello scorso anno. La stagione è negativa perchè in luogo delle 26 partite vinte lo scorso anno ne hai vinte 19 (20 se otterremo i 3 punti con il Palermo), perchè hai fatto 53 goal contro 72, ne hai subiti 29 invece che 25, hai fatto 70 (73) punti invece di 85, con una differenza reti che passa da +47 a +24. Questi numeri significano una cosa sola: crollo verticale. Un crollo che si è rivelato, a conti fatti, indolore, solo perchè la Serie A di quest'anno ha visto scendere di molto le soglie minime, da quella per lo scudetto a quella per la salvezza. Dato, quest'ultimo, che si può interpretare o con un cenno di ripresa della competitività generale della Serie A o con un ulteriore decadimento della stessa. Ma sono disquisizioni che ci interessano fino a un certo punto.
La stagione è negativa perchè sei uscito da tutte le coppe. In Champions ti sei spento quasi subito, a metà percorso nel girone, e hai rimediato un 7-1 che grida vendetta, in Coppa Italia sei stato estromesso dalla Fiorentina ai quarti dopo un ottavo poco limpido con l'ottimo Empoli di Sarri, e in Europa League sempre i viola ti asfaltano in casa agli ottavi con tre fischioni. Un percorso che dire disastroso è poco.
E qui finiscono i dati, ma purtroppo non basta. E' stata una stagione di merla anche perchè la squadra, più o meno dopo un mese e mezzo di prove convincenti, mi viene in mente la trasferta di Torino e soprattutto il 5-1 con il CSKA che ci aveva fatto immaginare ben altri sviluppi, smarrisce ogni forma, anche raffazzonata, di gioco. Le prestazioni si fanno sempre più impresentabili ma per un po' non si perde quota, poi il bubbone scoppia. Roma-Sassuolo è indecente, Roma-Milan di più. Nella seconda parte della stagione arrivano la serie interminabile di pareggi, la sterilità offensiva, le eliminazioni in serie dalle coppe e sconfitte ai limiti dell'impossibile come quella con il Milan più brutto degli ultimi trent'anni, il Milan di Inzaghi. In campo va una squadra svogliata, in cui tutti i protagonisti sembrano improvvisare e forniscono prestazioni nemmeno paragonabili a quelle dell'anno prima. L'unico dato che rimane accettabile è quello dei goal subiti, comunque sotto il livello di guardia. C'è poi, come sempre accade quando le cose vanno male, una forte diminuzione dell'autostima che complica ancor di più il quadro. Ora è difficile capire chi sia il vero responsabile di questo sfascio. Per me hanno tutti delle responsabilità. Garcia, oltre a sbagliare la strategia comunicativa in una città come Roma dove servono i piedi per terra e non l'entusiasmo, ci ha messo del suo tecnicamente. Nel lungo periodo, si è dimostrato incapace di costruire un piano B rispetto al suo schema preferito, cioè "palla a Gervinho e s'abbracciamo", ha fallito nel trovare soluzioni offensive all'altezza per la squadra, ha fallito nell'inserire giovani che potevano dare un contributo superiore data l'inedia di certi veterani, ha sbagliato spesso formazioni e cambi. I giocatori, con le fortunate eccezioni di Keita, Florenzi, Nainggolan, Manolas e di un Totti volenteroso ma, per la prima volta nella storia, in evidente e fisiologico decadimento, hanno spesso giocato disuniti, senza quella cattiveria che ti permette di sbrogliare situazioni difficili. Poi c'è la società. Sabatini, che col senno di poi nemmeno in estate ha brillato, in inverno sbaglia il mercato, e non tanto per il livello dei giocatori, visto che Ibarbo malaccio non è che Doumbia potrà solo migliorare, quanto per la tempistica. Il colombiano è infortunato e gioca meno di quanto preventivato, Doumbia cambia vita e continente dopo una Coppa d'Africa estenuante e arriva a Roma in condizioni pietose, incappando oltretutto nell'ira di un pubblico inferocito che con lui doveva essere più clemente. Spolli è la perla trash last-minute che fa discutere. Ma la società non è solo mercato. E' anche e soprattutto organizzazione e capacità di imporre una legge nello spogliatoio. Anche questo è mancato. Abbiamo assistito a polemiche, liti in campo tra giocatori, dolci serate in compagnia di qualche signorina moscovita, dichiarazioni retoriche e senza costrutto. C'è poi il discorso staff medico e atletico. Sul secondo non mi pronuncio, visto che, stante lo stato psicologico in cui versava la squadra, è per me tutt'ora difficile stabilire se la preparazione sia stata sbagliata o meno, e personalmente non avrei comunque i mezzi per farlo. Di sicuro però in ambito infortuni sia i preparatori che i medici, forse per scarso coordinamento, e qui torna il discorso società, hanno sbagliato tutto lo sbagliabile. Ora, se bilanciamo questo piatto della bilancia, quello delle responsabilità, con quello delle attenuanti, e cioè gli infortuni non figli delle problematiche interne di cui sopra, l'assenza prolungata degli Africani per la Coppa d'Africa, l'inesperienza nella gestione delle coppe europee e l'inaspettata malattia di Leo Castan, il bilancio per i nostri rimane sempre fortemente negativo. Direi rosso scarlatto.
