Te sfonno pe' radio
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Re: Te sfonno pe' radio
“Giallorossi si diventa,
perché essere Romanisti significa avere tutto e tutti contro
perché ciò non ti affligge ma ti esalta…
perché la scelta implica il coraggio…
perché io malgrado tutto resterò sempre un cuore da Ultras”
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- Luke Skywalker
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Re: Te sfonno pe' radio
Fantastica:voeller9 ha scritto:Questa invece sfonda tutte le radio che tajo
https://mobile.twitter.com/lauragiov1/tweets
@Teleradiostereo e Sti cazzi del Palermo, sta stronza andasse a fa la pierre altrove e se portasse la merda nardo invece de sfonda ' la roma
Sfondare è proprio l'elemento distintivo di questa gente.
BANZAI!
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Re: Te sfonno pe' radio
Questa è da denuncia, leggete i messaggi perchè sono pazzeschi, contro tutti e tutto! Grazie voeller!
BANZAI!
- voeller9
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Re: Te sfonno pe' radio
Luke Skywalker ha scritto:Questa è da denuncia, leggete i messaggi perchè sono pazzeschi, contro tutti e tutto! Grazie voeller!
Di niente
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- oswald
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Re: Te sfonno pe' radio
Alla fine però rimane un problema serio: se nel tempo si è smarrita un'autentica memoria della tradizione, o le è stata sovrapposta una versione imbarbarita, il prodotto finale, seppur contaminato, costituirà sempre il nucleo vivo del linguaggio moderno e popolare, fino a quando non ci sarà più nessuno a ricordare le differenze. La storia e la memoria vengono sempre sconfitte dall'evoluzione del linguaggio. Orwell lo sapeva.paz ha scritto: ma non è questo. l'ultimo film che narra di una certa roma è febbre da cavallo. è già una deriva rispetto a i classici. ebbene, se te lo riguardi, noterai che questa roma non c'è. la parolaccia è certo presente, ma in modo leggero, e non esclude né la leggerezza né l'umanità. parole come "mo' lo sfonna", sono il correlato di "mo' lo piscio" (e relativi), per dire.
in realtà, questo linguaggio nasce con thomas millian e bombolo, cioè come forma volgare. ma in alcun modo possono rientrarci fabrizi, sordi, gassman. ciò che è stato fatto è prendere quel pattern linguistico ed estenderlo a tutta la cultura romana (di cui chiaramente i nostri eroi radiofonici non sanno una beneamata ceppa). robaccia come romanzo criminale non ha fatto altro che dargli una coloritura borderline che tanto piace alle masse.
ciò che è stat0o fatto è far credere che esso appartiene alla identità di Roma. che tanto serviva a creare fazioni (pro/contro sensi), appartenenza (movimento per roma, ad esempio), esclusioni (la lazio)
si chiama ideologia. nulla di nuovo.
da notare un fatto importante: questa torsione coincide con la nascita delle radio, che coincide a sua volta con la trasformazione della Roma/Lazio in società a scopo di lucro: il contesto si trasforma - dal tifoso al consumatore - ma c'è sempre bisogno di un linguaggio che dia identità.
ps. fra l'altro ciò ha anche un pendant colto: come avrai notato sicuramente, si parla spesso di trilussa ocme padre nobile di questo linguaggio. Ebbene, posso assicurarti che nessun colto romano collegherebbe trilussa a questo linguaggio, ma soprattutto nessuno con una certsa conscenza della storia e lingua romana assegnerebbe a trilussa la paternità, ché questa spetta al solo belli, che nessuno studia più.
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Re: Te sfonno pe' radio
Luke Skywalker ha scritto:Capirai, io sono un appassionato di linguaggio, di comunicazione, se a questo aggiungi che sono pure un cultore del trash si capisce come mi possa venire in mente di aprire un topic simile. "Febbre da cavallo" l'ho visto venti volte, sì in effetti lì manca quella vena cinica e smaccatamente cafona che invece è stata enucleata successivamente, penso a "Gallo cedrone" di Verdone che imho fotografa molto bene la Roma degli anni '90 e non è lontano dalle "atmosfere" (chiamiamole così ) delle radio romane. Interessante anche la tesi di porcaccia che si sposa bene con la tua. Principe invece circoscrive questa evoluzione del romanesco a precise aree geografiche, cioè se ho capito bene questo sarebbe il linguaggio delle borgate che si è poi imposto e in qualche misura ha dilagato, giusto?
Secondo me "Gallo Cedrone" non fotografava nulla. Era una caricatura inventata di sana pianta da un Verdone ormai rintanato nella sua torre d'avorio. All'inizio della sua carriera Verdone si poteva permettere di gironzolare indisturbato per Roma per "catturare" espressioni, movenze e tic che poi riversava, esasperandoli, nei suoi personaggi. Dopo il successo questa ricerca non è stata più possibile e si è arrivati all'invenzione di "Gallo Cedrone"
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Re: Te sfonno pe' radio
nessuno come lei ha analizzato, dissacrato e deriso la comunicazione radiofonica...
Non so se hai presente una puttana ottimista e di sinistra.
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Re: Te sfonno pe' radio
oswald ha scritto: Alla fine però rimane un problema serio: se nel tempo si è smarrita un'autentica memoria della tradizione, o le è stata sovrapposta una versione imbarbarita, il prodotto finale, seppur contaminato, costituirà sempre il nucleo vivo del linguaggio moderno e popolare, fino a quando non ci sarà più nessuno a ricordare le differenze. La storia e la memoria vengono sempre sconfitte dall'evoluzione del linguaggio. Orwell lo sapeva.
in parte. è vero che il linguaggio è sempre lingua viva e non morta - per cui, alla fine, ci abitueremo ad usare pò con l'accento invece che con l'apostrofo (po'). Qui però stiamo parlando di un pattern specifico, di un segmento linguistico circoscritto socialmente, non di una evoluzione complessiva della società. il linguaggio radiofonico, trasformando thomas millian in romanesco puro, è servito solo a inventare una ideologia identitaria buona per tifosi e consumatori di calcio, e nemmeno tutti. sono quelli che chiamiamo marionidi, i chiamatori, le varie signore carla, sono quelli che cianciano di Roma, ma che si perderebbero al ghetto e che non hanno mai visto il chiostro del bramante.
ripeto, l'essenziale è che questo meccanismo pseudoidentitario sia concomitante con la trasformazione del calcio in impresa.
E ringraziate che ci sono io, che sono una moltitudine
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Re: Te sfonno pe' radio
Hiroo Onoda.paz ha scritto:
in parte. è vero che il linguaggio è sempre lingua viva e non morta - per cui, alla fine, ci abitueremo ad usare pò con l'accento invece che con l'apostrofo (po'). Qui però stiamo parlando di un pattern specifico, di un segmento linguistico circoscritto socialmente, non di una evoluzione complessiva della società. il linguaggio radiofonico, trasformando thomas millian in romanesco puro, è servito solo a inventare una ideologia identitaria buona per tifosi e consumatori di calcio, e nemmeno tutti. sono quelli che chiamiamo marionidi, i chiamatori, le varie signore carla, sono quelli che cianciano di Roma, ma che si perderebbero al ghetto e che non hanno mai visto il chiostro del bramante.
ripeto, l'essenziale è che questo meccanismo pseudoidentitario sia concomitante con la trasformazione del calcio in impresa.
Non ho capito un ciufolo della vita
paz ha scritto: Poi Danilo ha un qualcosa in più: ha quel tocco macho del bestemmiatore solitario, insomma, di chi non conosce solo le vette ardite dell'intelletto, ma anche la suburra della materialità.
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