pisodinosauro ha scritto:
Grazie della risposta.
In realtà che esistesse un Lambiente e’ stato messo spesso in discussione.
non da me.
quindi se continui a ripetere alle mie risposte "aaah ma allora l'ambiente esiste" io continuo a pensare che mi prendi in giro.
pisodinosauro ha scritto:Che non esiste solo a Roma mi sembra evidente, chi potrebbe negarlo.
Non siamo il solo posto in cui esiste un humus fertile per i giochini/giochetti contro qualcosa.
Il punto essenziale e’ che dove esiste una società forte , lambi3nte è debole
E viceversa.
quindi il problema non è l'esistenza di questo ambiente; ma l'incapacità di gestirlo, renderlo innocuo se non addirittura "servirsene" per alcuni aspetti. Ecco, io mi concentrerei più su quello che sull'esistenza di personaggi come Mario Corsi, Galopeira e compagnia cantante.
pisodinosauro ha scritto:Io non ho mai detto che Lambiente determina i campionati, ma che influisca (soprattutto negativamente Imho) si
Non stiamo dicendo cose assai dissimili...
Io poi enfatizzo ed estremizzo, perché nei mesi/ anni mi sono sentito trattato come un vecchio rincoglionito che voleva trovare alibi a qualcuno.... Lambiente alibi dei perdenti
Tutto lì , io non do alibi a nessuno, solo che mi piacerebbe veder la società e la squadra lavorare in un ambiente diverso...tutto lì.
Essere supportata ed aiutata invece di essere sbeffeggiata ed insultata
Niente di offensivo credo, niente di particolarmente difficile da metabolizzare
Ma alla fine se ci pensi l'alibi c'è.
La squadra e la società non devono lavorare in ambienti diversi ma devono renderli diversi con il loro lavoro.
Se non posso "silenziare" qualcuno, posso però dare sempre meno occasioni a quel qualcuno di attaccarmi o ridicolizzarmi.
L'alibi se lo dà spalletti nella chiacchierata coi suoi amici romanisti fuori il ristorante.
Se lo dà per gli errori qui e magari per gli errori che sta facendo lì.
Che un tifoso dica a Radja "sei un grande!" se lo trova ubriaco lesso fuori una discoteca lo possiamo considerare deleterio, sbagliato e snervante. Ma deve essere la società a far sì che Nainggolan non pensi di essere intoccabile, non il tifoso.
La Roma, in squadra, in società, non crea mentalità. Non crea voglia di vincere. Non crea disciplina e applicazione, spirito di sacrificio.
Una volta un giornalista, mi pare fosse Roberto Gervaso, chiese a Björn Borg se lo impegnasse fisicamente e mentalmente di più un set con Lendl o un set con McEnroe. Lo sai cosa rispose Borg? "Mi impegna tutto, anche un set con mio nonno".
Ecco, alla Roma manca questo impegno.
Se ci fosse questo impegno, l'ambiente sarebbe un'acufene che non darebbe alcun fastidio.