Re: Scandalo supercoppa vietata alle donne
Inviato: ven 4 gen 2019, 13:41
O da gente che su certe odiose discriminazioni ci campa pur stando dalla parte dei giusti?
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Io sono e resto contrario a concetti neocolonialisti come l’esportazione della democrazia. Credo ciecamente nel diritto di autodeterminazione dei popoli e non giudico le loro forme di governo. Qui parliamo di altro. Parliamo di una partita organizzata dalla lega calcio con squadre italiane in aperta violazione della costituzione italiana che impone la parità tra i sessi. Il tutto con un unico scopo: fare soldi. Questo per me è inaccettabile. Il mercimonio dei nostri principi non la discriminazione femminile in arabia saudita che per me è affar loroaldodice26x1 ha scritto:Poi pare che sia la prima volta che la supercoppa si giochi in paesi non esattamente noti per la loro democrazia. Cina, Libia, Emirati Arabi....avoja. Però allora andava bene. Va pure bene che lo Stato Italiano faccia affare con l'Arabia, con la Russia, con la Cina.
porcaccia ha scritto:
Mi esprimo in italiano e l'avatar di Sgarbi è una celia come sanno tutti gli utenti del forum.
Il punto è proprio questo, tu hai bisogno di difendere norme chiaramente discriminatorie perché nel tuo intimo sei un maschilista, se pensassi davvero che una donna è in grado di badare a se stessa non avalleresti con tanta superficialità qualcosa che le pone chiaramente su un piano diverso. Il tuo non è un errore concettuale è un "orrore ontologico" patente.vietcong ha scritto:
anche io mi esprimo in italiano ma non sembri in grado di rispondere alle domande che ti faccio...
Pur ritenendo che non ci siano molti margini di dialogo e che il tema ti picca parecchio, mi permetto di notare l'ennesimo errore concettuale che hai fatto: il femminicidio non è una concessione che io faccio alle donne per lavarmi la coscienza, perché le donne non hanno bisogno che io conceda loro alcunché. E' una conquista giuridica che si sono prese, ma chiaramente è solo la punta di un iceberg di lotta alla violenza di genere che comporta un sacco di altre rivendicazioni. E' una lunga lotta, se non la condividi, come si suol dire, "sei parte del problema"
porcaccia ha scritto:
Il punto è proprio questo, tu hai bisogno di difendere norme chiaramente discriminatorie perché nel tuo intimo sei un maschilista, se pensassi davvero che una donna è in grado di badare a se stessa non avalleresti con tanta superficialità qualcosa che le pone chiaramente su un piano diverso. Il tuo non è un errore concettuale è un "orrore ontologico" patente.
vietcong ha scritto:
Non c'è alcuna discriminazione nelle norme sul femminicidio. Chi sarebbe il soggetto discriminato, il maschio che uccide?
In ogni caso se uccido un nero perché odio i neri, mi danno l'aggravante dell'odio razziale, vogliamo dire che è una norma che discrimina qualcuno?
Affrontare i discorsi sulla violenza di genere dal punto di vista di "le donne devono cavarsela da sole" è veramente pessimo. Chi si occupa professionalmente di questi temi sa perfettamente che non è così che funziona. Spesso le donne rimangono con uomini violenti perché non hanno il potere economico di staccarsi, per questo esistono i centri antiviolenza che le accolgono. Per questo NON UNA DI MENO chiede di potenziare i centri antiviolenza, di combattere il gender gap, ecc.
Puoi darmi del maschilista quanto vuoi, io però le donne le ascolto, le leggo, vado alle manifestazioni con loro. Non sono un soggetto astratto tipo "Emma Bonino" che abita nella mia mente e che magicamente "compete" con gli uomini alla pari come se non esistessero millenni di patriarcato che gravano sulla nostra cultura.
Quando ho fatto lo stesso identico discorso sull' omosessualità sono stato linciato qua dentro.porcaccia ha scritto:Il discorso sull'emancipazione femminile è piuttosto complesso; la vera parità sta nell'abolizione di norme che portano dentro se stesse il germe stesso della discriminazione.
Le quote rosa, il femminicidio e altre follie nate per la difesa dei diritti delle donne non hanno alcun senso; sono testimonianze dirette di un trattamento "diverso".
