“Non sono d’accordo. Tutte le squadre hanno un’identità. Guardiamo le squadre più forti in Serie A: tutti cambiano le intenzioni? Non mi sembra. Il Milan gioca sempre allo stesso modo, la Lazio gioca sempre allo stesso modo, così come Atalanta, Napoli, Juventus. Cambiano identità? No, cambiano la strategia per ogni partita. Noi, normalmente, pressiamo alto. Contro il Milan non l’abbiamo fatto, è stata strategia, quella può cambiare, l’identità no. Puoi cambiare se vuoi avere più profondità, se vuoi uscire più veloce ma l’identità non cambia. Le grandi squadre hanno un’identità forte, non cambiano. Tra l’altro non avresti nemmeno il tempo di cambiare, con tutte le partite ravvicinate. Cambiare modulo lo puoi fare, è una cosa diversa dal cambiare identità”.
in queste parole del mister ci sono tutti i limiti del suo pensiero calcistico.
il fatto di non preparare le partite rispetto agli avversari che incontri.
il fatto che dice che cambiare modulo si può, ma è diverso dal cambiare identità. Ma il modulo non lo cambia mai.
il fatto che lui dice che contro il Milan abbiamo cambiato strategia non pressando alto, e prendi ad esempio proprio la partita nella quale proprio a causa di questo cambio di strategia dovevi stare sotto di 4 gol dopo 15 minuti.
il fatto che dice che la Lazio gioca sempre allo stesso modo, ma contro il Crotone la Lazio non ha giocato catenaccio e contropiede come contro di noi, ma ha costruito gioco attaccando.
a me i santoni che antepongono il loro credo calcistico ai risultati della squadra non piacciono proprio, tipo Zeman, tipo Di Francesco, tipo Luis Enrique.
oppure diciamo che mi piacerebbero, vedi Guardiola, ma è vero pure che Guardiola ha fatto quello che ha fatto in squadre che spendevano o spendono 1000 milioni di euro sul mercato.