Claudio Fenucci

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zanardelli
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Re: Claudio Fenucci

Messaggio da zanardelli »

Luke Skywalker ha scritto:BOLOGNA - La bomba sul futuro del Bologna Calcio l’ha sganciata Gianni Morandi...
Sicuri che ha sganciato proprio 'na bomba?
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Re: Claudio Fenucci

Messaggio da Holdfast »

zanardelli ha scritto: Sicuri che ha sganciato proprio 'na bomba?
meglio 'na bomba che un rutto
Brigata crederci sempre un po' di più!
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SilverSasu
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Re: Claudio Fenucci

Messaggio da SilverSasu »

as_marco ha scritto:
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Tramite tacopina quindi, avevo ragione asd

Sei addentro alla questione?
Ho per ragioni familiari interessi, amici ecc..a bologna agitatissimi.
Sai confermarmi qualcosa in più che quella sui giornali?
Per il Bologna in prospettiva sarebbe una gran cosa.
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ds_marco
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Re: Claudio Fenucci

Messaggio da ds_marco »

SilverSasu ha scritto: Tramite tacopina quindi, avevo ragione asd

Sei addentro alla questione?
Ho per ragioni familiari interessi, amici ecc..a bologna agitatissimi.
Sai confermarmi qualcosa in più che quella sui giornali?
Per il Bologna in prospettiva sarebbe una gran cosa.
io so che fenucci và sicuro al bologna se arrivano quelli perché di mezzo cé anche unicredit con i soliti buffi, che poi arrivino quegli americani, questo non lo so
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Re: Claudio Fenucci

Messaggio da RomaTiAmo »

Quindi?
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Re: Claudio Fenucci

Messaggio da V.G.41 »

RomaTiAmo ha scritto:Quindi?
Ma che voi?
"Del resto mia cara di che si stupisce, anche l'operaio vuole il figlio dottore e pensi che ambiente che può venir fuori. Non c'è più morale, Contessa."
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Re: Claudio Fenucci

Messaggio da RomaTiAmo »

V.G.41 ha scritto: Ma che voi?
acido
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Re: Claudio Fenucci

Messaggio da Santiago »

secondo caputi vive e lotta insieme a noi
IL MESSAGGERO (M. CAPUTI) – Claudio Fenucci, romano, ad della Roma, parla del calcio che verrà.
È il momento di cambiare, il calcio italiano deve cogliere questa opportunità dopo il tracollo della Nazionale?
«La crisi era presente già da diversi anni. Non è una competizione come il Mondiale a certificarla».

Quindi?
«Va ripensato il progetto sportivo. Noi dirigenti abbiamo una grande responsabilità poiché gestiamo un patrimonio rappresentato dai sentimenti dei tifosi. La Nazionale in questo è un veicolo importante. Le difficoltà sono evidenziate dai numeri, basta pensare ai fatturati delle società, alle condizioni degli stadi, all’inadeguatezza del processo di formazione dei giovani e alla difficoltà nel reperire risorse economiche».

A proposito di formazione: facciamo fatica a produrre talenti.
«Dobbiamo fare investimenti sull’attività di base. Abbiamo circa 650 mila tesserati nell’attività giovanile che giocano a pallone molto meno di 20 anni fa. Si è perso il calcio destrutturato, quello che si faceva per strada e negli oratori».

Cosa si potrebbe fare allora?
«La Federazione e le Leghe, d’accordo con il Coni, dovrebbero pensare a investimenti nelle scuole per riattivare l’attività di base».

E i settori giovanili?
«Dobbiamo chiederci se le risorse siano sufficienti o adatte. Spesso le strutture, i sistemi di allenamento e gli allenatori non sono all’altezza. Sui tecnici delle giovanili le società devono fare uno sforzo, dare maggiore dignità a quel ruolo migliorando il percorso economico e professionale».

Per strutture cosa intende?
«In Inghilterra hanno investito più di 3 miliardi di euro negli stadi e più di 200 milioni in strutture e centri anche per il settore giovanile. Questo vuol dire un migliore ambiente professionale: campi, spogliatoi, palestre e attrezzature moderne».

Da dove si comincia?
«È un lavoro duro. Prima di tutto dal cambiamento delle norme, a cominciare dalla Lega. Di fatto, presidente e direttore generale hanno pochissimi poteri dovendo passare per qualsiasi azione dal consenso dell’assemblea. Poi dalla riforma dei campionati con la riduzione delle partecipanti e l’inserimento delle seconde squadre. Quindi lavorare sul prodotto, aumentando i ricavi aggredendo nuovi mercati e migliorando il rapporto con gli interlocutori principali: tifosi e calciatori».

È così importante la riforma dei campionati?
«Ridurre il numero delle squadre e conseguentemente delle retrocessioni vorrebbe dire elevare il livello della competizione e normalizzare l’andamento economico delle società. In sostanza rendere questo meno legato a quello sportivo come accade ora. Le distanze dei ricavi tra Serie A e B è tale che retrocedere può essere l’anticamera del fallimento. Solo con minor squadre si può pensare a un vero paracadute per chi retrocede. Da noi, attualmente, è di un anno, in Inghilterra di 4. Una differenza notevole. Questo anche per la natura struttura proprietaria dei nostri club».

