Re: Paolo Rossi
Inviato: giovedì 10 dicembre 2020, 9:46
Occazzo non sapevo fosse malato.
Solo 64 anni.
Mi dispiace tanto
Ciao Paolo, e grazie...
Solo 64 anni.
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Ciao Paolo, e grazie...
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No grazie, per me viene prima la vita e poi la professione, il calcio. E se devo invertire l'ordine delle cose ci devo pensare non una ma cento volte. Che vengo a fare a Napoli, il salvatore della patria? Con la gente che, me lo raccontava Sivori tempo fa, mi compra le sigarette e dorme per strada sotto casa mia, per vegliarmi: sono molto cari, ma non sono la persona giusta. Io posso offrire la mia personalità in campo, posso offrire calcio, ma da voi questo non basterebbe."
Grazie ancora. Pallone d'Oro e Campione del Mondo.Daniel Faraday ha scritto: ↑giovedì 8 marzo 2018, 0:14Ho passato la mia infanzia nell'idolatria di lui per quel Mondiale, a vedermi e rivedermi le immagini de l'Hombre del Partito nel magnifico 'Golè'
Oggi devo ammettere che pochi personaggi mi fanno tenerezza quanto lui. Su Mediaset è inguardabile, e inascoltabile.
Mai come nel suo caso, un'eroica giovinezza pare essersi portata via tutto.
Ma tutto proprio.
Sempre grazie comunque, Pablito.
io non voglio giustificare nessuno, tanto è la loro stessa storia che dà il valore a queste figure. (per altro io non ho mai amato Paolo Rossi)
Che Rossi sia una "creatura" di Conti, come ha scritto quassù qualche ignorante di quel calcio mesi fa, è una grande cazzata. Nei 3 gol al Brasile, o nell'1-0 in finale, nessuno fu assist di Bruno.MatteoAsroma90 ha scritto: ↑giovedì 10 dicembre 2020, 12:59Grande giocatore, però il pallone d'oro dell'82 era di Conti... detto questo
RIP
Basta chiedere ai giocatori del mitico Cagliari di Riva cosa ne pensassero della Sardegna prima di trasferirsi là e di rimanerci per tutta la vita.paz ha scritto: ↑giovedì 10 dicembre 2020, 12:40io non voglio giustificare nessuno, tanto è la loro stessa storia che dà il valore a queste figure. (per altro io non ho mai amato Paolo Rossi)
ma queste parole sono state proferite a 23 anni, da un ragazzino toscano che aveva giocato solo a Como e a Vicenza, non proprio a Parigi e Londra.
Napoli è una città oggettivamente difficile, e ai tempi i giocatori non vivevano come oggi, blindati in ville immense con telecamere e guardie del corpo. al di fuori di ogni realtà, tipo Luis Enrique che viveva all'Olgiata e lavorava a Trigoria e si faceva 30 chilometri al giorno.
ai tempi capitava che il numero di telefono fosse ancora sull'elenco telefonico e lo avessero tutti (celebre era Ago che rispondeva a tutti i giornalisti che lo chiamavano direttamente a casa). i calciatori vivevano la città molto più di quanto non facciano oggi. che il tipo di vita di una città complessa e dura - che veniva pure dall'esperienza del colera - come Napoli potesse inquietare un ragazzino, forse nemmeno acculturato e nemmeno particolarmente intelligente, io non penso fosse così difficile.
e io a Napoli ci andrei a vivere pure domani.
condivido. quell'estate fu meraviglioso ma il giocatore di fine anni 70 prima della squalifica era eccezionaleDaniel Faraday ha scritto: ↑giovedì 10 dicembre 2020, 14:21Che Rossi sia una "creatura" di Conti, come ha scritto quassù qualche ignorante di quel calcio mesi fa, è una grande cazzata. Nei 3 gol al Brasile, o nell'1-0 in finale, nessuno fu assist di Bruno.
Che Rossi sia stato uno Schillaci, idem con patate. Parliamo di un pallone d'Oro, che già al Mundial del '78 era esploso segnando 3 gol (e Conti giocava in B intanto).
Poi che Conti meritasse più di Rossi quel titolo, io non credo proprio, ma non è bestemmia. Di certo come si può discutere il capocannoniere del Mondiale, 3 gol al Brasile, 2 in semifinale, 1 in finale, boh mi pare una prosciuttata sugli occhi da tifoso. Aggiungo che quell'anno era pure Campione d'Italia.
Dopo Ghiggia (inarrivabile), è colui che più è rimasto in mente nella testa dei brasiliani quando si parla di delusioni in Coppa del Mondo (molto più della sconfitta 1-7 con la Germania, o della finale del '98 con Zidane mattatore).Daniel Faraday ha scritto: ↑giovedì 10 dicembre 2020, 14:32Sarà comunque El Hombre del Partido.
per sempre
Le ho postate perché mi sembravano considerazioni abbastanza lucide e dissonanti rispetto a un certo modo di vivere il connubio calciatore-tifosi che proprio a Napoli meno di un decennio dopo avrebbe trovato l'esaltazione massima con Maradona.paz ha scritto: ↑giovedì 10 dicembre 2020, 12:40io non voglio giustificare nessuno, tanto è la loro stessa storia che dà il valore a queste figure. (per altro io non ho mai amato Paolo Rossi)
ma queste parole sono state proferite a 23 anni, da un ragazzino toscano che aveva giocato solo a Como e a Vicenza, non proprio a Parigi e Londra.
Napoli è una città oggettivamente difficile, e ai tempi i giocatori non vivevano come oggi, blindati in ville immense con telecamere e guardie del corpo. al di fuori di ogni realtà, tipo Luis Enrique che viveva all'Olgiata e lavorava a Trigoria e si faceva 30 chilometri al giorno.
ai tempi capitava che il numero di telefono fosse ancora sull'elenco telefonico e lo avessero tutti (celebre era Ago che rispondeva a tutti i giornalisti che lo chiamavano direttamente a casa). i calciatori vivevano la città molto più di quanto non facciano oggi. che il tipo di vita di una città complessa e dura - che veniva pure dall'esperienza del colera - come Napoli potesse inquietare un ragazzino, forse nemmeno acculturato e nemmeno particolarmente intelligente, io non penso fosse così difficile.
e io a Napoli ci andrei a vivere pure domani.