La Coppa Rimet raccontata - Italia '34
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Italia 1934
11 - La sfida a Zamora.
Nei quarti l'Italia pescò la Spagna, che in porta aveva Zamora, all'epoca il più grande portiere esistente, insieme al boemo Planika.
Zamora è uno dei miti viventi del calcio, se chiedete ad uno spagnolo chi sia stato il loro più grande portiere...non ti dicono Casilla, Zubizzarreta o Arconada. No, ti dicono senza esitazione Zamora.
Ancora oggi ricordo che, da ragazzino, quando nei campetti di periferia ti toccava il turno tra i pali (ovvero due sassi messi sul prato) e paravi bene, ti dicevano tutti, a metà tra scherno ed ammirazione: e chi sei, Zamora?
Questa frase, nel mio immaginario del calcio, è stata usata e sentita molte volte.
Zamora era l'ostacolo principale tra l'Italia e la semifinale contro il Wundrteam austriaco; e fu un quarto particolarmente difficile, giocato a Firenze.
La partita venne ripetuta una seconda volta, poichè il match iniziale si era concluso in parità, 1 a 1; partita molto maschia, molto dura, con due squadre impapurite dall'evento e col pensiero al possibile scontro con la fortissima Austria.
Il giorno successivo si giocò nuovamente l'incontro, in cui Pozzo cambiò 4 giocatori, mentre il CT spagnolo rivoluzionò la squadra, cambiando ben 8 giocatori e, sembra su pressione delle "autorità" spagnole, anche Zamora; in realtà, gli spagnoli vennere disturbati la notte e non chiusero occhio, da un gruppo di giovinastri fiorentini.
Meazza porta in vantaggio subito l'Italia, sorprendendo Nogues di testa e poi, dopo circa 80 minuti di batti e ribatti...l'Italia chiude la contesa e si appresta a "sconfiggere" l'Austria in semifinale.
Gli spagnoli protestarono molto, sia per una rete annullata nella seconda partita, ma anche per un presunto fallo di Schiavo su Zamora nell'occasione del gol di Ferrari, nella prima partita; l'entourage spagnolo (ed internazionale) diceva che si stava portando l'Italia direttamente in finale, per via di favori che il regime fascista aveva chiesto ed ottenuto...e forse non era del tutto falso.
Ma ora, ce la farà la squadra di Pozzo a battere il Wunderteam dell'amico Meisl?
Nei quarti l'Italia pescò la Spagna, che in porta aveva Zamora, all'epoca il più grande portiere esistente, insieme al boemo Planika.
Zamora è uno dei miti viventi del calcio, se chiedete ad uno spagnolo chi sia stato il loro più grande portiere...non ti dicono Casilla, Zubizzarreta o Arconada. No, ti dicono senza esitazione Zamora.
Ancora oggi ricordo che, da ragazzino, quando nei campetti di periferia ti toccava il turno tra i pali (ovvero due sassi messi sul prato) e paravi bene, ti dicevano tutti, a metà tra scherno ed ammirazione: e chi sei, Zamora?
Questa frase, nel mio immaginario del calcio, è stata usata e sentita molte volte.
Zamora era l'ostacolo principale tra l'Italia e la semifinale contro il Wundrteam austriaco; e fu un quarto particolarmente difficile, giocato a Firenze.
La partita venne ripetuta una seconda volta, poichè il match iniziale si era concluso in parità, 1 a 1; partita molto maschia, molto dura, con due squadre impapurite dall'evento e col pensiero al possibile scontro con la fortissima Austria.
Il giorno successivo si giocò nuovamente l'incontro, in cui Pozzo cambiò 4 giocatori, mentre il CT spagnolo rivoluzionò la squadra, cambiando ben 8 giocatori e, sembra su pressione delle "autorità" spagnole, anche Zamora; in realtà, gli spagnoli vennere disturbati la notte e non chiusero occhio, da un gruppo di giovinastri fiorentini.
Meazza porta in vantaggio subito l'Italia, sorprendendo Nogues di testa e poi, dopo circa 80 minuti di batti e ribatti...l'Italia chiude la contesa e si appresta a "sconfiggere" l'Austria in semifinale.
