La prigionia del sogno
Inviato: ven 6 mar 2015, 19:14
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In questo video tratto da Sfide (RAI) sullo Scudetto 1982/1983
c'è uno splendido intervento del Presidente Viola che descrive perfettamente uno stato attuale, perenne negli ultimi 30 anni, del tifoso romanista
basta andare al minuto 03:10
e troverete un provato Dino Viola che racconta come quello Scudetto avesse permesso al tifoso della Roma di uscire da un incubo, dalla cosiddetta "prigionia del sogno"
a più di 30 anni di distanza il tifoso romanista è ancora prigioniero
prigioniero del suo provinciale orgoglio
delle sue ambizioni di Capitale di una nazione che dal XX secolo ha perso la sua importanza industriale per favorire Milano e Torino (non a caso le città dove si vince)
bisogna fuggire da questa schiavitù
ma ciò che si deve capire è che se nel 1980 bastò un Dino Viola che comprasse Falcao e Pruzzo per raggiungere la gloria
oggi la chiave che apre la gabbia in cui stiamo marcendo non può fare a meno del confronto europeo
la Roma, questa Roma, di James Pallotta, di Walter Sabatini, di Mauro Baldissoni
dal 2011 (4 anni) ha intrapreso una strada europea e mondiale per rendere la Roma una realtà internazionale, riconosciuta da tutti
visto che il XXI secolo è il secolo della globalizzazione
e ogni tifoso asiatico o sudamericano o nordamericano o svedese in più significa prestigio che si tramuta in potere economico
il Presidente Pallotta con i suoi collaboratori ha intrapreso una strada lunga e difficilissima, che vive di equilibri molto delicati... per percorrerla c'è bisogno di serenità, di gioia di vedere la Roma crescere step by step
è evidente che il mondo del capitale, quello del libero mercato sofisticato in cui stiamo vivendo,
viva di fiducia, fiducia che porta investimenti, soldi, partnership
sento lamenti per la preparazione atletica falsata dai tour mondiali della squadra
sento lamenti per risultati del campo aggravati da operazioni di marketing che tolgono concentrazione al comparto sportivo
sento tifosi che pretenderebbero meno parole positive, meno proclami (ovvero meno marketing, meno positività, meno slancio a creare fiducia attorno a sé)
ma se i tifosi vogliono tutto questo, ovvero che Presidente, DG e DS pensino soprattutto al campo
cosa sarebbe della Roma del futuro?
La Roma rimarrebbe la stessa, con qualche titolo in più ad asciugare qualche lacrima?
E il futuro? E la crescita?
E allora che l'abbiamo a fare una società americana, una società perfetta per Roma e la Roma
perché se c'è una cosa che manca nella capitale d'Italia (che è solo la capitale d'una nazione e la culla di un passato ormai lontanissimo, città provinciale, infinitamente provinciale)
è l'internazionalità, è la presenza di una modernità in grado di spazzare la mentalità stagnante del "tanto non si può fare niente" e del "non s'è mai vista una roba del genere, dunque è impossibile"
la prima gabbia da cui uscire è questa
ed è 100.000 volte più importante di uno Scudetto, perché è basilare
la Roma deve diventare una superpotenza commerciale come lo è lo United, il Barcelona e tutte le altre squadre che non hanno dietro banche nazionali o colossi farmaceutici
la Roma ora ha bisogno degli USA e dell'Asia ancor prima di Roma stessa
ha bisogno dei cinesi ancor prima dei romani
perché solo così si diventa grandi, riconoscibili, inossidabili alle mafie e ai giochi di potere del calcio italiano
cercare il confronto con la Juventus (sentirsi erroneamente superiori, eterne vittime di un sistema, tendenti a urlare schifi, a sfogarsi)
porta solo malessere
così come porta malessere aspettarsi vittorie e risultati in un momento di crescita primordiale... siamo ancora dei semi pronti a sbocciare
siamo ancora fragili, incompleti, incompiuti
al di là del marketing del Presidente Pallotta, che è slancio positivo, vetrina per gli sponsor
4 anni fa stavamo per scomparire
4 anni fa eravamo in acque pericolosissime
la Roma era finita, morta, anche se stava per vincere uno Scudetto miracoloso con Ranieri
uno Scudetto che manca, lo so,
con troppi secondi posti sul groppone
troppi record fatti in singole annate con squadre più forti e più ricche davanti che superano il record a loro volta anche con inerzie arbitrali
creando malessere, sfiducia, rabbia verso il sistema e infine verso chi tiene la Roma e sta cercando in tutti i modi di costruire una realtà positiva
anche se non vince, anche se può giocare male,
questa Roma godiamocela
godiamoci la Roma di James Pallotta, divertiamoci con la testa sgombra
senza cattiverie, asti, odi
con leggerezza
perché la Roma, non so se l'abbiate capito, non è in pericolo
4 anni fa lo era
oggi il futuro c'è e anticiparlo è malsano e inutile
calma
e USCIAMO DA 'STA CAZZO DE PRIGIONE!