E allora esaltarsi per questa stagione non solo è deleterio ma sbagliato. Bisogna accoglierla non con l'estasi della vittoria ma con il sospiro di solievo che fa seguito a una cocente sconfitta evitata per il rotto della cuffia. Perchè alla fine sei arrivato secondo, vicinissimo al terzo classificato e lontanissimo dal primo, arrancando fortemente e fornendo prestazioni sotto tono. Ora però c'è una bella opportunità. Avrai i soldi, tanti. Perchè arrivano 50 milioni dalla Champions e c'è l'aumento dei diritti TV nazionali. E avrai, si spera, un ambiente tranquillo, che deve tenere a mente non il risultato finale ma il calvario con cui lo si è raggiunto e stare calmo. Allora quest'estate non ci sono scuse. Si può e si deve costruire una squadra in grado non di vincere, perchè la Juve è di un altro pianeta e la certezza di vincere non te la da nemmeno Messi, ma di migliorare notevolmente il magro bottino di quest'anno. Dirigenti, allenatore e giocatori da domani devono fare autocritica e impostare su altre basi la stagione che viene. Solo così potremo evitare un ulteriore sfascio e tornare a crescere. Ci vogliono umiltà e competenza, da parte prima della società e poi di noi tifosi. Se invece ci si cullerà sugli allori per aver costruito un edificio che fuori sembra l'Empire State Building e dentro è inadeguato e pieno di difetti, il declino potrebbe continuare e stavolta toglierci perfino la Champions.
No, non voglio dirvi che festeggiare è dannoso, nè che l'euforia post-vittoria è stata esagerata. Per come si era messa la stagione, nessuno avrebbe immaginato questo epilogo. Personalmente, ero preoccupatissimo per una Lazio che nella seconda parte dell'anno ci è stata superiore ed è senza dubbio una bella squadra. E allora, quando finalmente hai in pugno un obiettivo che sembrava impossibile da raggiungere, vanno bene uno o due giorni di godimento. Poi però ci sono le riflessioni serie.
Questa è stata una stagione di mer.da. Senza se e senza ma. E non perchè non hai vinto lo scudetto. La Juve era più forte, ce ne rendiamo conto tutti. Quest'estate è stato commesso il solito errore. "Via Conte", abbiamo pensato, "finita la Juve". E giù con le fanfare. Poi ci si è messo anche Garcia nel post-partita di quello che, comunque, è e rimane uno dei più grandi furti della nostra storia. Una volta, quella volta, forse ha fatto bene, meglio di un Totti che fece filtrare rassegnazione. Dopo, col passar dei mesi, è sceso nel ridicolo reiterando ad libitum lo stesso concetto nonostante si andasse sempre più verso la capitolazione. Ma comunque, guardando al valore delle rose delle due squadre e a tanti altri parametri, tra cui organizzazione societaria, maturità, abitudine alla vittoria, il piazzamento più probabile per noi era proprio quello che abbiamo ottenuto con tanta pena, specie se si considerano le defezioni di colonne come Maicon, Strootman e Castan. Quindi, il concetto va chiarito, la stagione non è negativa perchè l'obiettivo sbandierato è stato mancato.
La stagione è negativa perchè a quell'obiettivo non ti sei nemmeno avvicinato, chiudendo con un distacco che domenica prossima potrebbe essere uguale o addirittura superiore ai 17 punti dello scorso anno. La stagione è negativa perchè in luogo delle 26 partite vinte lo scorso anno ne hai vinte 19 (20 se otterremo i 3 punti con il Palermo), perchè hai fatto 53 goal contro 72, ne hai subiti 29 invece che 25, hai fatto 70 (73) punti invece di 85, con una differenza reti che passa da +47 a +24. Questi numeri significano una cosa sola: crollo verticale. Un crollo che si è rivelato, a conti fatti, indolore, solo perchè la Serie A di quest'anno ha visto scendere di molto le soglie minime, da quella per lo scudetto a quella per la salvezza. Dato, quest'ultimo, che si può interpretare o con un cenno di ripresa della competitività generale della Serie A o con un ulteriore decadimento della stessa. Ma sono disquisizioni che ci interessano fino a un certo punto.
La stagione è negativa perchè sei uscito da tutte le coppe. In Champions ti sei spento quasi subito, a metà percorso nel girone, e hai rimediato un 7-1 che grida vendetta, in Coppa Italia sei stato estromesso dalla Fiorentina ai quarti dopo un ottavo poco limpido con l'ottimo Empoli di Sarri, e in Europa League sempre i viola ti asfaltano in casa agli ottavi con tre fischioni. Un percorso che dire disastroso è poco.