Gli spagnoli protestarono molto, sia per una rete annullata nella seconda partita, ma anche per un presunto fallo di Schiavo su Zamora nell'occasione del gol di Ferrari, nella prima partita; l'entourage spagnolo (ed internazionale) diceva che si stava portando l'Italia direttamente in finale, per via di favori che il regime fascista aveva chiesto ed ottenuto...e forse non era del tutto falso.
Ma ora, ce la farà la squadra di Pozzo a battere il Wunderteam dell'amico Meisl?
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Italia 1934
moro ha scritto:Ieri su raisport1 parlavano di questo mondiale o di quello del '38 mi sa quello del '38 intervistati Piola e Meazza !! Che calcio strano che era!! Però affascinante !!
immagino il '38, se c'era anche Piola...
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Italia 1934
12 - Il Wunderteam.
Il calcio è pieno di immagini belle e storiche, che trasmettono la grandiosità di questo sport.
Una è sicuramente il Wunderteam, la squadra meravigliosa, il soprannome affibiato alla nazionale austriaca nel periodo in cui alla guida c'era Hugo Meisl.
Pozzo e Meisl erano amici, per quanto potessero essere amici due rivali in campo; ma avevano sicuramente un fitto scambio di corrispondenza, dovuto al fatto che Meisl conosceva almeno 4 lingue perfettamente, tra cui anche l'italiano.
Da Pozzo aveva imparato il Metodo, ma che aveva un po snaturato, apportando modifiche che consentisserio ai suoi fini palleggiatori di giocare la palla a terra, senza esasperare il possesso oppure la sistematica ripartenza in contropiede; insomma un compromesso tra il dinamismo del Metodo ed il possesso palla del Sistema
Ma al di la dei formalismi, l'Austria giocava senza dubbio il più bel calcio d'Europa, forse del mondo; ed aveva appena vinto la Coppa Internazionale, oltre riuscire quasi a beffare l''Inghilterra a Londra, sconfitta solo 4 a 3; ed aveva avuto l'onore di essere la prima squadra mondiale a vincere una partita in Regno unito, contro la Scozia a Glasgow, "solo" 5 a 0.
Quella meravilgiosa squadra vinse meno di quello che avrebbe potuto (cosa molto ricorrente nel calcio), non solo perchè trovò di fronte avversari fortissimi, come la Cecoslovacchia e la stessa Italia, ma anche perchè una tragedia politica stava avvenendo in quegli anni, ovvero il nazismo e soprattutto l'annessione dell'Austria alla Germania di Hitler, il Ansclhuss.
Solo una morte prematura impedì a Meisl di vedere l'annessione dell'Austria e soprattutto lo scioglimento della sua squadra, forzata a d entrare dentro la nazionale tedesca, tutti meno Sindelar e pochissimi altri.
Comunque, a Milano, Italia ed Austria si incontrarono per decidere chi sarebbe andato in Finale a Roma.
L'incontro fini 1 a 0 per gli azzurri.
Il calcio è pieno di immagini belle e storiche, che trasmettono la grandiosità di questo sport.
Una è sicuramente il Wunderteam, la squadra meravigliosa, il soprannome affibiato alla nazionale austriaca nel periodo in cui alla guida c'era Hugo Meisl.
Pozzo e Meisl erano amici, per quanto potessero essere amici due rivali in campo; ma avevano sicuramente un fitto scambio di corrispondenza, dovuto al fatto che Meisl conosceva almeno 4 lingue perfettamente, tra cui anche l'italiano.
Da Pozzo aveva imparato il Metodo, ma che aveva un po snaturato, apportando modifiche che consentisserio ai suoi fini palleggiatori di giocare la palla a terra, senza esasperare il possesso oppure la sistematica ripartenza in contropiede; insomma un compromesso tra il dinamismo del Metodo ed il possesso palla del Sistema
Ma al di la dei formalismi, l'Austria giocava senza dubbio il più bel calcio d'Europa, forse del mondo; ed aveva appena vinto la Coppa Internazionale, oltre riuscire quasi a beffare l''Inghilterra a Londra, sconfitta solo 4 a 3; ed aveva avuto l'onore di essere la prima squadra mondiale a vincere una partita in Regno unito, contro la Scozia a Glasgow, "solo" 5 a 0.
