F. MAGLIARO
"...
TOR DI VALLE, “NUN ME ROMPE ER CA’”
Era uno dei cavalli di battaglia di Gigi Proietti, “il cantante italiano che canta alla francese” con la parodia della splendida “Ne me quitte pas” di Jacques Brel. Quel ritornello, “nun me romper er ca’” potrebbe tranquillamente essere la sintesi della risposta della Roma alle richieste di chiarimenti sulla questione di Tor di Valle avanzata dal Comune a fine ottobre.
All’epoca, il Campidoglio si era mosso domandando alla Roma due cose: sinteticamente, hai i requisiti, tu As Roma e i tuoi progettisti, per trattare con la pubblica Amministrazione? E, secondo: visto che Tor di Valle si è interrotta per la tua decisione di non proseguire oltre e che c’è una causa in corso, come ti poni su questo? Che poi sembrava molto un modo tutt’altro che raffinato per chiedere che la Roma si dichiarasse pronta a manlevare il Campidoglio in caso di sconfitta in tribunale.
La Roma risponde. E, appunto, la sostanza è “nun me rompe er ca’”.
“Secondo quanto emerge dalla deliberazione di Assemblea Capitolina 75/2021, di revoca della dichiarazione di pubblico interesse del progetto dello stadio in località Tor di Valle ("Progetto Tor di Valle"), la società A.S. Roma avrebbe contribuito al default del progetto per aver interrotto le trattative con l’Amministrazione. Tale prospettazione non può essere condivisa”.
Punto primo: “
il soggetto proponente del Progetto Tor di Valle era esclusivamente Eurnova e su di essa, quindi, ricadevano tutti gli oneri e le responsabilità che la normativa in materia di impianti sportivi attribuisce al proponente”.
callaghan:
"Ma allora m'han sempre preso per il culoooo!!??!?! 20 anni della mia vitaaaaa..."
Invece, “A.S. Roma era stata individuata come
futura utilizzatrice del nuovo impianto, in forza di apposito accordo stipulato con il proponente 26 maggio 2014, non più efficace e vincolante a causa di fatti sopravvenuti non imputabili l' AS Roma”.
E i fatti sopravvenuti sono: l’arresto di Luca Parnasi, la perdita di disponibilità delle aree a causa della quale, quindi, “
Eurnova non poteva più rivestire la qualifica di promotore. Né poteva esistere
alcun obbligo in capo alla scrivente società di negoziare con la nuova acquirente dell'area (i.e., CPI Property Group), che non aveva avuto alcun ruolo sin a quel momento nel contesto del Progetto Tor di Valle”.
Questo e` quello che ho sempre scritto io nei tempi in cui Magliaro iniziava a scrivere che sulla Roma sarebbe potuta aleggiare la minaccia di una causa: Parnasi per avere diritto ai terreni ipotecati ha bisogno di soldi, i soldi arrivano dalla cessione a Vitek, ma poi Vitek che diritto ha di tenere la Roma responsabile per avere mancato a un accordo che era soggetto alla disponibilita` di terreni che non erano disponibili prima che non fossero piu` di chi dovevano essere disponibili?
Vitek:
"Caro Giuseppe compare-nipote... manname 'nu poco de soldi, che non tengo nimmanco 'li soldi pe' pagare lo shcrivano per la lettera presente..."
Questi fatti, secondo la Roma, hanno indotto la società giallorossa “
a dubitare della correttezza del suo operato e ad assumere ogni iniziativa a tutela della propria integrità ed affidabilità”.
Baldissoni:
"Stiamo andando a fancuuuulooooo..."
Fienga:
"Sha-na-naaaaaaaaaaa"
Peraltro, “Ciò anche nell'interesse del!' Amministrazione capitolina, che si sarebbe inevitabilmente trovata coinvolta in uno scenario non commendevole agli occhi dell'opinione pubblica”.
Tutte queste ragioni, secondo la Roma, devono far considerare
“la sopravvenuta indisponibilità” ad andare avanti con Tor di Valle come “arbitraria e, meno che mai, ispirata da mala fede. Al contrario, essa
era pienamente giustificata dall'accaduto e rispondente a canoni di sana a prudente gestione societaria”.
Austini:
Detto questo e respinto, quindi, qualunque addebito sull’interruzione dell’iter di Tor di Valle, in merito alle cause e al rischio risarcimenti, la Roma scrive: “Le udienze [di fronte al Tar del Lazio, ndr per la trattazione dei giudizi non risultano ancora fissate” e, in secondo luogo, è il Comune ad aver “proposto, in via riconvenzionale, una domanda risarcitoria anche nei confronti di A.S. Roma (oltre che di Eumova e CPI Tor di Valle)”. Tradotto: è il Comune che, nel presentare la “controcausa” (“riconvenzionale”) contro Eurnova e CPI ha incluso una richiesta di risarcimento anche ad As Roma. “A.S. Roma, quindi, non ha proposto alcuna azione contro Roma Capitale, ma semmai è stata quest'ultima a citare in giudizio la scrivente società”.
Ovvero, appunto, “nun me rompe er ca’”