in che senso? volevi un lungometraggio in piano sequenza?
oppure dici che il collaboratore di marione non ha mai detto "beghe personali" e renga non ha mai detto "gruppo di lavoro"?
porc************ manco i video ve vanno bene...
nel senso che un video montato non è mai affidabile al 100%.
Riguardo quelle frasi non faccio l'ipocrita e ti dico che ho sentito e sento molto di peggio quotidianamente in quella e in altre radio, per cui quando l'ho visto tutto sto stupore che hanno avuto gli altri io non l'ho avuto
in che senso? volevi un lungometraggio in piano sequenza?
oppure dici che il collaboratore di marione non ha mai detto "beghe personali" e renga non ha mai detto "gruppo di lavoro"?
porc************ manco i video ve vanno bene...
no non va bene mai un cazzo..altrimenti certa gente non avrebbe un certo seguito..e chi dice " lo sento per sentire come rosica, lo sento perchè voglio senti come risponde" è uguale a chi lo ascolta fisso..non servivano dossieraggi vari, inchieste e cose varie, si sapeva già che personaggi girano per le fantastiche radio romane. e chi va appresso a queste persone se qualifica da solo per quel che è..
romolo1988 ha scritto:
nel senso che un video montato non è mai affidabile al 100%.
Riguardo quelle frasi non faccio l'ipocrita e ti dico che ho sentito e sento molto di peggio quotidianamente in quella e in altre radio, per cui quando l'ho visto tutto sto stupore che hanno avuto gli altri io non l'ho avuto
vi faccio un esempio, chi secondo voi come sandro e mauro insulta chi si è fatto la tessera del tifoso o prende in giro il tifoso occasionale è tanto meglio? secondo me questi due personaggi sono anche peggio di ONE
lipa87 ha scritto:
no non va bene mai un ca##o..altrimenti certa gente non avrebbe un certo seguito..e chi dice " lo sento per sentire come rosica, lo sento perchè voglio senti come risponde" è uguale a chi lo ascolta fisso..non servivano dossieraggi vari, inchieste e cose varie, si sapeva già che personaggi girano per le fantastiche radio romane. e chi va appresso a queste persone se qualifica da solo per quel che è..
esatto, quello che dico è che non serviva un video per capire certe meccaniche radiofoniche
Dicono che il fatto é stato archiviato perche quei fogli sono una cosi grossa cialtronaggine che il pm li ha definiti "MONNEZZA" e incapaci di creare il reato di calunnia.
A REPUBBLICA (C. BONINI) - Parafrasando Flaiano, il tentativo di diffamazione all’amatriciana che, nel marzo scorso, ebbe come vittime il dg della Roma Franco Baldini e il consigliere Mauro Baldissoni fu cosa assai grave ma tutt’altro che seria. Una di quelle “sole” (truffa, per chi preferisce l’italiano) che nelle intenzioni della combriccola che l’aveva architettata doveva accreditare l’appartenenza massonica dei due dirigenti, grazie a uno scartafaccio di trascrizioni di sms che si volevano intercettati dalla polizia e al contrario «grossolanamente falsi» come la mano improbabile di chi li aveva redatti.
E che ora il pm Paola Filippi chiede vada consegnata all’archiviazione della giustizia penale, che non contempla possano andare a giudizio fatti la cui cialtroneria «non configura fattispecie penalmente rilevanti», piuttosto quella condizione rara del “reato impossibile”. Propria di chi, per dabbenaggine, un reato non solo non lo commette, ma non riesce neppure a “tentarlo”, tale l’inverosimiglianza della «monnezza» (parole del pm) che ha provato senza successo a rifilare (al quotidiano “il Fatto” e alle “Iene). Ce n’è per far chiacchierare le radio libere del tifo. Non fosse altro perché della “banda degli onesti” che quella “sola” ha architettato, il capobastone è Mario Corsi, “Marione”, l’ex Nar fattosi lucroso mazziere dell’etere.
Due mesi fa, Alemanno lo ha gratificato del “microfono d’oro”. La Procura, ora, del cialtrone, insieme ai compari Giuseppe Lo Monaco, il giornalista Roberto Renga e suo figlio Francesco. Chi lo ascolta in radio riferisce che la cosa lo rallegri.
Bonini c'è andato leggerissimo
E ringraziate che ci sono io, che sono una moltitudine
La Roma, la truffa e le polpette avvelenate. Il pm: “Un falso grossolano e ridicolo”
LA REPUBBLICA (C. BONINI) - Una risata (amara) seppellisce nel grottesco la “banda degli onesti” che in marzo lavorò alla madre di tutte le sòle (ne girano sempre copiose in una città dove i gonzi non mancano) sul conto dell’As Roma e dei due dirigenti espressione della nuova proprietà americana, il direttore generale Franco Baldini, il consigliere di amministrazione Mauro Baldissoni. Vittime di una diffamazione — Repubblica ne diede conto per prima — che li avrebbe dovuti accreditare come turpi massoni, affaccendati in misteriose “logge” e in sinistri “triplici fraterni abbracci”. Il pm Paola Filippi, con una prosa essenziale che a tratti sembra dissimulare una stupefatta ironia, conclude, a chiusura di 6 mesi di indagini della Digos, che la variopinta combriccola che concepì il bidone non debba andare a processo. Per manifesta cialtroneria.