Quella meravilgiosa squadra vinse meno di quello che avrebbe potuto (cosa molto ricorrente nel calcio), non solo perchè trovò di fronte avversari fortissimi, come la Cecoslovacchia e la stessa Italia, ma anche perchè una tragedia politica stava avvenendo in quegli anni, ovvero il nazismo e soprattutto l'annessione dell'Austria alla Germania di Hitler, il Ansclhuss.
Solo una morte prematura impedì a Meisl di vedere l'annessione dell'Austria e soprattutto lo scioglimento della sua squadra, forzata a d entrare dentro la nazionale tedesca, tutti meno Sindelar e pochissimi altri.
Comunque, a Milano, Italia ed Austria si incontrarono per decidere chi sarebbe andato in Finale a Roma.
L'incontro fini 1 a 0 per gli azzurri.
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Italia 1934
Vi ricordo gli schemi, già postato altrove...
La piramide.
in cui lo schema è palla lunga ai 5 attaccanti...

il WM (sistema) di Chapman
Come vediamo, nel Sistema rispetto alla Piramide, si abbassano le due mezzali verso i mediani, dei quali però il centromediano si abbassa a sua volta sulla linea dei terzini.

ed il WW (metodo) di Pozzo
in cui il centromediano metodista rimane alto rispetto all linea dei terzini, dovendo impostare il gioco; ma funge in fase difensiva anche da cerniera in appoggio ai due terzini.

La piramide.
in cui lo schema è palla lunga ai 5 attaccanti...

il WM (sistema) di Chapman
Come vediamo, nel Sistema rispetto alla Piramide, si abbassano le due mezzali verso i mediani, dei quali però il centromediano si abbassa a sua volta sulla linea dei terzini.

ed il WW (metodo) di Pozzo
in cui il centromediano metodista rimane alto rispetto all linea dei terzini, dovendo impostare il gioco; ma funge in fase difensiva anche da cerniera in appoggio ai due terzini.

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Re: La Coppa Rimet raccontata - Italia 1934
13 - Le semifinali.
Nel corso del torneo, la squadra ceca aveva trovato qualche difficoltà sia contro i rumeni che con gli svizzeri, e questo fatto aveva sorpreso non poco.
Una decina di giorni prima dell'inizio della Coppa del Mondo, infatti, i cechi erano riusciti a prevalere sull'Inghilterra ben decisa a far dimenticare la sconfitta subita a Budapest una settimana prima. Non ci fu scampo per i bianchi «maestri», la formazione ceca fece impazzire la folla praghese con due reti, rimandando a Londra gli inglesi due volte sconfitti.
Medesimo trattamento tu riservato ai tedeschi nel corso della semifinale di Coppa Rimet.
La Germania riusci fortunosamente a pareggiare al 63' la rete iniziale dei cechi. Ma la reazione della Cecoslovacchia fu veemente; ancora Nejedly si imbucò due volte nell'area a convertire in rete e col punteggio di 3-1 terminò la partita che portò i cechi a disputare la finale.
La nazionale del 1934 fu una grande espressione del calcio boemo; questa era formata dal blocco di Slavia e Sparta, che facevano il bello e il cattivo tempo nel campionato cecoslovacco e nella Coppa dell'Europa Centrale.
Nella seconda semifinale, gli amici Pozzo e Meisl si devono misurare; partita tiratissima, combattuta sul filo dell'equilibrio e decisa da un gol che molti ritennero irregolare. Come già detto l'Austria era scesa in Italia nel ruolo di favorita della Coppa del Mondo.
Un paio di mesi prima l'Austria aveva sconfitto l'Italia, segnalando a Pozzo l'usura del trio difensivo della Juventus Combi-Rosetta-Caligaris; fu quella l'ultima esibizione della grande coppia di terzini.
Gli azzurri partirono fortissimo sfiorando il gol ripetutamente con Orsi e Schiavio, e poi al 19' Guaita riesce a cacciare in rete la palla.