In questo video tratto da Sfide (RAI) sullo Scudetto 1982/1983
c'è uno splendido intervento del Presidente Viola che descrive perfettamente uno stato attuale, perenne negli ultimi 30 anni, del tifoso romanista
basta andare al minuto 03:10
e troverete un provato Dino Viola che racconta come quello Scudetto avesse permesso al tifoso della Roma di uscire da un incubo, dalla cosiddetta "prigionia del sogno"
a più di 30 anni di distanza il tifoso romanista è ancora prigioniero
prigioniero del suo provinciale orgoglio
delle sue ambizioni di Capitale di una nazione che dal XX secolo ha perso la sua importanza industriale per favorire Milano e Torino (non a caso le città dove si vince)
bisogna fuggire da questa schiavitù
ma ciò che si deve capire è che se nel 1980 bastò un Dino Viola che comprasse Falcao e Pruzzo per raggiungere la gloria
oggi la chiave che apre la gabbia in cui stiamo marcendo non può fare a meno del confronto europeo
la Roma, questa Roma, di James Pallotta, di Walter Sabatini, di Mauro Baldissoni
dal 2011 (4 anni) ha intrapreso una strada europea e mondiale per rendere la Roma una realtà internazionale, riconosciuta da tutti
visto che il XXI secolo è il secolo della globalizzazione
e ogni tifoso asiatico o sudamericano o nordamericano o svedese in più significa prestigio che si tramuta in potere economico
il Presidente Pallotta con i suoi collaboratori ha intrapreso una strada lunga e difficilissima, che vive di equilibri molto delicati... per percorrerla c'è bisogno di serenità, di gioia di vedere la Roma crescere step by step
è evidente che il mondo del capitale, quello del libero mercato sofisticato in cui stiamo vivendo,
viva di fiducia, fiducia che porta investimenti, soldi, partnership
sento lamenti per la preparazione atletica falsata dai tour mondiali della squadra
sento lamenti per risultati del campo aggravati da operazioni di marketing che tolgono concentrazione al comparto sportivo
sento tifosi che pretenderebbero meno parole positive, meno proclami (ovvero meno marketing, meno positività, meno slancio a creare fiducia attorno a sé)
ma se i tifosi vogliono tutto questo, ovvero che Presidente, DG e DS pensino soprattutto al campo
cosa sarebbe della Roma del futuro?
La Roma rimarrebbe la stessa, con qualche titolo in più ad asciugare qualche lacrima?
E il futuro? E la crescita?
E allora che l'abbiamo a fare una società americana, una società perfetta per Roma e la Roma
perché se c'è una cosa che manca nella capitale d'Italia (che è solo la capitale d'una nazione e la culla di un passato ormai lontanissimo, città provinciale, infinitamente provinciale)
è l'internazionalità, è la presenza di una modernità in grado di spazzare la mentalità stagnante del "tanto non si può fare niente" e del "non s'è mai vista una roba del genere, dunque è impossibile"
la prima gabbia da cui uscire è questa
ed è 100.000 volte più importante di uno Scudetto, perché è basilare
la Roma deve diventare una superpotenza commerciale come lo è lo United, il Barcelona e tutte le altre squadre che non hanno dietro banche nazionali o colossi farmaceutici
la Roma ora ha bisogno degli USA e dell'Asia ancor prima di Roma stessa
ha bisogno dei cinesi ancor prima dei romani
perché solo così si diventa grandi, riconoscibili, inossidabili alle mafie e ai giochi di potere del calcio italiano
cercare il confronto con la Juventus (sentirsi erroneamente superiori, eterne vittime di un sistema, tendenti a urlare schifi, a sfogarsi)
porta solo malessere
così come porta malessere aspettarsi vittorie e risultati in un momento di crescita primordiale... siamo ancora dei semi pronti a sbocciare
siamo ancora fragili, incompleti, incompiuti
al di là del marketing del Presidente Pallotta, che è slancio positivo, vetrina per gli sponsor
4 anni fa stavamo per scomparire
4 anni fa eravamo in acque pericolosissime
la Roma era finita, morta, anche se stava per vincere uno Scudetto miracoloso con Ranieri
uno Scudetto che manca, lo so,
con troppi secondi posti sul groppone
troppi record fatti in singole annate con squadre più forti e più ricche davanti che superano il record a loro volta anche con inerzie arbitrali
creando malessere, sfiducia, rabbia verso il sistema e infine verso chi tiene la Roma e sta cercando in tutti i modi di costruire una realtà positiva
anche se non vince, anche se può giocare male,
questa Roma godiamocela
godiamoci la Roma di James Pallotta, divertiamoci con la testa sgombra
senza cattiverie, asti, odi
con leggerezza
perché la Roma, non so se l'abbiate capito, non è in pericolo
4 anni fa lo era
oggi il futuro c'è e anticiparlo è malsano e inutile
calma
e USCIAMO DA 'STA CAZZO DE PRIGIONE!