Paderborn: una favola da raccontare prima delle 22
Qual è il bello del calcio? Semplice: una piccola squadra, che viene dal nulla, compie l'impresa, battendo le squadre più blasonate e si attesta in cima alla classifica di un campionato. Probabilmente non sarà il caso dell'SC Paderborn, ma nulla vieta ai suoi tifosi di sognare, almeno per un po'.
Dalla Zweite alla testa della Bundesliga, a volte, il passo può essere breve; anche se la tua squadra è seguita da meno di 15mila appassionati e può contare su giocatori che in totale valgono circa 10 milioni di euro e 5 in ingaggi. Fino a 10 anni fa il Paderborn giocava al di fuori dello spettro delle squadre professionistiche tedesche (nel 2004-05 si aggirava nella Regionalliga Nord), ma in poco tempo è riuscita ad affermarsi quale rivelazione del campionato, nemmeno troppo sospinta da una città di circa 150mila abitanti che sorge a due passi da Hannover. Gli abitanti dei dintorni dello stadio, la Benteler Arena, infatti non permettono che si giochi oltre le 22.00 perché, dicono, la partita disturba la quiete di chi vuole dormire...
Il Paderborn intanto, assieme a Mainz 05, Hoffenheim e Bayern (in quest'ordine ma solo per la differenza reti), guarda tutti dall'alto della Bundesliga, a quota 8 punti in quattro giornate; il tutto alla sua prima partecipazione al campionato di massima divisione tedesca. E pensare che a inizio stagioni tutti li davano per "favoriti" sì, ma per la retrocessione. Una favola vera e propria.
Probabilmente i più si sono imbattuti per la prima volta nel Paderborn, grazie al video che ha fatto il giro del web nello scorso weekend: Moritz Stoppelkamp, con un bolide scagliato da 82 metri fissa il 2-0 finale contro l'Amburgo, i cui giocatori, portiere compreso, si erano tutti catapultati nell'area del Paderborn alla ricerca del gol del pareggio.
"Siamo leader della Bundesliga, è vero, ma a noi i titoli sui giornali non interessano - ha commentato l'idolo del giorno Stoppelkamp - Questi per noi sono solo altri tre punti per cercare di evitare la retrocessione".
Il patron Wilfried Finke e l'allenatore André Breitenreiter ci credono anche se martedì la favola potrebbe già finire: i ragazzi in maglia nerazzurra fanno visita a sua maestà il Bayern Monaco all'Allianz Arena. "I ragazzi dovranno pensare a divertirsi; il risultato per me è secondario - stempera Breitenreiter - Ma anche a Monaco dovremo dare tutto, senza mai mollare".
Tipo interessante, questo Breitenreiter: da giocatore vestì anche la maglia della Germania, ma solo a livello giovanile, e con Amburgo, Wolfsburg e Unterhaching qualche stagione interessante, vestendo già allora i panni della "squadra outsider" in Bundesliga. Da allenatore ha sposato la causa del Paderborn, guidato alla promozione al primo tentativo: 40 anni, gli piace lavorare con giocatori giovani e affamati. Dopotutto la filosofia del club è quella di costruire ragazzi dal nulla e cercare di fare cassa.
Chissà se riuscirà a valorizzare un tipo come Daniel Brückner, senzatetto sino all'età di 17 anni, oppure Süleyman Koç, uno che a Berlino faceva parte di una gang e fino al 2013 era in carcere, oppur Mahir Saglik, top scorer di seconda divisione in precedenza scartato da Wolfsburg, Bochum e St. Pauli. Un gran spirito di squadra e un'ottima difesa (imbattuta nelle ultime tre partite) sono un biglietto da visita abbastanza buono per far paura al Bayern?
di Davide BIGHIANI (@daviebig10)
Però c'è anche questo:
Storia di un allenatore appiedato. Sì, letteralmente appiedato. Capita all'ex giocatore André Breitenreiter ora tecnico del Paderborn neopromosso che ha ritrovato così la sua auto: senza le quattro ruote. In Italia? Macché, succede in Germania, nella Bundesliga dei ricconi. Lui come l'ha presa? Bene, non benissimo. «Dilettanti, mi hanno storto il telaio...».