Ma prima dell'intervento decisivo dell'ala azzurra, Meazza aveva probabilmente ostacolato il portiere austriaco, impedendogli il pronto recupero del pallone appena deviato.
L'arbitro non intervenne e anche per non aver concesso un paio di presunti rigori fu definito dalla stampa viennese codardo o vigliacco, a piacere.
Italia in finale, altra partita difficilissima contro la Cecoslovacchia.
Nel corso del torneo, la squadra ceca aveva trovato qualche difficoltà sia contro i rumeni che con gli svizzeri, e questo fatto aveva sorpreso non poco.
Una decina di giorni prima dell'inizio della Coppa del Mondo, infatti, i cechi erano riusciti a prevalere sull'Inghilterra ben decisa a far dimenticare la sconfitta subita a Budapest una settimana prima. Non ci fu scampo per i bianchi «maestri», la formazione ceca fece impazzire la folla praghese con due reti, rimandando a Londra gli inglesi due volte sconfitti.
Medesimo trattamento tu riservato ai tedeschi nel corso della semifinale di Coppa Rimet.
La Germania riusci fortunosamente a pareggiare al 63' la rete iniziale dei cechi. Ma la reazione della Cecoslovacchia fu veemente; ancora Nejedly si imbucò due volte nell'area a convertire in rete e col punteggio di 3-1 terminò la partita che portò i cechi a disputare la finale.
La nazionale del 1934 fu una grande espressione del calcio boemo; questa era formata dal blocco di Slavia e Sparta, che facevano il bello e il cattivo tempo nel campionato cecoslovacco e nella Coppa dell'Europa Centrale.
Nella seconda semifinale, gli amici Pozzo e Meisl si devono misurare; partita tiratissima, combattuta sul filo dell'equilibrio e decisa da un gol che molti ritennero irregolare. Come già detto l'Austria era scesa in Italia nel ruolo di favorita della Coppa del Mondo.
Un paio di mesi prima l'Austria aveva sconfitto l'Italia, segnalando a Pozzo l'usura del trio difensivo della Juventus Combi-Rosetta-Caligaris; fu quella l'ultima esibizione della grande coppia di terzini.
Gli azzurri partirono fortissimo sfiorando il gol ripetutamente con Orsi e Schiavio, e poi al 19' Guaita riesce a cacciare in rete la palla.
Ma prima dell'intervento decisivo dell'ala azzurra, Meazza aveva probabilmente ostacolato il portiere austriaco, impedendogli il pronto recupero del pallone appena deviato.
L'arbitro non intervenne e anche per non aver concesso un paio di presunti rigori fu definito dalla stampa viennese codardo o vigliacco, a piacere.
Italia in finale, altra partita difficilissima contro la Cecoslovacchia.
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Italia 1934
pisodinosauro ha scritto:Vi ricordo gli schemi, già postato altrove...
La piramide.
in cui lo schema è palla lunga ai 5 attaccanti...
il WM (sistema) di Chapman
Come vediamo, nel Sistema rispetto alla Piramide, si abbassano le due mezzali verso i mediani, dei quali però il centromediano si abbassa a sua volta sulla linea dei terzini.
ed il WW (metodo) di Pozzo
in cui il centromediano metodista rimane alto rispetto all linea dei terzini, dovendo impostare il gioco; ma funge in fase difensiva anche da cerniera in appoggio ai due terzini.
volevo solo dire che sulla carta, il Metodo di Pozzo, che muore con il suo ideatore...è ad un passo dal 4-3-3
basta solo che i mediani diventino mediani di spinta sulla fascia (terzini), che i due terzini diventino i due centrali....e che il centromediano e le due mezzali facciano il trio di centro campo...
La vera rivoluzione sarà lo snaturamento in Italia del ruolo di centromediano metodista, che da creatore diventa colui che fa la rottura, principalmente, ed al massimo porta avanti la palla...i vari Bedin, Trapattoni, Bertini, Furino, Cera nel Cagliari ma non in Nazionale, Benetti, Oriali, Marini...
Il Brasile invece "inventa" il 4-2-4, in cui i centromediani sono due...uno con maggiore propensione geometrica, l'altro con piede millimetrico..
ma è un'altra storia....
