Rendimento interno pessimo e la mancanza di mentalità
Inviato: mer 8 mag 2013, 9:51
Ci ritroviamo ad esaminare l’ennesima sconfitta, l’ennesima occasione persa, l’ennesima amarezza. Insomma, la classica giornata del tifoso romanista da 3 anni a questa parte.
Per non farmi trascinare nel vortice delle considerazioni “a caldo” (anche se sono passate quasi 12 ore), voglio porre l’accento su un dato oggettivo a dir poco inquietante: il rendimento interno della Roma.
Vi posto la classifica del rendimento interno delle prime dieci squadre di Serie A:
Juventus 44 18 14 2 2 35 9 26
Napoli 43 18 13 4 1 42 17 25
Fiorentina 40 18 12 4 2 39 19 20
Milan 40 18 13 1 4 33 15 18
Lazio 38 18 12 2 4 33 16 17
Catania 37 18 11 4 3 30 15 15
Udinese 37 18 10 7 1 29 15 14
Parma 33 18 9 6 3 28 16 12
Roma 32 18 9 5 4 38 23 15
Inter 28 17 8 4 5 27 23 4
La Roma è nona. NONA. Dietro tutte le sue concorrenti per l’Europa. L’Olimpico da fortino è diventato terra di conquista per tutti. Un gap che nessuno si può permettere. Come ben sappiamo, inoltre, le 4 sconfitte suddette non sono arrivate per mano di squadre che ci precedono in classifica ma da: Bologna, Udinese, Chievo e Cagliari. A cui aggiungerei, inoltre, i pareggi contro Sampdoria e Pescara, per un totale di 14 punti.
Facendone la metà eravamo già con l’Europa in tasca da parecchio tempo. Mentre le prime 3 sconfitte (Bologna, Udinese, Cagliari) sono frutto di “Zemanlandia”, i punti persi con Chievo e Pescara derivano da approcci alle partite molli frutto di un’atavica mancanza della Roma: la mentalità.
In sostanza, la squadra, pur avendo delle lacune (specie in fase difensiva), ha spesso un approccio alle gare contro le squadre di medio/bassa classifica a dir poco pessimo che le fa complicare la vita.
Gli ultimi anni con rendimenti interni altissimi sono state le annate 2009/2010 e 2007/2008, guarda caso quelle in cui abbiamo sfiorato lo scudetto, senza arrivare alle annate magnifiche dello scudetto ed in quella successiva, dove l’Olimpico rimase imbattuto per 2 anni. Guarda caso annate contraddistinte da allenatori che battono molto il ferro sulla mentalità: Capello, Spalletti e Ranieri.
In particolare, Capello e Spalletti sono considerati dei “sergenti di ferro” da molti dei giocatori che hanno avuto. Ecco, dunque, la chiave per la Roma del futuro: avere come allenatore un sergente di ferro, che non guarda in faccia a nessuno, da Totti a Dodò.
Le valutazioni tecniche saranno fatte dalla società e dal nuovo allenatore. A voi la scelta del candidato migliore. Io voglio uno che non guardi in faccia a nessuno.
Buona giornata a tutti
Per non farmi trascinare nel vortice delle considerazioni “a caldo” (anche se sono passate quasi 12 ore), voglio porre l’accento su un dato oggettivo a dir poco inquietante: il rendimento interno della Roma.
Vi posto la classifica del rendimento interno delle prime dieci squadre di Serie A:
Juventus 44 18 14 2 2 35 9 26
Napoli 43 18 13 4 1 42 17 25
Fiorentina 40 18 12 4 2 39 19 20
Milan 40 18 13 1 4 33 15 18
Lazio 38 18 12 2 4 33 16 17
Catania 37 18 11 4 3 30 15 15
Udinese 37 18 10 7 1 29 15 14
Parma 33 18 9 6 3 28 16 12
Roma 32 18 9 5 4 38 23 15
Inter 28 17 8 4 5 27 23 4
La Roma è nona. NONA. Dietro tutte le sue concorrenti per l’Europa. L’Olimpico da fortino è diventato terra di conquista per tutti. Un gap che nessuno si può permettere. Come ben sappiamo, inoltre, le 4 sconfitte suddette non sono arrivate per mano di squadre che ci precedono in classifica ma da: Bologna, Udinese, Chievo e Cagliari. A cui aggiungerei, inoltre, i pareggi contro Sampdoria e Pescara, per un totale di 14 punti.
Facendone la metà eravamo già con l’Europa in tasca da parecchio tempo. Mentre le prime 3 sconfitte (Bologna, Udinese, Cagliari) sono frutto di “Zemanlandia”, i punti persi con Chievo e Pescara derivano da approcci alle partite molli frutto di un’atavica mancanza della Roma: la mentalità.
In sostanza, la squadra, pur avendo delle lacune (specie in fase difensiva), ha spesso un approccio alle gare contro le squadre di medio/bassa classifica a dir poco pessimo che le fa complicare la vita.
Gli ultimi anni con rendimenti interni altissimi sono state le annate 2009/2010 e 2007/2008, guarda caso quelle in cui abbiamo sfiorato lo scudetto, senza arrivare alle annate magnifiche dello scudetto ed in quella successiva, dove l’Olimpico rimase imbattuto per 2 anni. Guarda caso annate contraddistinte da allenatori che battono molto il ferro sulla mentalità: Capello, Spalletti e Ranieri.
In particolare, Capello e Spalletti sono considerati dei “sergenti di ferro” da molti dei giocatori che hanno avuto. Ecco, dunque, la chiave per la Roma del futuro: avere come allenatore un sergente di ferro, che non guarda in faccia a nessuno, da Totti a Dodò.
Le valutazioni tecniche saranno fatte dalla società e dal nuovo allenatore. A voi la scelta del candidato migliore. Io voglio uno che non guardi in faccia a nessuno.
Buona giornata a tutti