Con il Goteborg la partita di andata era a Roma. Tutti a predicare l'importanza di chiudere velocemente il match. Il Goteborg di quei tempi, senza essere uno squadrone era comunque una squadra che poteva rivelarsi ostica. Considerate che nel corso degli anni '80 la Svezia produsse non poche buoni giocatori, Stromberg in primis. Naturalmente tutti si dava la Roma favorita per quanto fosse la prima volta che la nostra squadra si confrontasse con questa manifestazione.
L'andata si svolse il 14 settembre di sera. Pubblico della grandi occasioni. Lo spirito con cui il tifoso partecipava agli eventi internazionali, come la Coppa Uefa aveva dimostrato era più caloroso di oggi. Forse perché si veniva da tanti anni bui e le aspettative non erano così elevate come ora.
In quella partita alla Roma mancavano Nela e Pruzzo sostituiti rispettivamente da Oddi e Vincenzi. Del primo non scoderò mai i perenni baffoni del secondo, umile riserva non serberò alcun ricordo.
La partita fu un assoluto monologo della Roma. Non ricordo quanti tiri vennero spediti verso la porta degli svedesi nel primo tempo. Sembrava stregata. Nel secondo tempo ci furono almeno altri 2 pali.
In realtà quella Roma, quella di Liedholm per capirci, era una squadra molto sorniona. La avvicinerei a quella attuale di Garcia. Molto possesso palla con improvvise accelerazioni e triangolazioni improvvise. senza dimenticare la balistica da fuori che non era di secondo piano.
dico questo per far capire che era una squadra che induceva il tifoso alla pazienza.
Ed infatti al 50' ci fu il primo goal proprio di Vincenzi.
La Roma senza sedersi riprese ad attaccare con continuità. In breve arrivò il raddoppio di Conti con una sventola da sinistra appena entrato in area come solo lui sapeva fare.
Ma quello fantastico fu il terzo goal. Un'azione da manuale con 2 se non 3 veli nella stessa azione. Ricordo come adesso quando falcao fece l'ultimo velo, quello decisivo, per Cerezo. Scattai in piedi per l'entusiasmo, senza immaginare che quell'azione si sarebbe poi conclusa con il terzo goal.
In pratica un trionfo senza discussioni. E via con i primi caroselli della stagione che caratterizzarono tutte le vittorie della Roma all'Olimpico in Coppa Campioni.
Devo dire che la Roma aveva un recente passato non disprezzabile in partite di coppa. Spesso aveva vinto 3-0 qualificandosi poi senza problemi, salvo un certo Karl Zeiss Jena, in cui nessuno mi toglierà dalla testa che i tedeschi fossero drogati (per chi se la ricorda...).
Il ritorno, pura formalità, fu oggetto di una piccola ma simpatica avventura. Ricordo che intorno a fine settembre, venendo da Vienna dove aveva trascorso un mesetto presso l'università, mi incontrai con mio fratello e certi amici a Monaco di Baviera. Obiettivo l'Oktober Fest.
In realtà, quando mi ritrovai nella stazione di Monaco, con il treno da Roma appena arrivato, vidi scendere mio fratello con gli amici attrezzati di sciarpe giallorosse. Stupito, mi spiegarono che LORO avevano deciso di andare a Goteborg con la MIA macchina, una pietosa Ford Fiesta 900 primissima edizione di un orribile color verde pistacchio
Ovviamente non ci fu bisogno di passare a violenza fisica per concedergli la macchina, in quanto sposai subito l'idea. Naturalmente eravamo tutti senza biglietto
La partita si sarebbe giocata il 28 settembre e il 27 alle 15.00, come da programma, partimmo lancia in resta verso la Svezia.
Se è vero che in Germania la velocità in autostrada è libera con il mio vecchio macinino, in 4, più di 110 non si viaggiava.
Ci volle tutta la notte per arrivare a Lubecca, da lì in traghetto in Danimarca. Mancò un niente che restassimo senza benzina ma alla fine raggiungemmo la costa nord da cui prendere ancora il traghetto per approdare in Svezia a Helsingborg. A quel punto, dopo una notte al volante ero distrutto, ma non scorderò mai l'immagine dell'alba dalla prua del traghetto, con i gabbiani che volavano in circolo e la costa svedese che si avvicinava. Distrutto ma soddisfatto e pieno di aspettative.
In realtà il viaggio in macchina durò ancora parecchie ore ma infine raggiungemmo la città.
Qui mi fermo per eventuali vostri ricordi e commenti prima di inoltrarmi nella mitica serata.