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Re: R: La Coppa Rimet raccontata - Italia 1934
neverajoy ha scritto:Quello di Chapman un 3-4-3?
no, proprio un 3-2-2-3, sono 4 linee diverse;
le due linee del centrocampo non sono un rombo...poi se giochi col rombo fai 4-4-2 per forza
Pozzo decide invece di fare un 2-3-2-3, perchè aveva capito che le partite si vincevano a centrocampo, ed il centromediano metodista (Luisito Monti) era il perno del gioco.
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Italia 1934
guarda anche i nomi negli schemi
back e forward...le due linee del centrocampo sono in realtà la linea alta della difesa (half back) e la linea bassa o interna dell'attacco (inside forward)...e non è ovviamente un caso
in quegli anni, gli inglesi prendono la sveglia spesso, no, qualche volta all'estero, ma in casa è diverso, fino al 1953 non persero mai.
leggiti la parte introduttiva del mondiale 1966...trovi molte cose...
back e forward...le due linee del centrocampo sono in realtà la linea alta della difesa (half back) e la linea bassa o interna dell'attacco (inside forward)...e non è ovviamente un caso
in quegli anni, gli inglesi prendono la sveglia spesso, no, qualche volta all'estero, ma in casa è diverso, fino al 1953 non persero mai.
leggiti la parte introduttiva del mondiale 1966...trovi molte cose...
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Italia 1934

Non va bene caro Maurizio, nella parte di spiegazione sulla tattica italiana hai dimenticato il dissidio Fulvio Bernardini - Pozzo. E la chiacchiera (vera o leggenda) che Fuffo non fosse convocato perché "troppo bravo rispetto agli altri".
Non me lo sarei mai aspettato da te

edit: devo finire di leggere ancora per intero la seconda pagina comunque

“You know, boring i think is 10 years without a title. That's very boring. You support the club and you're waiting, waiting, waiting for so many years without a title, so that's very boring.” (JM)
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Italia 1934
Alevt86 ha scritto:![]()
Non va bene caro Maurizio, nella parte di spiegazione sulla tattica italiana hai dimenticato il dissidio Fulvio Bernardini - Pozzo. E la chiacchiera (vera o leggenda) che Fuffo non fosse convocato perché "troppo bravo rispetto agli altri".
Non me lo sarei mai aspettato da te
edit: devo finire di leggere ancora per intero la seconda pagina comunque
Perdona, ma quella storia e' secondaria, nel senso che Pozzo disse sempre che Monti , Andreolli e Ferraris gli garantivano il rispetto degli schemi che Bernardini non poteva.
Bernardini sarebbe stato perfetto nel sistema di Chapman ( ed infatti lui alleno con il WM) ma non aveva le caratteristiche del centromediano alla Monti.
Insomma, Pozzo voleva un Passarella, un Matheus, non un Cruijff...per essere chiari
Mentre sicuramente fu una cazzata la storia che fosse stato escluso perché stava a Roma, ci stavano anche Guaita, Masetti e Ferraris...e poi la storia di Bernardini come giocatore e' legata anche all'Inter...anzi...
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Italia 1934
Finito di leggere
Un piccola curiosità su Zamora. In Spagna, infatti, esiste tuttora un premio che porta il suo nome e viene assegnato al portiere della squadra che subisce meno gol durante la Liga.
Quest'anno lo ha vinto Curtois.

Un piccola curiosità su Zamora. In Spagna, infatti, esiste tuttora un premio che porta il suo nome e viene assegnato al portiere della squadra che subisce meno gol durante la Liga.
Quest'anno lo ha vinto Curtois.

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Re: La Coppa Rimet raccontata - Italia 1934
Un po' come la cima Coppi del giro d'ItaliaAlevt86 ha scritto:Finito di leggere![]()
Un piccola curiosità su Zamora. In Spagna, infatti, esiste tuttora un premio che porta il suo nome e viene assegnato al portiere della squadra che subisce meno gol durante la Liga.
Quest'anno lo ha vinto Curtois.

Invece voglio vedere meglio il motivo della sua assenza nel secondo match contro l'Italia...
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Italia 1934
14 - Elite mondiale, parte prima.
