Concordo pienamente. Purtroppo gli "striscionatori" e la "giustizia sportiva" sono l'uno lo specchio dell'altro e si alimentano a vicenda in una spirale infinita.Annili ha scritto: io per "meno importante" intendevo che l'ingiustizia della squalifica ha reso un bel servizio agli striscionatori, che di colpo sono diventati vittime di una misura punitiva iniqua. indubbiamente lo sono, ma per me sono colpevoli di qualcosa di più grave.
il dito e la luna.
Così non se ne esce.
Che ci sia un problema di gestione delle tifoserie più agguerrite mi pare evidente.
Che nel tifo vengano scaricate tensioni che poco hanno a che vedere col calcio, anche.
E mi sento di condividere anche il fatto che, come dicono alcuni, a partire dai tifosi si facciano prove di controllo sociale estendibili poi ad altre categorie.
MA.
Se i tifosi non capiscono che comportandosi in questo modo fanno il gioco di chi ha messo in piedi una legislazione ridicola e anacronistica (tipo il Daspo, fuori da ogni controllo di semplice garanzia democratica, o concetti come la discriminazione territoriale che viene praticata in modo ben più pregnante e sistematico dalle stesse istituzioni politiche ed economiche) e pensano di affrontare il problema facendo la morale ad una madre che ha perso un figlio in condizioni drammatiche, o "puncicando" i tifosi avversari, o quant'altro, non se ne esce.
E bene ha fatto Pallotta, secondo me, a tirare una riga fra chi sostiene la Roma e chi la danneggia.
Poi possiamo anche dire che lui lo fa per salvaguardare il suo investimento e probabilmente avremmo ragione, ma questo, al momento, mi sembra secondario.
Il problema vero penso sia la spaccatura drammatica che si è creata dentro la tifoseria, fra quelli che si ritengono a torto o a ragione i depositari del vero tifo, e la stragrande maggioranza dei tifosi che non si riconoscono in certe dinamiche e vorrebbero, semplicemente, tifare Roma.