Totti, Guardiola e Baggio (non di certo gli ultimi arrivati) nutrono stima professionale, ma ancor più umana verso quest'uomo... e un motivo ci sarà.
Celebre la corsa sotto la curva dell'Atalanta all'età di 64 anni.
La sua intervista nel post partita fu epica e senza peli sulla lingua!
Forse questa schiettezza e questa umanità manca davvero nel calcio di oggi
"I tifosi dell'Atalanta hanno fatto cori razzisti nei confronti di Roma, e offese ai miei genitori romani che non ci sono piu"'. Cosi' Carlo Mazzone ha spiegato la sua reazione sotto la curva dei tifosi bergamaschi, sul pareggio del Brescia, costatagli tra l'altro l'espulsione. "Avevo promesso a quei tifosi che mi sarei fatto sentire in caso di pareggio - ha spiegato il tecnico del Brescia - sono stato di parola. E sul pari sono andato, e ho detto loro di tutto. Ora paghero' quel che devo, ma qualsiasi siano i giudizi su di me domani, me ne sbatto. E' stata offesa la mia citta' e la mia infanzia: i bergamaschi si devono sciacquare la bocca prima di parlare di Roma".
Mazzone ha concluso con un messaggio ai tifosi dell'Atalanta: "al ritorno a Bergamo ci vengo, non ho paura. Non so se ho dato un cattivo esempio: ma nel calcio c'e' anche altro. Il doping, e poi il calcioscommesse. Si', il calcioscommesse, ripeto: ma passiamo avanti...". Mazzone ha ricordato di aver subito un trattamento del genere dai tifosi dell'Atalanta gia' nella passata stagione, il 19 marzo ("tra l'altro il giorno del mio compleanno"), sul neutro di Reggio Emilia: "quel giorno per me e' stato tristissimo, e mi e' rimasto nel cuore - ha detto il tecnico romano - anche in quell'occasione i bergamaschi offesero i miei genitori, e purtroppo si unirono quelli di Brescia".
Di quell'episodio deve essersi ricordato oggi Mazzone, che per sua stessa ammissione sul 3-1 per l'Atalanta "alle ennesime offese a Roma e ai miei genitori romani ho promesso che sarei andato sotto la curva in caso di pareggio: l'ho fatto, perche' sono di parola, e gli ho detto di tutto. Anzi di piu"'. Il tecnico ha definito i tifosi bergamaschi "razzisti al cento per cento": "E' ora di finirla, non si puo' accettare tutto - ha proseguito - basta con questa storia che bisogna essere sempre comprensivi. Chi sbaglia paga, e se ho sbagliato paghero': Collina scriva quel che ritiene, mi interessa davvero poco. Nel calcio ho davvero visto di tutto, ma questa no: e a 64 anni so quello che faccio". Le immagini tv riprendono tra l'altro Mazzone sotto la curva, frenato dal suo vice Menichini, dal quale si divincola rispondendo "che mi frega...".
Mazzone ha anche risposto con feroce ironia alle ingiurie provenienti dalla curva: "subito dopo la partita - ha detto a Stadio Sprint Rai - ho chiamato le mie sorelle romane per sapere se mamma e papa' avevano qualcosa a che fare con Bergamo, visto che mi davano del figlio di...". "Sono un essere umano - ha anche detto il tecnico del Brescia - non ho mitra o bombe atomiche: pero' certe cose non le accetto". Le polemiche tra Carletto Mazzone e la tifoseria bergamasca sono proseguite anche in sala stampa che il tecnico del Brescia ha abbandonato quando un cronista ha cercato di rivolgergli una domanda. "Ce l' avevo nel cervello da un anno - ha detto Mazzone a proposito del suo gesto di correre verso la curva bergamasca, una volta ottenuto il pareggio - e non ce l' ho piu' fatta!". E' stato a quel punto che un cronista bergamasco ha cercato di fargli una domanda ed ha esordito: "premesso che non tutti i bergamaschi sono figli di...". "Io non ho il piacere di conoscerla - ha detto Mazzone -, io con lei non parlo, per me l'intervista finisce qui".