Italia e Cecoslovacchia si affrontano a Roma per decidere chi succede all'Uruguay di Nasazzi sul trono mondiale.
Per stabilire chi è anche la squadra più forte d'Europa, e quale è la scuola migliore, quella danubiana o quella italiana.
Ed anche per mandare un messaggio ai leoni inglesi, che la supremazia si conquista sul campo, e non sulla carta.
Insomma una partita da far tremar le gambe.
Pozzo aveva dedicato una vita a questo momento, tutto il possibile era stato fatto, anche qualcosa in più del normale.
Ora, però bisognava battere Planika e compagni, dopo avere eliminato Zamora ed i suoi, ed aver battuto la compagine di Meisl e Sindelar.
Il cammino dell'Italia verso il titolo mondiale non era stato facile, incontrare Spagna, la rivale storica Austria ed in finale forse la squadra più forte del mondo ... non è un cammino agevole, in risposta alla stampa straniera che aveva considerato scandalosi i favori verso la federazione italiana.
Certo, alcuni aiuti arbitrali c'erano stati, ma insomma in ogni mondiale la squadra di casa viene un po' favorita.
Tutti ormai erano protesi verso la finale...che però al 71esimo, con una partita bloccata dalla tensione e paura da parte degli italiani e dalla superiore tranquillità da parte dei cechi, ha l'improvviso lampo che accende la scintilla.
Puc porta in vantaggio la Cecoslovacchia.
Gelo a Roma.
Italia e Cecoslovacchia si affrontano a Roma per decidere chi succede all'Uruguay di Nasazzi sul trono mondiale.
Per stabilire chi è anche la squadra più forte d'Europa, e quale è la scuola migliore, quella danubiana o quella italiana.
Ed anche per mandare un messaggio ai leoni inglesi, che la supremazia si conquista sul campo, e non sulla carta.
Insomma una partita da far tremar le gambe.
Pozzo aveva dedicato una vita a questo momento, tutto il possibile era stato fatto, anche qualcosa in più del normale.
Ora, però bisognava battere Planika e compagni, dopo avere eliminato Zamora ed i suoi, ed aver battuto la compagine di Meisl e Sindelar.
Il cammino dell'Italia verso il titolo mondiale non era stato facile, incontrare Spagna, la rivale storica Austria ed in finale forse la squadra più forte del mondo ... non è un cammino agevole, in risposta alla stampa straniera che aveva considerato scandalosi i favori verso la federazione italiana.
Certo, alcuni aiuti arbitrali c'erano stati, ma insomma in ogni mondiale la squadra di casa viene un po' favorita.
Tutti ormai erano protesi verso la finale...che però al 71esimo, con una partita bloccata dalla tensione e paura da parte degli italiani e dalla superiore tranquillità da parte dei cechi, ha l'improvviso lampo che accende la scintilla.
Puc porta in vantaggio la Cecoslovacchia.
Gelo a Roma.
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Italia 1934
15 - Elite mondiale, parte seconda.
Sul risultato di 0-0, al 70' i numerosi tifosi cechi giunti da Praga esultano al gol di Puc, che si era appena ripreso da un crampo che lo aveva costretto ad abbandonare il terreno di gioco per qualche minuto.
Gli italiani sembrano completamente frastornati e il raddoppio ceco sembra nell'aria quando, qualche minuto dopo l'1-0, Svoboda colpisce il palo, considerando che era il terzo legno colpito dalla Cecoslovacchia.
Poi Pozzo chiede a Guaita e Schiavio di scambiare la loro posizione, Schiavio era stanchissimo e la brillantezza di Guaita poteva far male al centro.
Le marcature ceche saltano, è la mossa della disperazione da parte di Pozzo, mancano 10 minuti alla sconfitta.
Pozzo addirittura va dietro la rete ceca per incitare i suoi.
I meccanismi difensivi degli avversari sbandano, la Cecoslovacchia va fuori fase: all'80' pareggia Orsi mentre, al 5' del primo tempo supplementare Schiavio, rinfrancato dalla minor fatica sull'ala, regala all'Italia il suo primo titolo mondiale, scagliando la palla alle spalle di Planika, da sette o otto metri dalla linea di porta.
