Edin Džeko
Inviato: lun 11 feb 2013, 14:52
Quando Edin Dzeko ha saputo da un amico che il 16enne bosniaco Aner Zelic era ricoverato al Manchester Royal Infirmary in attesa di essere operato di sclerosi peritoneale incapsulante (una rara malattia dell’intestino, dalle conseguenze spesso mortali), è subito andato a trovarlo ed è rimasto talmente colpito dalla tragica storia del suo sfortunato connazionale da non limitarsi a quella sola visita, ma diventando quasi un ospite fisso del reparto, insieme ai genitori e alla fidanzata AmraSilajdzic. E ogni volta non arrivava mai a mani vuote, che fosse un cellulare per la signora Edisa, mamma di Aner, così che potesse restare in contatto con la famiglia in Bosnia, o dei regali per il ragazzino, come il pass vip per vedere il City, una console PSP e svariati gadget della squadra. Attenzioni inattese, soprattutto da un calciatore miliardario, che, unite all’operazione (senza la quale sarebbe morto nel giro di poche settimane, hanno spiegato allo Star Weekend i medici dell'ospedale (all’avanguardia per questo genere di patologie) hanno aiutato Aner a riprendersi al punto che ora è pronto per essere dimesso. Ma una volta tornato a casa, il piccolo bosniaco non resterà da solo, perché Dzeko gli ha promesso che continuerà ad aiutarlo.
ambasciatore unicef — "Non sapevo che a Manchester ci fosse un ospedale così valido – ha raccontato il 26enne campione al domenicale – e quando un amico mi ha raccontato la storia di Aner, dicendomi che era qui con sua madre e che era molto malato e aveva bisogno di aiuto, non me lo sono fatto ripetere due volte e sono andato a trovarlo e continuo a farlo anche adesso. La prima volta che l'ho visto, stava davvero male, pesava appena 25 chili e più che un ragazzo di 16 anni, sembrava un bambino di 8; adesso, invece, pesa 32 chili e sta molto meglio, può camminare e sedersi senza problemi e riesce a mangiare. In questi mesi io e Aner siamo diventati molto uniti e sono felice se posso aiutarlo in qualche modo. La Bosnia è un piccolo paese e quando qualcuno viene qui, soprattutto se si tratta di un ragazzino malato, prendermene cura è una mia responsabilità, visto anche che come ambasciatore dell’Unicef lavoro moltissimo coi bambini". Ma per mamma Edisa quello di Dzeko (che col City sta vivendo un momento non facile sul piano dei risultati) nei confronti del figlio non è mai stato un atto dovuto e l’aiuto è sempre stato sincero. “Edin ci è stato di grandissimo sostegno – ha ammesso la donna – e gli saremo grati per sempre per quello che ha fatto per noi".
ambasciatore unicef — "Non sapevo che a Manchester ci fosse un ospedale così valido – ha raccontato il 26enne campione al domenicale – e quando un amico mi ha raccontato la storia di Aner, dicendomi che era qui con sua madre e che era molto malato e aveva bisogno di aiuto, non me lo sono fatto ripetere due volte e sono andato a trovarlo e continuo a farlo anche adesso. La prima volta che l'ho visto, stava davvero male, pesava appena 25 chili e più che un ragazzo di 16 anni, sembrava un bambino di 8; adesso, invece, pesa 32 chili e sta molto meglio, può camminare e sedersi senza problemi e riesce a mangiare. In questi mesi io e Aner siamo diventati molto uniti e sono felice se posso aiutarlo in qualche modo. La Bosnia è un piccolo paese e quando qualcuno viene qui, soprattutto se si tratta di un ragazzino malato, prendermene cura è una mia responsabilità, visto anche che come ambasciatore dell’Unicef lavoro moltissimo coi bambini". Ma per mamma Edisa quello di Dzeko (che col City sta vivendo un momento non facile sul piano dei risultati) nei confronti del figlio non è mai stato un atto dovuto e l’aiuto è sempre stato sincero. “Edin ci è stato di grandissimo sostegno – ha ammesso la donna – e gli saremo grati per sempre per quello che ha fatto per noi".