Perché il processo penale prevede che debba andare a giudizio chi di un reato è indiziato di averlo commesso o quanto meno tentato. Mentre, in questo caso, gli indagati neppure questo sono riusciti a fare. Responsabili di una stangata impossibile hanno provato a rifilare al quotidiano “il Fatto”, prima, e quindi a Paolo Calabresi delle “Iene” (che la storia avrebbe poi smascherato, documentandola con riprese clandestine), uno scartafaccio di intercettazioni farlocche che avrebbero dovuto accreditare un Baldini e un Baldissoni con il “cappuccio” e il “grembiulino” da caso Scarfoglia. Ma che neanche un bambino si sarebbe bevuto. Una tale «ridicola monnezza» (le parole sono del pm) che né la diffamazione, né la ricettazione hanno trovato tempo o modo, di trovare uno sbocco che li rendesse tali. “Reati impossibili”, insomma.
Per oggettiva dabbenaggine degli indagati e delle loro mosse. Già. Una richiesta di archiviazione può essere persino peggiore di una condanna, se si ha un briciolo di dignità e amor proprio. E persino metafora di un pezzo di questa città. Di uno dei suoi modi d’essere. Le quattro pagine della richiesta di archiviazione (consultabili integralmente sul nostro sito) ne sono un paradigma. Il pm ci ripropone le mosse alla carlona, in un fare circospetto da “birra e salsicce” (per chi ama Totò), di Mario Corsi, “Marione”, l’ex Nar che da anni si è fatto predicatore e mazziere radiofonico dall’autarchica e dorata tribuna di “Centro Suono Sport”, del suo giovane spicciafaccende di redazione Giuseppe Lomonaco, di Roberto Renga, giornalista in pensione, di suo figlio Francesco. Nel marzo di quest’anno ruminano una di quelle polpette avvelenate che spacciano come oro nel circuito off-off dei perdigiorno che fanno flanella intorno alle radio del tifo.
Maneggiano cartaccia scritta a mano libera che — dicono — è la trascrizione di sms intercettati dalla polizia e scambiati tra Baldini e Baldissoni. «Un falso grossolano». Perché non esistono né le intercettazioni, né gli sms. L’idea è vecchia come il cucco. Rifilare a qualche “giornale” o tv che conta quella robaccia. Aspettare che faccia capolino in edicola o “on air” e poi saltarci sopra, rilanciandola. Convinti che il vecchio mantra paghi sempre. Perché in fondo non importa se una notizia è vera o falsa. L’importante è che qualcuno ci creda. Purtroppo per loro, in quei giorni “carbonari” di marzo, ai quattro dice picche “il Fatto”. Non Paolo Calabresi delle “Iene” che finge di abboccare alla sòla, dà corda ai congiurati alla amatriciana e finisce per smascherarli, riprendendone clandestinamente le goffe fumisterie con cui prima cercano di piazzare la merce e poi, consapevoli di essere stati scoperti, provano a minimizzare.
Fino a implorare la “Iena” di non rovinarli («Corsi chiese a Calabresi di non divulgare quanto aveva scoperto per non rovinare la carriera di Lomonaco»). Raccontano che, da un paio di giorni, “Marione” faccia la ruota in radio, agitando la notizia della sua richiesta di archiviazione (di cui si è guardato bene di dare conto del contenuto), come la sua riabilitazione. In qualche modo, la prova postuma che ha visto giusto il sindaco Alemanno a gratificarlo, in maggio, del premio “microfono d’oro” per il ruolo “sociale” della sua trasmissione “Te la do io Tokyo”. Aggiunge qualche suo ascoltatore che si sia fatto anche minaccioso, avvertendo che «ora ci si divertirà». E per una volta, forse, ha ragione.
Le quattro pagine della richiesta di archiviazione sono divertenti. Soprattutto confermano dalla prima all’ultima le notizie che “Repubblica” diede in marzo. In un comunicato di quei giorni, al pari di Roberto Renga, Corsi e Lomonaco definirono la storia che li riguardava «un’insinuazione priva di fondamento» per la quale avrebbero «agito nelle opportune sedi». Il pm e la Digos, ora, documentano il contrario. Ma, appunto, non importa se una cosa è vera. L’importante è che qualcuno ci creda. Ieri, come oggi. Per la cronaca, un gip ora dirà se la richiesta di archiviazione del pm può essere accolta o meno. Se davvero si è trattato di un reato impossibile. La As Roma — per quanto si è appreso — si opporrà alla decisione del pm chiedendo il giudizio.
nota mia: Boni', Caso Scafroglia, no Scarfoglia.
E ringraziate che ci sono io, che sono una moltitudine