Giudicare in base alle capacità e non al sesso è l'unica via, la presenza coatta di persone dal gamete femminile in alcuni contesti implica spesso la scelta non di donne capaci ma delle uniche disponibili per quel ruolo.
Io vorrei Emma Bonino presidente della Repubblica tanto per parlare di donne capaci.
Questo è quanto, nonostante qualcuno in passato abbia cercato di farmi passare subdolamente da maschilista rimango un fervido sostenitore della reale parità: quella di opportunità e scelta.
Concordo, diciamo che “competizione” lo utilizzo in quanto visione del mondo condivisa, ma che non mi appartiene.faro ha scritto:in generale, e' evidente che una competizione che non sia basata esclusivamente sul merito e' falsata e quindi inaccettabile
ma una competizione bvasata esclusivamente sul merito dove pero' ai nastri di partenza non tutti hanno pari accesso e' altrettanto se non maggiormente falsata
poi, se vi interessa la mia opinione, per me e' proprio l'idea di competizione ad essere sbagliata e sommamente maschile. La tanto agognata parita' si sta sempre piu' rivelando come una mascolinizzazione del mondo femminile mentre forse sarebbe piu' importante cambiare in profondita' la nostra societa' affinche' non sia basata su valori prettamente maschili (che chiediamo alle donne di abbracciare con entusiasmo): sopraffazione, violenza, competizione, aggressione, selfishness, arroganza (in economia, mondo del lavoro ecc ecc)
e che mo' solo difetti c'avemo ?
no, forse no
e buona befana a tutti !
alectric ha scritto:Giusto una precisazione, non è che tutti i delitti in cui la vittima è una donna sono passibili di aggravante per discriminazione...
Molti si lasciano fuorviare dal fatto che l'Italia è il paese delle mode ed il femminicidio è diventata (purtroppo, perchè si tratta di un problema serio) una di queste portandosi appresso un dibattito che il più delle volte scade nello scontro ideologico.
La legge prevede che soltanto in casi in cui il crimine sia perpetrato in circostanze di manifesto disprezzo del genere femminile in quanto tale, si applica l'aggravante discriminatoria...
Quindi è tanto erroneo dire che tutti i crimini in cui la vittima è una donna sono da considerarsi "femminicidio", quanto lo è il bollare il fenomeno come una discriminazione al contrario, perchè il problema c'è ed è anche serio, essendo nella non trascurabile condizione di vivere nel 2018...
In un mondo ideale certamente sarebbe così, ma il fatto che in buona parte di tanti settori le donne, a parità di competenze, percepiscono uno stipendio inferiore, è un dato di fatto. Le quote rosa, per prendere un esempio, non sono la soluzione al problema (visto che questa sarebbe un cambiamento culturale), ma cercano in qualche modo di alleviarlo. Anche io vorrei un mondo che sia pienamento meritocratico e dove la competizione sia onesta, ma purtroppo basta guardarci intorno per sapere che la realtà è ben diversaMatteoAsroma90 ha scritto:Essere accettate e magari premiate solo per il fatto di essere donne penso sia una delle cose più umilianti che possano esserci,e credo che anche le donne con una testa sulle spalle la pensino così
è la stessa identica cosa di essere compatiti perchè magari si è disabili,è lo stesso tipo di compassione,abbastanza ipocrita,viva la meritocrazia e viva la sana competizione..è questa la vera parità
Perchè questo è un tipo di mentalità molto sviluppato specialmente nel nostro paese,dove c'è un maschilismo radicato e c'è lo stereotipo che le donne non sanno fare un cazzo al di fuori di pochissime cose,poi un'altro motivo è il clientelismo,oppure magari quello che c'ha "l'amichetto" se fa imbucà nel pubblico(vale anche nelle aziende private ci mancherebbe)e magari la ragazza super preparata con un'ottima preparazione se la pia in culo..vabbè dai non stamo a dì niente de nuovo.Limitless33 ha scritto: In un mondo ideale certamente sarebbe così, ma il fatto che in buona parte di tanti settori le donne, a parità di competenze, percepiscono uno stipendio inferiore, è un dato di fatto. Le quote rosa, per prendere un esempio, non sono la soluzione al problema (visto che questa sarebbe un cambiamento culturale), ma cercano in qualche modo di alleviarlo. Anche io vorrei un mondo che sia pienamento meritocratico e dove la competizione sia onesta, ma purtroppo basta guardarci intorno per sapere che la realtà è ben diversa