E qui finiscono i dati, ma purtroppo non basta. E' stata una stagione di merla anche perchè la squadra, più o meno dopo un mese e mezzo di prove convincenti, mi viene in mente la trasferta di Torino e soprattutto il 5-1 con il CSKA che ci aveva fatto immaginare ben altri sviluppi, smarrisce ogni forma, anche raffazzonata, di gioco. Le prestazioni si fanno sempre più impresentabili ma per un po' non si perde quota, poi il bubbone scoppia. Roma-Sassuolo è indecente, Roma-Milan di più. Nella seconda parte della stagione arrivano la serie interminabile di pareggi, la sterilità offensiva, le eliminazioni in serie dalle coppe e sconfitte ai limiti dell'impossibile come quella con il Milan più brutto degli ultimi trent'anni, il Milan di Inzaghi. In campo va una squadra svogliata, in cui tutti i protagonisti sembrano improvvisare e forniscono prestazioni nemmeno paragonabili a quelle dell'anno prima. L'unico dato che rimane accettabile è quello dei goal subiti, comunque sotto il livello di guardia. C'è poi, come sempre accade quando le cose vanno male, una forte diminuzione dell'autostima che complica ancor di più il quadro. Ora è difficile capire chi sia il vero responsabile di questo sfascio. Per me hanno tutti delle responsabilità. Garcia, oltre a sbagliare la strategia comunicativa in una città come Roma dove servono i piedi per terra e non l'entusiasmo, ci ha messo del suo tecnicamente. Nel lungo periodo, si è dimostrato incapace di costruire un piano B rispetto al suo schema preferito, cioè "palla a Gervinho e s'abbracciamo", ha fallito nel trovare soluzioni offensive all'altezza per la squadra, ha fallito nell'inserire giovani che potevano dare un contributo superiore data l'inedia di certi veterani, ha sbagliato spesso formazioni e cambi. I giocatori, con le fortunate eccezioni di Keita, Florenzi, Nainggolan, Manolas e di un Totti volenteroso ma, per la prima volta nella storia, in evidente e fisiologico decadimento, hanno spesso giocato disuniti, senza quella cattiveria che ti permette di sbrogliare situazioni difficili. Poi c'è la società. Sabatini, che col senno di poi nemmeno in estate ha brillato, in inverno sbaglia il mercato, e non tanto per il livello dei giocatori, visto che Ibarbo malaccio non è che Doumbia potrà solo migliorare, quanto per la tempistica. Il colombiano è infortunato e gioca meno di quanto preventivato, Doumbia cambia vita e continente dopo una Coppa d'Africa estenuante e arriva a Roma in condizioni pietose, incappando oltretutto nell'ira di un pubblico inferocito che con lui doveva essere più clemente. Spolli è la perla trash last-minute che fa discutere. Ma la società non è solo mercato. E' anche e soprattutto organizzazione e capacità di imporre una legge nello spogliatoio. Anche questo è mancato. Abbiamo assistito a polemiche, liti in campo tra giocatori, dolci serate in compagnia di qualche signorina moscovita, dichiarazioni retoriche e senza costrutto. C'è poi il discorso staff medico e atletico. Sul secondo non mi pronuncio, visto che, stante lo stato psicologico in cui versava la squadra, è per me tutt'ora difficile stabilire se la preparazione sia stata sbagliata o meno, e personalmente non avrei comunque i mezzi per farlo. Di sicuro però in ambito infortuni sia i preparatori che i medici, forse per scarso coordinamento, e qui torna il discorso società, hanno sbagliato tutto lo sbagliabile. Ora, se bilanciamo questo piatto della bilancia, quello delle responsabilità, con quello delle attenuanti, e cioè gli infortuni non figli delle problematiche interne di cui sopra, l'assenza prolungata degli Africani per la Coppa d'Africa, l'inesperienza nella gestione delle coppe europee e l'inaspettata malattia di Leo Castan, il bilancio per i nostri rimane sempre fortemente negativo. Direi rosso scarlatto.
E allora esaltarsi per questa stagione non solo è deleterio ma sbagliato. Bisogna accoglierla non con l'estasi della vittoria ma con il sospiro di solievo che fa seguito a una cocente sconfitta evitata per il rotto della cuffia. Perchè alla fine sei arrivato secondo, vicinissimo al terzo classificato e lontanissimo dal primo, arrancando fortemente e fornendo prestazioni sotto tono. Ora però c'è una bella opportunità. Avrai i soldi, tanti. Perchè arrivano 50 milioni dalla Champions e c'è l'aumento dei diritti TV nazionali. E avrai, si spera, un ambiente tranquillo, che deve tenere a mente non il risultato finale ma il calvario con cui lo si è raggiunto e stare calmo. Allora quest'estate non ci sono scuse. Si può e si deve costruire una squadra in grado non di vincere, perchè la Juve è di un altro pianeta e la certezza di vincere non te la da nemmeno Messi, ma di migliorare notevolmente il magro bottino di quest'anno. Dirigenti, allenatore e giocatori da domani devono fare autocritica e impostare su altre basi la stagione che viene. Solo così potremo evitare un ulteriore sfascio e tornare a crescere. Ci vogliono umiltà e competenza, da parte prima della società e poi di noi tifosi. Se invece ci si cullerà sugli allori per aver costruito un edificio che fuori sembra l'Empire State Building e dentro è inadeguato e pieno di difetti, il declino potrebbe continuare e stavolta toglierci perfino la Champions.