Vorrebbbe dire?
«Da noi il calcio si è sviluppato attraverso gli investimenti delle grandi famiglie. Dal ’95 a oggi, hanno fatto ricapitalizzazioni per 3 miliardi circa, ciò ha comportato che non ci si preoccupasse di costruire un sistema virtuoso. La stessa cifra in Inghilterra è servita per costruire stadi».

Cosa possiamo importare dagli altri Paesi?
«Il calcio italiano si è seduto sulle risorse che i proprietari hanno destinato ai loro club senza pensare allo sviluppo del prodotto. Questo ha fatto nascere il gap con gli altri Paesi».

In che termini?
«Un singolo club, da solo, non può aggredire i mercati esteri, ci vogliono una Lega e un campionato forti. La Premier League nel ’96 fatturava cento milioni in più della A, oggi ne fattura un miliardo. Gli inglesi hanno investito negli stadi e si sono concentrati sul campionato. Oggi incassano 900 milioni di diritti esteri contro i 120 italiani. Hanno portato avanti un progetto industriale: noi dobbiamo fare altrettanto».

E in Germania come hanno risolto la crisi?
«Le società si sono date regole molto ferree sull’equilibrio gestionale e in più hanno un modello di governance totalmente innovativo. A un investitore è impedito di avere più del 50% delle quote azionarie, e le decisioni rilevanti sono prese dall’associazione sportiva con una forte responsabilizzazione degli amministratori e dei manager. Hanno fatto sacrifici rinunciando per alcuni anni alla competitività in Europa ma, nel frattempo, hanno ristrutturato il sistema e investito negli stadi, grazie anche al Mondiale 2006».

Da noi gli stadi di proprietà sono ancora lontani
«In attesa di costruire o ristrutturare gli impianti possiamo migliorare l’attenzione verso il tifoso e quindi l’ambiente in cui si svolgono le partite. Penso ai settori per le famiglie, ai villaggi intorno allo stadio, a forme di intrattenimento e alla riduzione dei prezzi in alcuni settori. Migliorando l’ambiente diamo anche una risposta culturale alla violenza. Dobbiamo creare un atmosfera di gioia e non un mordi e fuggi della partita».

Possiamo essere ottimisti?
«Al momento c’è un vento diverso nel Paese che si riflette anche sul Coni, questo aiuta la spinta al rinnovamento. Il calcio ha la forza per ritrovare credibilità e rivedere i suoi processi interni purché cambino le norme e quindi si abbiano gli strumenti per riformare davvero».
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Re: Claudio Fenucci

Messaggio da superkagno »

se arriva shaqiri per lajic e in più eto'o, senza cedere benatia, ti sono vicino, Cla.
ed ecco pallotta e monchi in "io speriamo che arrivo quarto"
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ds_marco
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Re: Claudio Fenucci

Messaggio da ds_marco »

superkagno ha scritto:se arriva shaqiri per lajic e in più eto'o, senza cedere benatia, ti sono vicino, Cla.

per il compleanno je regalano questa:

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Re: Claudio Fenucci

Messaggio da Santiago »

IL SECOLO XIX (C. MANGINI) - [...] Un altro passaggio chiave, oggi, sarà quello riguardante il direttore generale della Federcalcio, ruolo ricoperto attualmente da Antonello Valentini. Il ruolo, le cui competenze sono definite dall’articolo 28 bis dello Statuto federale, è fondamentale. Tra le competenze assegnate al dg c’è la responsabilità della gestione istituzionale, amministrativa ed economica, inoltre coordina e dirige la segreteria federale, predispone il bilancio consuntivo e quello di previsione, sovrintende agli uffici federali e ne dirige il personale, stabilisce i programmi di lavoro attuative delle delibere del presidente e del CF. Insomma, volendo interpretare il ruolo in modo ampio, un manager potentissimo. E, nel dettato dell’articolo 28 bis, c’è all’articolo 1: «Il direttore generale è nominato dal presidente federale, previa consultazione con il Coni e sentito il consiglio federale». C’è da giurare che Malagò non riterrà la «consultazione» un atto puramente formale. Quattro i candidati forti: l’attuale dg della Lega di A, Brunelli; Michele Uva, dg della Coni Servizi, che potrebbe essere anche il manager di riferimento in caso di commissariamento; il dg della Lega Pro Francesco Ghirelli e il manager della Roma Claudio Fenucci. Ipotizzabile che Brunelli e Ghirelli siano “portati” da Tavecchio, Uva e Fenucci da Albertini.
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Re: Claudio Fenucci

Messaggio da Jean Louis Scipione »

si e poi chi li sente gli antiromanisti
voglia di stringersi un po'... curva sud roma vecchie maniere...
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Re: Claudio Fenucci

Messaggio da giùlemanidaIturbe »

ma quanto scopa oggi Fenucci?

Piú de Zanzi sicuro.
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Re: Claudio Fenucci

Messaggio da Claudio_asr »

daje fenucci daje
questo ripaga un estate di sacrifici e sofferenze
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Re: R: Claudio Fenucci

Messaggio da shaka »

giùlemanidamarra ha scritto:ma quanto scopa oggi Fenucci?

Piú de Zanzi sicuro.
Na millante se li mette da parte per qualche bagascia, ma glielo concediamo
shaka ha scritto:Grande Ramon, ora deve andare al prossimo incontro, accettare tutte le richieste di quel maiale di Atangana, firmare tutto, poi s'abbassa i pantaloni davanti a tutti, se mette in posizione de squat e su quel foglio ce fa na bella cacata
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