Fine.
Italia campione del Mondo.
Sul risultato di 0-0, al 70' i numerosi tifosi cechi giunti da Praga esultano al gol di Puc, che si era appena ripreso da un crampo che lo aveva costretto ad abbandonare il terreno di gioco per qualche minuto.
Gli italiani sembrano completamente frastornati e il raddoppio ceco sembra nell'aria quando, qualche minuto dopo l'1-0, Svoboda colpisce il palo, considerando che era il terzo legno colpito dalla Cecoslovacchia.
Poi Pozzo chiede a Guaita e Schiavio di scambiare la loro posizione, Schiavio era stanchissimo e la brillantezza di Guaita poteva far male al centro.
Le marcature ceche saltano, è la mossa della disperazione da parte di Pozzo, mancano 10 minuti alla sconfitta.
Pozzo addirittura va dietro la rete ceca per incitare i suoi.
I meccanismi difensivi degli avversari sbandano, la Cecoslovacchia va fuori fase: all'80' pareggia Orsi mentre, al 5' del primo tempo supplementare Schiavio, rinfrancato dalla minor fatica sull'ala, regala all'Italia il suo primo titolo mondiale, scagliando la palla alle spalle di Planika, da sette o otto metri dalla linea di porta.
Fine.
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Re: La Coppa Rimet raccontata - Italia 1934
16 - La storia.
Resterà nella storia come il Mondiale di Angelo Schiavio e del suo gol in finale nei supplementari, magari come il mondiale di Vittorio Pozzo e delle sue scelte coraggiose, sicuramente come il primo Mondiale vinto dall’Italia.
Ma la data 1934 e il contesto storico non possono togliere a questa edizione anche l’etichetta del Mondiale di Mussolini: un’edizione voluta e ottenuta a tutti i costi dal regime perché «le prodezze sportive – sosteneva Mussolini – accrescono il prestigio della nazione e abituano gli uomini alla lotta in campo aperto».
Propaganda e nazionalismo per aggregare le masse sotto la stessa bandiera.
Per semplificare le cose, si potrebbero considerare queste immagini come simbolo del calcio del ventennio, come le squadre di serie A schierate per salutare le gerarchie sedute nelle tribune d’onore degli stadi italiani; oppure gli Azzurri che dopo aver alzato la coppa del Mondo, sollevano la Coppa del Duce, l’altro trofeo assegnato al termine della finale disputata nello stadio del Partito nazionale fascista.
Sarebbe tuttavia una visione riduttiva considerare il calcio sotto il regime alla stregua di un calcio "fascista".
Primo, perché non era lo sport di regime e poi perché la cultura del calcio deve essere reinserita in un contesto più ampio, europeo.
Come sarà nella successiva edizione del 1938, in Francia.
Resterà nella storia come il Mondiale di Angelo Schiavio e del suo gol in finale nei supplementari, magari come il mondiale di Vittorio Pozzo e delle sue scelte coraggiose, sicuramente come il primo Mondiale vinto dall’Italia.
Ma la data 1934 e il contesto storico non possono togliere a questa edizione anche l’etichetta del Mondiale di Mussolini: un’edizione voluta e ottenuta a tutti i costi dal regime perché «le prodezze sportive – sosteneva Mussolini – accrescono il prestigio della nazione e abituano gli uomini alla lotta in campo aperto».
Propaganda e nazionalismo per aggregare le masse sotto la stessa bandiera.
Per semplificare le cose, si potrebbero considerare queste immagini come simbolo del calcio del ventennio, come le squadre di serie A schierate per salutare le gerarchie sedute nelle tribune d’onore degli stadi italiani; oppure gli Azzurri che dopo aver alzato la coppa del Mondo, sollevano la Coppa del Duce, l’altro trofeo assegnato al termine della finale disputata nello stadio del Partito nazionale fascista.
Sarebbe tuttavia una visione riduttiva considerare il calcio sotto il regime alla stregua di un calcio "fascista".
Primo, perché non era lo sport di regime e poi perché la cultura del calcio deve essere reinserita in un contesto più ampio, europeo.
Come sarà nella successiva edizione del 1938, in Francia.