as_marco ha scritto:
http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/M ... 4521.shtml
ecco come Allegri gestiva lo spogliatoio ....

spesso si confondono le vittorie con una buona gestione dello spogliatoio, si ma noi non siamo il milan dello scudetto ...... non abbiamo quei fuoriclasse in ogni reparto quindi se non é capace a saper gestire lo spogliatoio con pugno duro e non avendo i campioni del milan dello scudetto (quando il resto erano a pezzi, non avendo avversari) ..... tu pensi che riesci a cavare un ragno dal buco? io dico di no .............. ed adesso smentitemi anche Gattuso và!
Premesso che Gattuso per quel che l'ho conosciuto da spettatore mi sta ampiamente sulle paxxe, lui con questa intervista critica principalmente la società, perchè fino a prova contraria i provvedimenti disciplinari li deve prendere la società, non è che l'allenatore può andare da Ibrahimovic e dirgli oggi sei arrivato tardi all'allenamento, mò devi pagare 50.000 euro...
Poi secondo me va chiarito un concetto di fondo: tu pensi che la gestione del gruppo significhi solo usare la frusta? Per me è un discorso estremamente più complesso e variabile, che dipende principalmente dal tipo di personalità che ti trovi a dover gestire e che deve avere sempre come obbiettivo IL RAGGIUNGIMENTO DEL RISULTATO. Se vuoi imporre a tutti i costi la tua disciplina a gente come quella che ho nominato prima, secondo me l'unica cosa che ottieni è andare allo scontro frontale, e questo per una squadra di calcio porta indiscutibilmente alla rovina, come insegna la storia. Allegri è stato bravissimo a vivere x anni su un equilibrio sottilissimo tra il chiedere il rispetto delle regole e lasciare ai suoi campioni quei margini di libertà, in campo e fuori, che gli consentissero di averli comunque dalla sua parte nei momenti che contavano, il tutto senza mai avere il pieno supporto della società. Poi il dubbio che hai tu è lo stesso che ho io, ma vale per qualsiasi allenatore: in questo ambiente riuscirà a dare il massimo? Boh, però magari tendo a fidarmi di più di uno che, al di là di ogni discorso tecnico-tattico, ha dimostrato di essere un fine gestore e attento alle dinamiche relazionali e psicologiche di un gruppo, piuttosto che di sergenti di ferro con convinzioni granitiche e monolitiche, che, sotto sotto, dietro una facciata da duri spesso mascherano solo una intrinseca debolezza caratteriale.